Svizzera: il commento dell’ESC ad Alessandro Bertoglio (RSI). L’intervista.
Anche negli anni in cui l’Italia non ha partecipato all’Eurovision Song Contest e non ha trasmesso l’evento, nelle zone limitrofe al confine con la Svizzera, diversi italiani hanno potuto ugualmente seguirlo in diretta tv grazie alla copertura mediatica e ai commenti in diretta sulla RSI (la tv pubblica della Svizzera Italiana). Oggi vi sveliamo chi sarà a commentare per i ticinesi (naturalmente nella nostra lingua) l’Eurovision Song Contest e lo abbiamo intervistato: parliamo di Alessandro Bertoglio, speaker del canale radiofonico Rete Tre. Per conoscerlo meglio abbiamo chiesto proprio a lui di raccontarci le sue esperienze professionali, il suo lavoro all’interno di RSI e come è arrivato a commentare questa edizione dell’ESC.
Alessandro Bertoglio – Ho 45 anni, vivo tra Como e Lugano, e amo da sempre il cinema, la musica e soprattutto la radio; anche se ho cominciato scrivendo per dei quotidiani, da freelance, sia per testate della Svizzera Italiana sia italiane. Lavoro per la RSI dal 2000, per Rete Tre in particolare che è il canale radiofonico dedicato al target più giovanile. La proposta di commentare ESC mi è arrivata dopo aver commentato lo scorso anno, con Sandy Altermatt il Jubilee Concert della Regina Elisabetta e con Clarissa Tami la finale di “The Voice of Switzerland“. Ma probabilmente anche per tanti anni di esperienza sanremese: i Festival sono eventi abbastanza totalizzanti, quando li frequenti sai che hai tantissime cose da seguire per essere il più preciso possibile quando racconti al pubblico lo spettacolo che stai vivendo. E indubbiamente ESC è uno dei più grandi show musicali che ci siano, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti. E’ un evento che per chi ama scoprire la musica e i personaggi, è imprescindibile.
EN – Segui da molto tempo l’ESC? Saprai che gli italiani ancora non conoscono bene l’Eurovision (anche per la nostra lunga assenza). Tu eri tra questi o lavorare in RSI ti ha avvicinato molto di più a questo evento ?
Alessandro – Ho ricordi di quando ancora la RAI lo diffondeva e comunque, abitando in fascia di confine, la RSI è sempre stata presente e molto attiva sulla copertura della manifestazione. Non ricordo la vittoria degli ABBA nel 1974, ma a casa mia c’è una copia del 45 giri dei Brotherhood of Man che vinsero nel 1976: merito di papà, che molto del mio amore per la musica me lo ha trasmesso. Poi ovviamente Battiato e Alice, Cutugno che vince, Celine Dion… Mi spiace che in Italia l’ESC sia un evento di nicchia, ma sinceramente chi fa queste scelte lo fa per motivi che non mi sento di giudicare. Io sono felice che la RSI abbia continuato a sostenere la manifestazione ed orgoglioso di essere stato scelto per commentare questa edizione.
EN – Come vedono/vivono i ticinesi – rispetto agli altri svizzeri – l’Eurovision Song Contest?
Alessandro – In Svizzera, e nella regione italofona in particolare, c’è tanta voglia di musica e tantissima musica di qualità. Ci sono giovani e giovanissimi che scrivono pezzi superlativi: non a caso la nostra radio diffonde con grande piacere oltre il 10% di brani di produzione nazionale. Lo scorso anno i Sinplus, locarnesi, hanno avuto la meritata fortuna di essere i portabandiera nazionali a Baku, e se la sono giocata benissimo. Il loro “Unbreakable” è un brano di respiro internazionale, hanno fatto una bellissima figura, e con loro tutta la musica rossocrociata. Non essere arrivati alla finale è un peccato ma soprattutto un limite dei meccanismi di voto. Ma noi li abbiamo seguiti con grande passione e tifo. Che quest’anno convoglieremo sui Takasa: sperando prima o poi di giocarcela fino in fondo. Magari già da quest’anno, la loro canzone è molto orecchiabile.
EN – Hai già ascoltato tutti i brani in gara? Ce ne è uno (o più di uno) che stai apprezzando particolarmente?
Alessandro – In questi giorni sto cominciando a concedermi un ascolto approfondito dei brani che gareggeranno a Malmö: non ho moltissimo tempo, perché ho anche i normali programmi da gestire. Ma trovo che ci siano diversi brani che potrebbero tranquillamente conquistare la programmazione delle radio. Non mi sbilancio, perché voglio prima capire (e vivere) cosa succede nei giorni dell’ESC. Ci sono artisti più noti (Bonnie Tyler, Anouk, Marco Mengoni…) ma la storia insegna che non sempre il “nome” fa la differenza. E la globalizzazione anche della musica, con tanti artisti che cantano in inglese, complica ancora di più le scelte. Il mio desiderio è quello di vivere di persona un’edizione nella quale più che con gli occhi, magari puntati sulla bandiera nazionale, si ragionasse con le orecchie, con l’emozione che la musica sa dare. A volte capita, ed è la magia di ESC.
