ESC 1988: Luca Barbarossa e quella squalifica “che non risulta”
Piccoli casi eurovisivi nascono all’improvviso, senza che nessuno ne fosse a conoscenza prima. Quello relativo all’edizione 1988, andata in scena alla Royal Dublin Society’s Simmonscourt Pavillion, in Irlanda, riguarda addirittura l’Italia. Quell’anno c’era in gara Luca Barbarossa, con il brano “Ti scrivo”, che chiuse al dodicesimo posto insieme a “Stad I Ljus” dello svedese Tommy Korberg. Almeno secondo le classifiche ufficiali.
Perchè invece secondo Luca Barbarossa, le cose sono andate diversamente. Una squalifica a posteriori. Oggi Luca Barbarossa la racconta a nel dettaglio noi di Eurofestival News e per la nuova edizione del libro “Good Evening Europe” attualmente in lavorazione (qui trovate disponibile ancora l’ultima versione): “Avevo appena pubblicato il mio album “Non tutti gli uomini” e non avevo avuto tempo di comporre un inedito per l’Eurofestival. Così decidemmo di partecipare con una delle canzoni contenute nel disco: Vivo. Per precauzione cambiammo il titolo in “Ti scrivo”. Lì a Dublino ne incisi poi anche una versione in inglese. Non ci furono problemi ma poi una volta in Italia, due mesi dopo, arrivò una comunicazione di squalifica con tanto di lettera ufficiale, poiché il brano risultava già pubblicato“. Ovviamente abbiamo rilanciato la palla all’EBU, visto che di questa squalifica in giro non c’è traccia, ma per ora dall’ente organizzatore non sono arrivate risposte. In ogni caso va detto che, rispetto ad oggi, allora i brani dovevano essere completamente inediti. Sulla vicenda, vi terremo informati, certo è che sarebbe un caso clamoroso, soprattutto per le modalità della eventuale effettiva squalifica. Per ora e in attesa di notizie, continuiamo a far riferimento ai dati ufficiali pubblicati dall’EBU, che appunto lo danno in classifica.
La questione in ballo è stata anche l’occasione per parlare con Barbarossa un pò di quell’edizione (fra l’altro condotta sul palco da un’attrice e presentatrice di origine friulano-emiliana Michelle Rocca), che la Rai trasmesse su Rai 3, in diretta, con il commento di Daniele Piombi. Un’opportunità unica visto che l’artista romano sin qui non ne aveva parlato con alcuno: “Ero arrivato terzo a Sanremo in quell’anno – racconta Barbarossa – dietro Ranieri e Cutugno, quindi non mi aspettavo di rappresentare l’Italia all’Eurofestival. Però mi dissero che Ranieri non era disponibile per i giorni della kermesse di Dublino. Rimaneva Cutugno, secondo classificato, ma per qualche strana coincidenza scelsero me in quanto vincitore del Disco per l’Estate 1987 (la coincidenza, almeno ufficialmente fu il fatto che l’organizzazione era la stessa di Sanremo ndr). Devo confessare che per me l’Eurofestival in quel periodo non rappresentava granchè, appariva ai miei occhi una manifestazione fuori dal tempo. La musica che ascoltavo in quel periodo era lontana anni luce da quella presente in gara. Tuttavia è sempre un grande piacere, oltre che una responsabilità, rappresentare il proprio paese in un’occasione internazionale, dunque volevo in ogni caso onorare questa designazione. Tutta la delegazione italiana è sempre stata per quest’evento molto presente e disponibile, così come Daniele Piombi”.
Che Barbarossa avesse voglia di far bene, lo racconta a noi anche Daniele Piombi: “Tutta la delegazione voleva onorare l’evento – dice Piombi – a cominciare da Rai Tre che aveva bisogno di uscire un po’ dalla nicchia di pubblico nella quale viveva. Carlo De Siena, allora capostruttura Rai decise appunto di affidare alla rete l’evento, che tornava in diretta dopo diversi anni: era un po’ una scommessa, ma lui ci credeva e anche Barbarossa, che era in gara per l’Italia, seppure non fosse un novellino, sentiva molto quella gara. Ci parlai un’ora prima della diretta ed era molto teso, voleva provare a togliersi le stesse soddisfazioni che spesso si era tolto a Sanremo. Non ci riuscì, ma raccolse comunque ottimi apprezzamenti: la sua canzone era davvero molto amata dalle delegazioni presenti”.
Barbarossa, che il gran cerimoniere italiano Piombi quell’anno definì in diretta – per le sue doti sportive – “Il Maradona della Nazionale di calcio dei cantanti”, si cimentò con ironia anche nel video di presentazione della sua performance: “Una volta arrivati in Irlanda – racconta – ci fecero svegliare all’alba per andare a Cork a girare un filmato da mandare in onda la sera della manifestazione”. Nell’occasione Barbarossa sfidava il campione del mondo, appunto irlandese, di Road Bowling, una sorta di bocce giocate lanciando sfere di metallo lungo la strada: “Oltre a questo, devo dire che Dublino mi sembrò una città molto interessante ma purtroppo non ebbi tempo di visitarla come meritava”, commenta.
Sulla rassegna, oggi Barbarossa ha un’idea chiara: “Seguo poco la rassegna, ma se ogni tanto vincesse un cantante italiano mi farebbe piacere, anche perché la canzone italiana continua ad avere dei riconoscimenti internazionali che testimoniano la sua universalità, da Modugno a Ramazzotti, da Paolo Conte a Laura Pausini, Zucchero, Gianna Nannini, Tiziano Ferro e tanti altri“. Quell’anno, fra l’altro, lanciò Celine Dion, vincitrice in quota Svizzera con “Ne partez pas sans moi” e l’allora diciottenne belga di mamma siciliana Lara Fabian, quarta per il Lussemburgo con “Croire”.
httpv://www.youtube.com/watch?v=2zDMFHOVqgE
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Ricordo le sensazioni quell’anno e pensavo: canzone completamente inadeguata per questa manifestazione.
ad un certo punto Michelle saluto’ i suoi parenti in Italia, e fece il nome del paese in vivevano i suoi parenti e ed il proprio il paese in provincia di Parma dove vivevo-vivo.