L’EBU conferma: tre anni di squalifica per chi barerà sui voti
Lo scorso maggio fece molto discutere lo scandalo eurovisivo scoppiato dopo che il settimanale lituano 15 min pubblicò un video in cui alcuni rappresentanti azeri tentavano di corrompere la controparte lituana chiedendo uno scambio di voti. Nel video il piano era spiegato dettagliatamente e prevedeva il reclutamento di gruppi di 10 persone, dotandoli di diverse schede telefoniche per votare l’Azerbaijan. Si ipotizzò inoltre che il tentativo di barare i voti fu attuato dal paese caucasico in un totale di 15 nazioni, fra le quali Bielorussia, Croazia, Estonia, Lettonia, Svizzera e Ucraina.
L’Azerbaijan è senza dubbio il paese più chiacchierato degli ultimi anni all’Eurovision Song Contest. Debuttante nel 2008 con un 8° posto, in sei edizioni ha già ottenuto una vittoria nel 2011, un secondo posto nel 2013 e un terzo posto nel 2009. Senza dimenticare il quarto posto nel 2012 e il quinto nel 2010. Un palmares da record che pone molti dubbi.
Quello nato in Lituania non fu però l’unico polverone alzatosi. Nella scorsa edizione la russa Dina Garipova non ottenne alcun punto dall’Azerbaijan nonostante nel televoto azero fosse addirittura al secondo posto. La ragazza dichiarò di essere comunque contenta della posizione raggiunta (5° posto) ma il caso entrò nei palazzi della politica nel momento in cui il presidente azero Ilham Aliyev ordinò un’inchiesta portata avanti dal ministro degli esteri russo Sergei Lavrov, il quale insinuò che il risultato fosse stato falsificato, assieme al ministro degli esteri azero Elmar Mammadyarov. Anche il presidente bielorusso Alexander Lukashenko parlò di brogli poiché la Bielorussa non ottenne alcun punto dalla vicina Russia. Non mancò infine il commento di Bonnie Tyler, rappresentante del Regno Unito. La cantante ammise di aver captato le lamentele di alcuni rappresentanti russi per i mancati 10 punti “comprati” all’Azerbaijan.
Di fronte agli scandali e alle lamentele di tanti amanti della rassegna, l’EBU non ha potuto tacere ed ha avviato negli scorsi mesi un’inchiesta per chiarire se un tentativo di imbrogliare sia stato effettivamente messo in atto, come confermato in un’intervista dello scorso settembre al supervisore Sietse Bakker. L’esito si è rilevato però negativo. O meglio, tentativi di falsificare il voto ci sono stati ma le “rigide procedure di sicurezza in vigore” hanno fatto in modo che i brogli non influissero sul risultato finale e nessuna emittente in gara è risultata legata ad attività improprie.
Per rafforzare la credibilità del voto e proteggere l’integrità del concorso, il reference group dell’Eurovision Song Contest, come già segnalato, ha modificato alcune regole riguardanti le giurie nazionali, ora più trasparenti. Jon Ola Sand, supervisore esecutivo della rassegna per conto dell’EBU, ha inoltre affermato che durante la fase di voto ci saranno 70 sorveglianti, nella sede centrale di reclutamento voti, che controlleranno minuto per minuto il corretto utilizzo dei mezzi di votazione.
D’ora in poi ad ogni tentativo di imbroglio risponderà l’emittente televisiva, anche se non coinvolta direttamente. La sanzione per i paesi scorretti corrisponderà ad un’esclusione dal concorso musicale pari a 3 anni.
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Questo Paese e i suoi risultati non mi convincono affatto. Ed è un peccato perché si mina poi la credibilità dell’intera manifestazione. L’Ebu deve vigilare attentamente. Un altro scambio molto sospetto sono gli alti punti che regolarmente Malta “offre” alla musica azera