Kasey Smith: “Canto il cuore dell’Irlanda, tifo Ruth Lorenzo e Molly”
La loro vittoria alla selezione irlandese col brano “Heartbeat” ha accontentato diversi eurofan e adesso si presentano al via dell’edizione 2014 dell’Eurovision Song Contest riproponendo in chiave cross-over quelle sonorità celtiche che sono la cifra stilistica del gruppo. Il riferimento è ai Can-Linn, che sul palco danese saranno accompagnati, come già nella selezione, da Kasey Smith, ex componente delle Wonderland. E’ quest’ultima che ha accettato di raccontarsi ad Eurofestival NEWS.
EN – Qual è il tuo background musicale?
KS: Ho sempre voluto essere una cantante sin da quando ero piccola. La mia prima grande occasione è arrivata nel 2008 quando ho fatto l’audizione per le Wonderland, una girl band messa in piedi da Louis Walsh e Kian Egan (ex componente dei Westlife). La band è andata avanti fino al 2011 e dopo che si è sciolta sono andata negli States per cominciare una mia carriera solista, anche da cantautrice. Già l’anno scorso ero stata selezionata per la finale irlandese, ma ho chiuso al terzo posto: però sapevo bene che avrei potuto fare meglio.
EN: Come è nata la collaborazione fra lei e Can-linn?
KS: I Can-Linn sono una ensemble di musicisti tradizionali irlandesi di formazione classica costruita da Hazel Kaneswaran, il nostro mentore, per il concorso irlandese Eurosong. Stavano cercando qualcuno che facesse da voce solista per “Heartbeat”, così ho mandato un provino. Sono piaciuta, è il resto è storia!
EN: “Heartbeat” è la vostra canzone, che presenterete nella seconda semifinale dell’8 Maggio. Come è nata e qual è il messaggio che volete dare al pubblico europeo?
KS: “Heartbeat” è stata scritta scritta da Hazel Kasnewaran e dal resto del team autoriale (Jonas Gladnikoff, Rasmus Palmgren, Patrizia Helander) specificamente per l’Eurovision Song Contest. Parla dell’Irlanda e di come la sua gente ha sofferto attraversando momenti molto difficili negli ultimi anni, ma siano determinati a andare avanti, confidando che prima o poi il momento difficile passerà. “Heartbeat”, il cuore che batte, è una metafora per lo spirito del popolo d’Irlanda, ma penso che in questo momento possa riguardare anche un sacco di altri paesi europei.
EN: Molti commenti in rete sostengono che “Heartbeat” sia chiaramente ispirata da “Only teardrops” di Emmelie De Forest e sia quindi un tentativo di conquistare facilmente il pubblico che l’anno scorso ha decretato il trionfo della canzone danese. Come risponde a queste accuse ?
KS: Penso che queste osservazioni siano un po’ fuori luogo . Le uniche somiglianze reali tra “Heartbeat” e “Only Teardrops” è che sono di un genere simile e entrambe hanno il flauto irlandese come strumento. Sarebbe un po’ come dire che ogni canzone che ha avuto un assolo di chitarra elettrica stava cercando di copiare gli AC/DC…
EN: L’Irlanda è il paese con il maggior numero di vittorie all’Eurovision, ben sette, anche se l’ultima è ormai lontana 18 anni. Come è vissuta oggi la rassegna da voi?
KS: Di questo record andiamo ovviamente fieri ed orgogliosi, soprattutto se si considera che l’Irlanda è un piccolo paese, con una popolazione relativamente ridotta. Vuol dire che abbiamo fatto un ottimo lavoro scegliendo ogni volta i migliori fra i nostri artisti, quando altri paesi hanno invece molti più artisti e musicisti tra cui scegliere. L’ Eurovision è ancora un grande evento per il popolo d’Irlanda. Ad esempio, la trasmissione “Eurosong”, la finale nazionale di quest’anno, è stato il programma televisivo più visto sino a questo momento: c’erano 8 su 10 persone quella sera sintonizzati per vedere chi ci avrebbe rappresentato all’Eurovision.
EN: Ha avuto l’impressione che il pubblico irlandese abbia di recente cambiato punto di vista rispetto all’ESC? La stampa irlandese spesso ne parla in modo negativo. Sente il peso delle aspettative?
