Un po’ di Eurofestival arriva anche a Torino sabato 17 aprile 2010

Le tv italiane lo ignorano, la stampa non è da meno, l’Eurofestival ormai vive solamente grazie al web e ad alcune iniziative in giro per l’Italia. Una di queste avrà luogo sabato 17 aprile 2010 a Torino, all’interno della 25^ Edizione del Torino GLBT FIlm Festival (dal 15 al 22 di questo mese) e non potevamo non raccontarvela. Anzi, ce la racconterà l’amico e giornalista Daniel N. Casagrande, che questa iniziativa l’ha creata e la promuove. Un giornalista ma anche un ragazzo come tanti altri che spera nel ritorno dell’Italia all’Eurovision Song Contest e ne è fan da tantissimi anni.

  • Ciao Daniel, benvenuto intanto tra Noi.. so che ci segui dai primissimi giorni in cui abbiamo debuttato con questo nuovo portale e newsblog dedicati all’Eurofestival insieme a tanti altri appassionati .. Tu sei l’ideatore di questa lodevole iniziativa che si terrà sabato 17 aprile a Torino  giusto?
    Sì, sono l’ideatore dell’omaggio che il 25esimo Torino GLBT Film Festival dedica ai 55 anni dell’Eurofestival, nonché quindi il curatore della selezione di brani di cui si compongono i 3 slot per i complessivi 120 minuti di questo “speciale omaggio all’Eurofestival”.
  • Uno Speciale omaggio all’Eurofestival: Due ore di video e musica, un viaggio che parte dal lontano 1959 ed attraversa 50 anni di note, musiche e canzoni. Ad aprire le danze, è proprio il caso di dirlo, sono le giovanissime ed ancora un po’ impacciate Gemelle Kessler, che nel ’59 parteciparono per la Germania con la canzone “Heut’ woll’n wir tanzen geh’n”. Il 1967 fu l’anno di 3 indiscusse icone femminili: Sandie Shaw, vincitrice di quell’edizione per il Regno Unito con “Puppet On A String”, Minouche Barelli in gara per il Principato di Monaco con il brano “Boum-badaboum”, Vicky con la leggendaria “L’amour est bleu” in competizione per il Lussemburgo. Nel 1968 vincitore ‘morale’ fu il celebre Cliff Richard con la vendutissima “Congratulations”; il suo secondo posto, si scoprirà solo in anni recenti, fu motivato dall’intervento del dittatore Franco che corruppe alcune giurie per garantire la vittoria alla Spagna. Del 1969 ascolteremo “Boom bang-a-bang” – utilizzata 40 anni più tardi dalla Parmalat per gli spot Santal – canzone vincitrice per il Regno Unito, cantata dalla provocante Lulu. Ci provarono la prima volta nel 1973, la canzone si intitolava “Ring Ring”, ma non vinsero il Melodifestival (biglietto da visita necessario per rappresentare la Svezia), ci riprovarono l’anno seguente, la formazione prese le iniziali dei loro componenti e formò il nome del gruppo, erano gli ABBA, la nuova canzone si intitolava “Waterloo”, e da allora fu una rivoluzione! Memorabile anche l’ingresso del direttore d’orchestra vestito da Napoleone.
    L’edizione del ’74 fu però indimenticabile anche per altre ragioni: la RAI mandò in differita di settimane la trasmissione perché la canzone italiana, dall’asciutto titolo “Sì”, rischiava di influenzare gli elettori chiamati a decidere sul referendum per approvare il divorzio; la Francia per la prima volta fu assente giustificata perché in lutto nazionale dopo la morte del Presidente Georges Pompidou; il Portogallo diede il via alla Rivoluzione dei garofani, che depose il regime autoritario fondato da Salazar, scegliendo come uno dei due segnali convenzionali l’inizio della canzone lusitana “E depois do adeus”; il Regno Unito infine si classificò quarto grazie ad una giovane e sconosciuta attrice dal promettente futuro, il suo nome era Olivia Newton-John, il brano “Long Live Love”. Dopo una veloce cavalcata tra gli anni ’70 e ’80, tra icone femminili, Mia Martini, Ofra Haza, Alice, Lara Fabian, cantanti gay dichiarati, Jürgen Marcus, Gerald Joling (in gara anche nel 2009 con la formazione De Toppers), performance meta-gender, Ketil Stokken ed il brano “Romeo”, la seconda tappa del nostro viaggio si conclude con la bellissima ed emozionante vittoria dell’allora sconosciuta Céline Dion, in gara nel 1988 per la Svizzera con l’emozionante brano “Ne partez pas sans moi”, e con l’opening act del ’89 con la Dion che canta in prima mondiale la futura hit “Where Does My Heart Beat Now”. Il viagggio prosegue poi negli anni ’90 dove tra gli altri va ricordata la vittoria della trans israeliana Dana International con la canzone “Diva”. La vittoria di Dana fu un evento dirompente e sconvolgente; scriveva l’Ansa il 5 maggio ’99, subito dopo il suo trionfo: “Un paese che resta sveglio fin nel cuore della notte (un israeliano su due era ieri davanti al televisore), caroselli spontanei di gioia popolare davanti al Municipio di Tel Aviv con un tripudio di bandiere arcobaleno degli omosessuali. E poi i cancelli della Knesset che si aprono per accogliere quella che era ritenuta una cantante trasgressiva e marginale, «degna – per i rabbini – di Sodoma»: non c’è dubbio che la smagliante vittoria della transessuale Dana International al Festival eurovisivo della canzone a Birmingham ha avuto in Israele un effetto che va oltre la hit-parade”. Disse «Dedico questa vittoria  a tutti i progressisti nel popolo israeliano»”. Negli anni 2000 da segnalare invece la pessima performance del duo t.A.T.u. (era il 2003) che riuscì a scontentare fan, pubblico e giornalisti: non si presentarono alle prove, vennero contestate in sala stampa, minacciarono un’esibizione trasgressiva in diretta mondovisione, durante la gara vennero accolte dai fischi del pubblico della “Skonto Hall” di Riga, cantarono in russo deludendo i fan europei, stonarono, e da super favorite si piazzarono terze, dietro a Turchia e Belgio. Tornarono ad esibirsi all’Eurovision nel 2009 cantando “Not Gonna Get Us” accompagnate dal Coro dell’Armata Rossa ed affiancate da un improbabile carro armato rosa..
  • Intanto per tutti gli amici che ci leggono diamo un appuntamento chiaro: sabato 17 aprile a Torino. Dove: all’interno dell’Ambrosio Cinecafè di Corso Vittorio Emanuele II, 52. Orario: 18,15 presso la sala Ambrosio 2. Info e Programmazione: +39 011 562 20 68 • +39 011 562 90 37 • +39 011 562 56 37.
  • Daniel, come hai conosciuto l’Eurofestival o meglio l’Eurovision Song Contest?
    All’inizio degli anni Ottanta, era il normale proseguo di Sanremo ed i miei genitori lo guardavano ogni anno, era un’istituzione anche in Italia, è stato grazie a loro se l’ho conosciuto. La prima edizione che ricordo, quella dell’85, avevo appena 8 ma già capivo quanto mi piacesse e mi affascinasse quel mix unico di suoni, lingue, canzoni così varie e diverse; in quegli anni veniva già trasmesso in differita dalla Rai, spesso la messa in onda finiva a notte inoltrata, tutti in famiglia erano già a letto, tranne io e mio padre, per anni è stata per noi due una sorta di personalissima tradizione, ora, col senno di poi, è uno dei più bei ricordi d’infanzia che mi lega a lui.
  • Cosa ti piace di questa manifestazione?
    Praticamente tutto: da dove comincio? Per prima cosa è uno show che ha saputo reinventarsi di continuo, confrontare una delle ultime 4 o 5 edizioni con l’Eurofestival del 1994 o del 1995 è praticamente impossibile, sono 2 programmi completamente diversi, si può dire lo stesso del Festival di Sanremo del 1995 e quello del 2008? Da sempre mette al centro solo ed esclusivamente la musica; il ritmo della messa in onda è veloce e serrato, praticamente non ci sono interruzioni, e il rito delle votazioni finali è incredibilmente emozionante. Guardare l’Eurovision Song Contest da casa, o avere la fortuna di viverlo dal vivo, ti restituisce sempre e comunque l’emozione unica di una sorte di Olimpiade della musica, ogni paese tifa, sostiene e promuove se stesso, il proprio rappresentante e la propria musica, trovo meraviglioso far parte per una sera di un evento che unisce più di 40 popoli, sapere che nello stesso momento alla stessa ora, 150 milioni di persone sparse per tutta Europa, ed oltre, stanno facendo la medesima cosa, lo trovo incredibile, assolutamente fantastico.

Come non concordare con le parole di Daniel.. l’Eurovision Song Contest non è a caso l’evento (e non solo musicale!) più seguito in Europa: solo lo scorso anno sono stati 125 milioni i telespettatori (senza contare tutti quelli che lo seguono in un bar o in gruppo..) a cui vanno ad aggiungersi quelli della diretta streaming, unica fonte al momento insieme al satellite e poche altre eccezioni locali che hanno gli italiani per seguirlo (QUI una guida su dove seguire l’evento anno per anno). Appuntamento dunque, per tutti i curiosi, sabato 17 aprile alle 18:15 a Torino.. e per il 25, 27 e 29 Maggio 2010 per la diretta da Oslo!


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