Pastora Soler si racconta per noi: “La mia semplicità vi conquisterà”
La Spagna ha scelto il rosso ed il calore di Pastora Soler. La cantante sivigliana, autentica regina della copla, lo stile musicale derivato dalle omonime composizioni popolari in rima tipiche dell’Andalusia, si tuffa nel tempio del pop per cercare di aumentare la sua popolarità, che in Spagna, America Latina e molti altri paesi extraeuropei è già altissima. Nel frattempo, si concede ad Eurofestival News per una intervista che la farà conoscere meglio agli appassionati italiani.
Lei è un nome famosissimo nel mondo: dal 1994 ad oggi, la sua popolarità è cresciuta disco dopo disco in Europa e Sud America. Come è nata la sua passione per la musica ed in particolar modo per la copla ed il flamenco?
La musica mi ha catturato sin da quando ero piccola e questi erano i generi che io ascoltavo in casa, da bambina e ho scoperto che mi piaceva cantarlo. Così è cominciato tutto ed ora eccomi qua…
Come è nato il suo nome artistico?
Quando avevo 15 anni venne a Siviglia a conoscermi Luis Sanz, un celebre produttore musicale: grazie a lui ho firmato il mio primo contratto ed ho inciso il mio primo disco. Lui pensava che sarebbe stato meglio avere un nome artistico che fosse più forte di quello di battesimo…e mi battezzò Pastora Soler.
Nonostante gli eccezionali riscontri di vendita di tutti i suoi dischi, lei è un nome relativamente poco noto nel panorama del pop. L’Eurovision Song Contest è principalmente la festa del pop: pensa che questo possa svantaggiarla in qualche modo?
No, perché nonostante le mie radici restino legate alla musica popolare, è da diverso tempo che faccio dischi anche utilizzando la musica pop. E comunque il brano che porterò sarà proprio una ballata pop.
Cosa si attende dalla sua partecipazione europea? Ha più paura o più emozione?
Entrambe le cose, direi. Mi sto godendo ogni singolo momento, già da adesso che la rassegna non è ancora partita. Il mio obiettivo è godermi tutto.
La Spagna non vince dal 1969 e negli ultimi anni il miglior risultato è stato il dodicesimo posto di Daniel Diges nel 2010. Per quale motivo secondo lei la Spagna, uno dei paesi leader della musica pop europea, fatica a fare un risultato?
Non so quali siano stati i motivi, credo che tutti i rappresentanti spagnoli lo abbiamo fatto al meglio delle loro possibilità. Bisogna sempre puntare su una canzone di qualità e fare una buona esibizione: è quello che voglio fare io, senza preoccuparmi del piazzamento in classifica.
Per quanto riguarda la sua esibizione, saranno previsti ballerini o musicisti?
Non lo so ancora, dipende dalla canzone che sarà scelta, ogni canzone ha una messa in scena. Da parte mia, qualunque sarà la scelta, voglio portare sul palco la semplicità e l’eleganza.
Il prossimo 3 marzo sarà scelta la sua canzone e voci parlano di brani scritti da artisti di spessore come Pablo Alboran, Manuel Carrasco, Vanesa Martin y José Abraham. In che modo sarà scelta la canzone per Baku?
I brani si potranno ascoltare sul web nel sito di RTVE: due li sceglierà la mia equipe, mentre il terzo motivo del galà finale sarà scelto dal pubblico della rete. Il terzo giorno del galà canterò i motivi prescelti e alla fine uscirà la canzone per Baku tramite il voto telefonico e una giuria tecnica.
L’Italia è tornata l’anno scorso dopo 14 anni, con uno splendido secondo posto di Raphael Gualazzi. Come le è sembrata la sua canzone. Le piace la musica italiana?
Mi è piaciuta molto la canzone, la sua voce e come l’ha interpretata: tutto molto musicale, puro e semplice. La musica italiana? E’ bellissima. Adoro le canzoni di Mina e Milva.
Parliamo del suo album “Una muyer como yo”: ci sarà un riedizione con i tre brani della selezione eurovisiva? Avremo la possibilità di acquistarlo in Italia?
Molto dipenderà dalla canzone, ancora non so come ci regoleremo. Di sicuro mi piacerebbe che venisse pubblicato in Italia: amo il vostro paese, la sua storia e la vostra sensibilità musicale.
Come si sta preparando per l’Eurovision Song Contest? Farà un tour promozionale? Verrà in Italia?
Ci stiamo organizzando, ma chiaramente molto dipenderà dalla canzone che sarà scelta. Se faremo un tour in giro per l’Europa, è chiaro che l’Italia non potrà mancare.
Infine, l’Eurovision visto da Pastora Soler. Cosa pensa delle edizioni passate? Quali sono le sue canzoni preferite?
Non l’ho seguito molto negli anni passati, però conosco le canzoni. Adoro moltissimo Waterloo degli Abba.
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