KS: Non so in realtà bene cosa pensino. In un certo senso non c’è molta pressione nel rappresentare l’Irlanda poiché i media irlandesi non si aspettano più che il nostro paese faccia bene nella competizione. L’ultimo posto di “Only love survives” di Ryan Dolan è stata una grande delusione: quella canzone era molto popolare qui in Irlanda e tutti abbiamo sinceramente sperato che potesse fare molto meglio . Penso che gli irlandesi siano un po’ critici rispetto a tutto il processo di voto eurovisivo.
EN: Secondo Lei perché l’Irlanda ha difficoltà adesso nel raggiungere la parte alta della classifica nel concorso?
KS: Si sentono molti irlandesi parlare del cosiddetto “Block voting”, cioè di paesi limitrofi o vicini per cultura che si votano fra loro. Io a questo non credo. Ci sono regioni diverse, come stili musicali diversi in tempi diversi. L’Irlanda, come il Regno Unito, hanno più o meno gusti simili fra loro, quindi non dovremmo lamentarci se paesi vicini hanno fra loro gusti similari.
EN: Lo scontro tra Louis Walsh, Linda Martin e Billy McGuinness (mentore di Laura O’Neill) ha fatto molto discutere tanto che è stato scritto che un po’ di polemica servirà a far a parlare della vostra canzone. Cosa ne pensa di quel che è successo nel Late Late Show?
KS: Probabilmente sono la persona peggiore a cui chiedere cosa è successo perché ero nel backstage (insieme ai Can-Linn ) e non ho saputo nulla fino al giorno successivo, quando ho letto la notizia. Abbiamo visto Billy McGuinness nel backstage dopo lo spettacolo e lui era tranquillo, ci ha augurato buona fortuna per l’Eurovision. Quella notte si è parlato di scontri, gente che si tirava le cose ma sono abbastanza sicura che la maggior parte di tutto questo sia stata costruita per vendere i giornali. In un certo senso, però, la polemica ha un po’ distolto l’attenzione da quello che abbiamo ottenuto. Siamo stati selezionati dal popolo irlandese per rappresentare il nostro paese al Eurovision, che è il più grande risultato delle nostre rispettive carriere. Purtroppo, nessuno voleva parlare di questo e tutti i giornali erano concentrati su questa “lotta”, quando in realtà si trattava di due persone che hanno discusso in maniera un po’ vivace per meno di un minuto.
EN: La musica folk è un genere spesso rappresentato all’ESC, ma con risultati alterni. Alexander Rybak e Emmelie De Forest hanno vinto mentre i Dervish sono finiti a fondo classifica. Cosa si aspetta dalla prossima edizione, l’obiettivo è solo quello di andare oltre le semifinali o pensa di vincere?
KS: E’ molto difficile dire esattamente quale tipo di musica sarà popolare in un solo paese in un determinato mese, figuriamoci in un intero continente! Se si vuole vincere la rassegna non solo è necessario avere una buona canzone ed eseguirla bene la sera della finale, bisogna anche essere un po’ fortunati e sperare che abbastanza paesi vengano coinvolti dalla tua musica. La tempistica è un fattore importante. L’obiettivo mio e dei Can-Linn non è solo quello di qualificarsi per la semifinale, ma provare a vincere. La nostra canzone ha un buon ritmo, molto eurovisivo, è orecchiabile e ha un buon testo, quindi perché no?
EN: Ha ascoltato i suoi avversari di quest’anno? Quali sono le canzoni che più si avvicinano al suo gusto musicale? Non sia politically correct, faccia dei nomi…
KS: Li amo tutti! Come potrei scegliere? Beh, sì un paio di favoriti li ho. Ruth Lorenzo, la rappresentante della Spagna, ha una buona canzone. Lei è molto popolare qui in Irlanda, perché tutti noi la ricordiamo ad X Factor. Anche la entry del Regno Unito, “Children of the Universe”, mi piace. Mi aspetto di vedere entrambe nella top 5, ovviamente insieme a noi.
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gia’ 18 anni sono passati dall’ultima vittoria, e pensare che non ero ancora nata