Eurovision Rewind/Gli anni d’oro/9: 1978
La vittoria di Marie Myriam riporta in Francia la manifestazione canora europea, ma stavolta la sede prescelta è il Palazzo dei Congressi di Parigi, inaugurato solo quattro anni prima, alla sua prima passerella internazionale. Forse è per questo che vengono istituite particolari misure di sicurezza a causa della presenza della delegazione israeliana, peraltro in contemporanea con quella turca, al rientro: ci sono addirittura i gendarmi a guardia della location.
Edizione non straordinaria sul fronte delle canzoni ma ricca di colpi di scena. Come ad esempio la prima vittoria proprio di Israele, con la filastrocca “A Ba Ni Bi” di Izhar Cohen & Alphabeta. La trasmissione è irradiata in 33 paesi e vista da 250 milioni di persone: fra i paesi che la trasmettono c’è anche la Giordania, che non riconosce lo stato israeliano. Così la tv di Amman per prima cosa interrompe la diretta quando ormai è chiara la vittoria degli israeliani: al posto del resto della diretta va in onda un mazzo di narcisi e il giorno dopo viene annunciato dalla tv nazionale che a vincere era stato “L’amour ca fait chanter la vie” di Jean Vallée, del Belgio, in realtà secondo davanti al portacolori di casa Joel Prevost con “Il aura toujours des violons“.
httpv://www.youtube.com/watch?v=Q8IDx4Hmzho
Il big della manifestazione si chiama Olivier Toussaint, è francese ed insieme a Caline rappresenta Monaco con “Les Jardins de Monaco”, forse il brano migliore in concorso: cantautore, nell’anno precedente aveva scritto insieme a Paul De Senneville (oltre al brano monegasco 1977), la celebre “Ballade pour Adeline”, per Richard Clayderman, brano strumentale che sino a tutto il 1979 venderà 22 milioni di copie in 38 paesi del mondo. Sfiorerà il podio.
L’Italia non brilla: i Ricchi e Poveri, ancora quartetto, che incidono per la Fonit Cetra, l’etichetta della Rai, vengono spediti a Parigi al posto dei Matia Bazar, vincitori di Sanremo. Per loro è l’occasione di un rilancio in un momento di calo di consensi e vanno con entusiasmo a Parigi, ma ben presto si ritroveranno senza la collaborazione della tv di stato, praticamente assente in Francia e non riusciranno a mettersi in evidenza, peraltro mal supportati da un pezzo, “Questo amore” non proprio fra i migliori della loro produzione: saranno dodicesmi
httpv://www.youtube.com/watch?v=572V7UbApwM
A parte la citata Francia, è un’annata nera per gli altri big: la migliore è la Germania, sesta con “Feuer” di Ireen Sheer. La Spagna invece si fa battere…dalle spagnole. “Bailemos un vals” di Josè Velez è nono, superato dalle Baccara, le altre big della manifestazione. Reduci dal successo di vendite di “Yes sir I can boogie“ del 1977 (18 milioni di copie), le due giovani iberiche sono in gara al soldo del Lussemburgo: la loro “Parlez vous francais?” è appena settima, uno smacco per il Granducato, che puntava almeno al podio.
L’altra canzone da segnalare è l’originale “Born to sing” del canadese Colm Wilkinson, in gara per l’Irlanda, quinta, ben davanti a “The bad old days” degli inglesi Co-Co, appena undicesimi. Avrebbe meritato di più la Svizzera, la cui delicata “Vivre” di Carole Vinci, chiude anch’essa nona. Segnalazione infine anche per “It’s ok” degli olandesi Harmony, tredicesimi e per gli austriaci Springtime con “Mrs Caroline Robinson”, quindicesimi. Per rivedere l’intero contest potete andare qui, per approfondire la rassegna c’è un volume tutto italiano.
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