Eurosong, gli ascolti tv e intervista esclusiva a Sandy Altermatt
E’ uno dei volti della Radiotelevisione Svizzera Italiana (RSI) che questo sabato ha accompagnato i telespettatori ticinesi, ma anche quelli italiani che ricevono il segnale de La2, nella diretta dalla Bodensee-Arena di Kreuzlingen della finale di Eurosong, con cui è stato selezionato il rappresentante svizzero (L’Esercito della Salvezza per la precisione) per l’Eurovision Song Contest 2013. Parliamo di Sandy Altermatt, che oggi abbiamo il piacere di intervistare in esclusiva per Eurofestival NEWS.
EN – Buongiorno Sandy, intanto ti ringraziamo per la tua disponibilità. Di te sappiamo che lavori dal ’93 per RSI (la tv svizzera in lingua italiana) e che tra le tue tante esperienze, dal 2006 al 2010 hai commentato l’Eurovision Song Contest. Come è stata la tua prima volta dietro un microfono a raccontare quello che è l’evento musicale più seguito nel mondo? E che ci dici dell’atmosfera che si respira tutto intorno all’ESC?
Sandy – Credo che non poteva andare meglio. Atene, 2006, città meravigliosa, spettacolo iniziale strepitoso con i riferimenti alla mitologia greca, dei che volavano, altri che si trasformavano, una cosa mai vista. Credo che fino ad oggi rimane una delle aperture più belle a cui ho potuto assistere. Il finale poi, non parliamone! Erano anni che non seguivo l’Eurosvison Song Contest e devo dire che veder vincere i Lordi (foto in basso) è stato per me un inizio di fuoco, in tutti i sensi! Ammetto che avevo un debole per loro dal primo momento in cui li ho visti alla festa d’inaugurazione della settimana Eurovision. Sono stati coraggiosi e hanno dimostrato un grande senso dello spettacolo mettendosi in gioco così tanto.
EN – Hai sempre seguito l’evento dal luogo in cui avveniva o, come succede in Italia, commentato da studio, lontana dal palco e dal grande pubblico dell’Eurovision?
Sandy – Sempre dal luogo in cui avveniva. Credo sia molto difficile commentare un evento così fuori dal comune senza essere lì. Non c’è niente come l’Eurovision Song Contest. poi l’ambiente, le feste, i pettegolezzi, le previsioni, i complotti, i colleghi commentatori… Sono tutti ingredienti che aiutano il nostro lavoro, è importante raccontare cose che restando a casa non si verrebbero mai a sapere.
EN – Come hai conosciuto l’Eurovision? Solo per lavoro o magari eri già appassionata dalla rasssegna?
Sandy – Sono per metà Svizzero Tedesca e sono praticamente cresciuta con Eurosong. Congratulations, Save your kisses for me, o non ho l’età, sono canzoni che quando ero piccola a casa mia si cantavano regolarmente, cucinando, viaggiando in auto. Io non sapevo nemmeno da dove venissero queste canzoni. Poi ricordo anche di aver guardato il programma alla televisione, una volta più grandicella. Era un evento imperdibile soprattutto per mio papà. La sigla dell’Eurovisione, ancora oggi mi riporta a quando ero bambina in pochi secondi.
EN – Raccontaci, come vedono i ticinesi l’Eurovision, quale importanza e considerazione danno a questa rassegna rispetto ai francofoni e agli svizzeri di lingua tedesca?
Sandy – Ecco, anche se praticamente ho sempre vissuto a Lugano, essendo io cresciuta in un altro ambiente, credo che gli Svizzero Tedeschi siano più legati all’Eurovision, anche se la prima edizione si è tenuta a Lugano, sulla falsa riga dell’allora Festival di Sanremo e una delle due vincite la dobbiamo all’ormai scomparsa Nella Martinetti, cantante e autrice ticinese, che aveva scritto “Ne partez pas sans moi” per Celine Dion. Non posso parlare per i romandi. Per i ticinesi è difficile dirlo. Sicuramente è un programma particolare, che fa parte del vissuto di una generazione prima della nostra.
EN – Quale percezione hai di questo show, della musica proposta e del perchè la Svizzera fatica a raggiungere la finale, cosa dovrebbe fare/che tipo di canzoni portare per accedere in finale?
