“Big 4” Story: la Francia

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Gente che balla e dimentica i problemi. Curiosa scelta, quella della Francia per l’Eurofestival. Ma come la Francia abbia dovuto “ripiegare” su questo giovane congolese di nome Jessy Matador l’avevamo spiegato qui. L’ultima delle big 4 è la Francia e “Allez Ola Olè” si avvia con ogni probabilità ad avere un gran successo questa estate ma anche con altrettanta probabilità a chiudere la rassegna in uno degli ultimi cinque posti. E ci dispiace moltissimo, perchè la tv francese, dopo l’ottavo posto della signora Patricia Kaas dell’anno scorso, stava facendo le cose in grande, poi qualcosa s’è rotto e siamo arrivati a Matador.

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Cinque vittorie, l’ultima nel 1977, la Francia però non va sul podio dal 1991 e l’ultimo risultato nei primi cinque posti è del 2002. E sia chiaro, non è sempre stata colpa delle scelte (qualche volta si, più spesso no.). L’esordio è nella prima edizione, anno 1956. Due canzoni in gara: “Il est la” di Danny Dauberson e “Le temps perdu” di Mathè Altery, entrambe già dal podio. Seconda nel 1957, la prima vittoria invece, è del 1958: “Dors mon amour” di Andrè Claveau, cui segue un terzo posto (“Oui Oui Oui” di Jean Philippe” del 1959) e la vittoria ancora nel 1960 con “Tom Pilibi” di Jacqueline Boyer

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Vince ancora nel 1962 Isabel Aubret e “Un prémier amour“, quindi tre  terzi posti (1965, 1967 e 1968), poi ancora vittoria nel 1969, nel famoso arrivo a quattro, con un’artiste divenute famosissima (e passata poi anche da Sanremo): la marocchina Frida Boccara con “Un jour un enfant”: la canzone è stata coverizzata in varie lingue (fra cui lo svedese) e lei come detto, ha spiccato il volo.

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Secondo posto nel 1976 poi come detto, l’ultima vittoria, anno 1977, con un artista di origine portoghese: Marie Myriam e la sua “L’oiseau et l’enfants”. Poi cominciano gli anni grami. Nonostante tre terzi posti (1978, 1979, e 1981), arrivano diversi flop clamorosi. Un esempio è quello del 1986. La Francia schiera le Cocktail Chic, un gruppo popolarissimo (due sorelle e due cugine) da oltre vent’anni sulla scena ma la loro ruffianissime “Européennes” arriva terzultima. E’ solo un antipasto dei disastri che verranno.

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Nel 1989 lo “scandalo” è Nathalie Paque, (di nazionalità belga) che quando sale sul palco – fra l’altro come favorita per la vittoria finale – ha solo 12 anni: è la più giovane cantante in gara della storia: “J’ai volè la vie” viene boicottata quel tanto che basta per farla arrivare ottava (l’altra dodicenne in gara, l’israeliana Gili è di qualche mese pià grande). I due secondi posti di Joelle Ursull (“White and black blues“) e Amina (“C’è est le dernier qui a parlè qui a raison”) nel 1990 e 1991 sono gli ultimi podi. La canzone di Joelle Ursull porta la firma nientemeno che di Serge Gainsbourg.

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I due penultimi posti del 1998 con “Où aller” di Marie Line e del 2000 con “On aura le ciel” di Sofia Mestari, sono il punto più basso della storia francese, mentre gli ultimi due risultati di rilievo sono il quarto posto di “Je n’ai que mon ame” della canadese Natasha Saint Pier nel 2001 ed il quinto l’anno dopo di “Il faut du temps” di Sandrine Francois. Poi una lunga serie di fiaschi. A volte immeritati. Come il 15. posto nel 2004 del belga di origine basca Jonathan Cerrada, fresco vincitore di Nouvelle Star: “A chaque pas” è bella e meritava di più.

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In tempi recenti, sono andati male anche due pezzi che a noi invece fanno impazzire: “L’amour à la francaise” dei Les Fatlas Picards, una sorta di Elio e le storie Tese francesi, ma più rock, è arrivata terzultima (ma loro continuano ad essere famosissimi e vendutissimi in patria): notare i vestitini rosa schocking firmati Jean Paul Gaultier. Nel 2008 invece “Divine“, primo ed unico pezzo in inglese della storia francese, eseguito dal cantautore Sebastien Tellier, uno dei migliori della scena alternativa europea, è arrivata solo diciottesima, ma il pezzo ha fatto il giro d’Europa, arrivando anche da noi, dove è stato persino usata in uno spot pubblicitario. Pezzi veramente “avanti” e coraggiosi. Del brano di Tellier vi invitiamo a gustarvi l’esecuzione a Belgrado. Uno spasso assoluto.


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Emanuele Lombardini

Giornalista, ternano, cittadino d'Europa

Una risposta

  1. Ranma25783 ha detto:

    segnalo anche un meritatissimo disastro 2006: Virginie Pouchain, Il etait temps.

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