Marco Mengoni: “#PRONTOACORRERE verso l’Eurovision”

Non è ancora il tempo di imbarcarsi sul volo per la Svezia, ma Marco Mengoni sta già scaldando i motori. Fra un appuntamento e l’altro, alla vigilia dell’avvio del tour (stasera a Milano, al Teatro degli Arcimboldi), il cantante di Ronciglione si concede ad Eurofestival NEWS, per raccontare un po’ il suo mondo e anche il suo approccio all’appuntamento eurovisivo.

_MG_9981 - dal video pronto a correre

Sempre di corsa, sempre #PRONTOACORRERE, come il titolo del suo album: “E come da quattro anni a questa parte – esordisce Mengoni – ci sono sempre stati dei passaggi di testimone veloci… Certo quest’anno è cominciato in maniera molto importante, con Sanremo e adesso prosegue ancora più forte”.

La tappa zero del suo “L’essenziale tour“, a Civitanova Marche è stata come una sorta di lungo soundcheck in vista del debutto di stasera. In rete si sprecano i commenti positivi dei fan, ma Marco Mengoni è un perfezionista:

“Ho trovato delle piccole pecche da sistemare – spiega – ma è perché io sul lavoro sono perfettino. Comunque aggiusteremo il tiro, le date zero servono a questo. Tengo molto a questo tour e spero che piaccia, parte da un progetto importante, quello che sta dietro all’album e che mi ha permesso di arrivare a raggiungere il disco d’oro  (e il singolo di lancio “L’essenziale”, multiplatino, si avvia alle centomila copie ndr). Si chiama “L’essenziale tour” ma in realtà di essenziale c’è ben poco, nel mio vocabolario “essenziale” vuol dire che  abbiamo limitato un po’ le idee da portare sul palco e che altre sono rimaste nel cassetto,portiamo hanno tanto da offrire.”

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Debutto a Milano, poi giro al concerto di Radio Italia, sempre nel capoluogo lombardo, poi via, destinazione Malmö. Dove troverà in versione molto più grande quello che ha già vissuto in parte ad Amsterdam, al tradizionale “vernissage” organizzato da Ogae Nederland col patrocinio dell’Ebu:

“Bella esperienza davvero, quella di Amsterdam – racconta Mengoni – intanto ho avuto modo di conoscere alcuni degli altri cantanti e di ascoltare  le loro canzoni. Ma mi è piaciuto soprattutto il fatto di comunione, dell’essere tutti lì per un solo scopo, per fare musica. Personalmente non ho sentito alcuna pressione. E’ vero che non c’era la gara ma comunque  si è lì per promuoversi. Sono stati tutti molto gentili, organizzazione ottima, a partire dalle richieste: ci hanno fatto mettere per iscritto ciò che volevamo sul palco, come volevamo fosse allestito. Mi piace molto questo approccio open minded”.

Di sicuro c’è che Marco Mengoni arriverà in Svezia portandosi dietro la scia positiva di commenti che hanno accompagnato la sua esibizione. Tanta gente nuova che ha fatto conoscenza della sua musica, fanpage nate all’estero e una lunga serie di apprezzamenti per il suo stile interpretativo e per la canzone:

“Sicuramente è un buon segno, un buon punto di partenza – spiega – Sono contento che piaccia, il pezzo è stato scelto anche per l’Eurovision proprio perché in Italia ha avuto un ottimo riscontro, è una produzione tutta italiana, anche nell’armonia e nell’arrangiamento, è molto melodico e ci rappresenta bene. Inoltre il testo è molto attuale perché racconta la nostra società disastrata, lanciando però un grido di speranza in un momento difficile e  parla della necessità di guardarci indietro e ripartire ritrovando i vecchi valori”.

L’avventura eurovisiva comincerà domenica 12, quando la delegazione sbarcherà in Svezia per le prime prove. E Mengoni sta già entrando nel clima. Anche se i numeri dell’Eurovision (12 mila  spettatori nell’Arena e oltre 100 milioni davanti alla tv) incutono sempre un po’ di timore:

“Ho i brividi solo al pensiero – dice – ma sarà sicuramente una esperienza incredibile. Credo che  certe esperienze vadano vissute sul campo, è lì che hai il vero termometro, il contatto con la gente. Un po’ di paura c’è, è chiaro, perché sono solo e uno solo non basta a rappresentare la musica di un Paese. Però ce la metterò tutta, questo è chiaro, andrò sul palco come se fosse l’ultima volta. E’ il modo migliore per affrontare queste situazioni. Il resto poi non conta”.  O meglio, qualcosa che conta c’è: “Conta la performance, più del risultato. Poi è chiaro che se viene, meglio. Conta esserci, partecipare. Come diceva Giorgio Gaber, un grande della nostra musica, ‘Libertà è partecipazione’. Io come altri mi batto per la libertà e sono contento di esserci. Poi sarà quel che sarà”.


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Emanuele Lombardini

Giornalista, ternano, cittadino d'Europa

4 Risposte

  1. Ema ha detto:

    Ma posterete su Facebook o qui sul sito il filmato di Mengoni a The Voice che parla dell’ESC?

  2. Storm75 ha detto:

    si, sono contento anch’io per lui anche se è un pò un peccato il fatto che non sappia parlare meglio l’inglese!! Speriamo ci faccia fare bella figura e si piazzi in top 10, anche se personalmente dopo aver sentito #prontoacorrere avrei preferito questa di canzone da portare all’ESC, molto + internazionale a mio avviso!

  3. Francesco ha detto:

    Ho visto un po’ di interviste che gli hanno fatto i vari blog e ho notato che ci sta mettendo impegno per questa Eurovision. Si è reso conto di che cosa grossa sia e non la sta prendendo sottogamba.
    Bravo.

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