Sandy – Questa è una domanda che si pongono in molti, e sinceramente non credo ci sia una risposta concreta. Da quando ho ricominciato a seguirlo, dunque dal 2006, ho visto esibizioni diametralmente opposte a rappresentare la Svizzera. E altrettanto diametralmente opposte sono state le vincite. Dopo aver visto vincere i Lordi, Marija Šerifović, Dima Bilan, Alexander Rybak e Lena, ho capito che non ci sono regole per vincere, che ogni anno ci sono delle tendenze diverse e che i telespettatori cambiano gusti, come è giusto che sia. Ho capito anche che la Svizzera è piccola, e anche se gli emigrati svizzeri esistono, non saranno mai abbastanza per farci vincere. E’ evidente che oltre alla canzone c’è il sostegno fra paesi “amici”, come quelli dell’est o quelli del nord. Quando è tornata in gara l’Italia speravo in qualche voto in più… Ma non è arrivato.
EN – Noi, lo ammettiamo, tifavamo un pochino per Chiara Dubey – e per le sue qualità canore – Sandy invece per chi tifava realmente sabato sera?
Sandy – Non ve lo dirò mai!!! A parte gli scherzi, ammetto che quando sono lì, è più il mio cuore professionale che parla rispetto a quello personale, cerco sempre di immaginare cosa vuole la gente che guarda e che tipo di biglietto da visita vuole mandare sul palco più grande d’Europa. La canzone di Ally forse restava un po’ più impressa, una di quelle che ti porti dietro tutto il giorno. Di Chiara invece ti restava la splendida voce e l’immagine incantata. A me piacevano loro due!
EN – Hai un aneddoto da raccontarci dei tuoi anni di commento dell’Eurovision?
Sandy – Oh sì. L’incontro con Jean Paul Gaultier, mio stilista preferito in assoluto. Faceva il commentatore ospite per la tv francese nel 2008. L’ho rincorso per tutto lo stadio e gli ho fatto firmare l’astuccio del suo/mio profumo che uso da anni (foto a sx, per ingrandire cliccarci sopra). E’ stato carinissimo, gentile e disponibile!
E poi quando il regista dell’edizione norvegese mi ha voluta per fare la sigla iniziale del suo programma. E’ stato stupendo!! Eccomi qui, sono la mamma! [ di seguito lo speciale opening della finale dell’Eurovision Song Contest 2010 ad Oslo, nei primi secondi è possibile riconoscere proprio Sandy ]
http://youtu.be/IWQnuZycT68
EN – Chiudiamo con una curiosità che magari ci potrai togliere già ora: avremo il piacere di riascoltarti a maggio su RSI per il commento dell’Eurovision?
Sandy – Ho fatto 5 edizioni e questa finale svizzera. Mi piacerebbe che anche qualche mio collega abbia la possibilità di vivere questa incredibile esperienza. Non vi so rispondere, maggio è ancora molto lontano per me.
Nell’attesa di scoprire se sarà ancora lei o meno a commentare per RSI l’ESC 2013, ringraziamo nuovamente Sandy Altermatt per aver accettato di essere nostra “ospite” e raccontato alcuni aneddoti della sua esperienza con l’Eurovision. Di seguito gli ascolti della finale svizzera di Eurosong di sabato 15 dicembre:
- SRF 1 (Svizzera Tedesca) – 319mila telespettatori e il 19.8% di quota di mercato.
- RTS deux (Svizzera Romanda) – 57mila telespettatori e il 12.4% di quota di mercato.
- RSI La2 (Svizzera Italiana) – 6mila e il 5.9% di quota di mercato.
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Good job, Alex
Quasi 400.000 persone su 8 milioni, un po’ meno di 1/16 della popolazione: onestamente mi sembra poco per un Paese che non ha mai abbandonato l’Eurovision Song Contest, spero che questa quota aumenti negli anni a venire…
Comunque la commentatrice sbaglia per quanto riguarda il mancato sostegno dell’Italia alla Svizzera, dato che i Sinplus dal nostro Paese hanno ricevuto 8 punti.
Probabilmente sperava semplicemente qualcosa in più.. come noi da altri paesi ;)