EN – Sappiamo che eri a Sanremo durante l’ultimo Festival della canzone italiana: hai sentito Mengoni dal vivo, cosa pensi farà a Malmo/Come se la caverà?
Alessandro – Io sono un rockettaro impenitente, cresciuto a Dylan, Springsteen, Pink Floyd, Dire Straits. Ho i miei scheletri nell’armadio (adoro i Duran Duran) quindi non mi vergogno assolutamente di dire che quando in prova ho sentito “L’essenziale“, che poi è stata la prima canzone in assoluto eseguita in diretta a Sanremo… mi è piaciuta all’istante. Mengoni secondo me ha una voce davvero notevole, anche se dovrebbe “ammaestrarla” ancora un po’: e lo dimostra la disorganicità del suo album. Che probabilmente rispecchia la timidezza del personaggio: se riuscirà a prendere consapevolezza dei suoi mezzi ed avere le canzoni giuste, potrebbe avere una carriera davvero importante, anche a livello internazionale.
EN – Tornando alla Svizzera (e i suoi risultati alterni, con la Rossinelli unica finalista dal 2006…): cosa pensi dell’Esercito della Salvezza, ops dei Takasa?
Alessandro – “You and Me” è un pezzo frizzante, brioso e assolutamente coinvolgente. Credo che abbia qualche possibilità di piacere a molti. In realtà le finali nazionali svizzere, sono un piccolo ESC rossocrociato: ogni anno si sfidano le proposte di un paese bellissimo e molto variegato, plurilingue e con influenze culturali diversissime. Questa è una ricchezza sociale che poche comunità al mondo possono vantare, che si riflette anche in una varietà di proposte musicali impensabile per chi non conosce la Svizzera. Al movimento musicale interno servirebbe una visibilità maggiore: io spero che i Takasa siano in grado di fare da rompighiaccio e riportarci in finale. Se non andasse così, mi permetto di dare un suggerimento, un portale nazionale che permette di scoprire a chiunque quanta bella musica si fa in Svizzera: si chiama Mx3.ch ed è ricco di vere perle di tantissimi generi.
httpv://youtu.be/fBGpqq2LFSQ
EN – Se dovessi descrivere con due diversi aggettivi i Takasa e il “nostro” Marco Mengoni, quali useresti per ognuno di loro?
Alessandro – Mi stai chiedendo di mescolare acqua e olio, te ne rendi conto? Da un lato c’è una band che nasce per divertirsi facendo musica e veicolare un messaggio sociale; dall’altro c’è un artista che cerca di dare un nuovo e più moderno significato alla tradizione melodica italiana, mescolandola con il rock e i suoni più moderni. Nel loro specifico sono entrambi “appassionanti“. Ti piace?
EN – Per quanto riguarda la trasmissione dell’evento, ci sarà anche la diretta radiofonica delle semifinali e della finale in RSI? Se si, su che rete?
Alessandro – La RSI, che è la Radiotelevisione di lingua italiana, diffonderà in diretta la semifinale del 16 maggio e la finale del 18. Alla radio garantiremo una copertura con dei collegamenti durante il giorno, per raccontare cosa succede a Malmö in questi giorni frenetici e pieni di musica. Poi garantiremo la giusta copertura multimediale e “social”, con Facebook e Twitter (che offre un modo divertentissimo per condividere la visione – e le opinioni a caldo – su un evento internazionale di questo genere).
EN – Dal 14 maggio (a differenza di quanto succede per i nostri commentatori), avrai il piacere di commentare l’ESC dal vivo, dalla Malmö Arena. Diamogli qualche motivo per invidiarti (o meno) in quei giorni…
Alessandro – Io non sto nella pelle: mi piace tantissimo vivere sul campo queste manifestazioni, anche se sono consapevole che si lavora tantissimo, oltre alle 3 ore di commento. Anzi è la raccolta di notizie e curiosità la parte più impegnativa. Certo che poi hai anche modo di conoscere molti artisti e molte culture differenti. Quindi sì, invidiatemi pure…! Nel mio piccolo, spero di riuscire a trasmettere quello che vedo e percepisco nella maniera migliore: cercare di raccontare a tutti i telespettatori e radioascoltatori le emozioni che si vivono in questi giorni. Non è facile come dirlo…
Non ci resta che fare un in bocca al lupo ad Alessandro per la diretta da Malmö (che i più vicini al confine svizzero potranno anche seguire in tv) e attendere il 18 di Maggio per scoprire il voting svizzero e quanto è stato apprezzato dai nostri “vicini di casa” il brano di Marco Mengoni.
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No, non c’è alcun obbligo di trasmissione in radio, soltanto in tv. La Rai non trasmetterà l’evento in radio, ma Radio 2 fornisce tutti e 4 i commentatori….
Ma la RAI trasmetterà l’ESC anche in radio e se si, in quale? Teoricamente sarebbe obbligato a farlo, vero? Anche se, comunque, sappiamo come funzionano le cose riguardo all’ESC in casa RAI…