Come voterà la Crimea all’Eurovision Song Contest 2014
Continua ad essere delicata la situazione in cui si trova la Crimea. Come noto, questa regione è al centro dell’attenzione mediatica internazionale per le controverse vicende che hanno portato alla sua secessione di fatto dall’Ucraina ed alla annessione con la Russia, secondo modalità illecite rispetto a quanto vorrebbe il diritto internazionale. Vicende che hanno generato un’alta tensione non solo fra i due Paesi, ma presso l’intera Comunità internazionale.
Più che al complicato scenario politico, in questa sede intendiamo rivolgere un focus a cosa accadrà nella prossima edizione dell’Eurovision Song Contest, dove Russia ed Ucraina competono (già fornimmo alcune anticipazioni in questo articolo). Complice anche il destino beffardo, il sorteggio ha relegato tali Paesi ad esibirsi nella medesima semifinale, la prima. Il meccanismo di voto prevede che in ogni Stato il 50% dei punti sia deciso in base alle preferenze espresse mediante televoto. La questione è dunque la seguente: come saranno conteggiati i voti della Crimea?
Per quanto l’EBU abbia da sempre profuso ogni sforzo per evitare di dare all’Eurovision Song Contest qualsivoglia connotato politico, era inevitabile che gli strascichi di tali tensioni giungessero in quello che è un programma musicale di puro intrattenimento. Interpellata da Aftonbladet, importante testata svedese, Ingrid Deltenre manager dell’EBU ha rilasciato alcune dichiarazioni che chiariscono la situazione, confermando le indiscrezioni anticipate dal supervisore dell’evento Jon Ola Sand.
In primo luogo è stato confermato che l’EBU non ha alcun potere su come verranno conteggiati i voti provenienti dalla Crimea, trattandosi di un problema innanzitutto inedito, ma soprattutto comportante ostacoli tecnici non risolvibili nel breve termine. La rete telefonica fissa e mobile impiegata al momento in quest’area è ancora ucraina, non essendosi completato lo switch-off che porterà alla migrazione delle utenze verso le linee russa. In conseguenza di ciò, tutte le utenze telefoniche della Crimea “non trasferite” confluiranno inevitabilmente nei televoti ucraini. Fuori discussione è l’esclusione di questa singola area dal voto, inopportuna quanto tecnicamente irrealizzabile.
Tutto ciò creerà una situazione paradossale con il rischio di voto parziale. Lecito è attendersi che, essendo tale regione popolata prevalentemente da russi, la Russia dovrebbe facilmente intercettare la maggioranza dei voti – assegnati più per amor patrio che per meriti artistici del brano delle gemelle Tolmachevy. Altrettanto lecito è attendersi che tale condizione venga in qualche modo controbilanciata in parte dal televoto del resto della popolazione ucraina ed in parte dalla giuria – che potrebbero non favorire la canzone russa.
Insomma si teme che nasca una situazione complicata come quella vigente tra Armenia ed Azerbaijan, gli altri due Paesi (anch’essi ex sovietici) dove le tensioni geo-politiche influenzano i voti all’Eurovision. Ricordiamo infatti che Armenia ed Azerbaijan da quando gareggiano non si scambiano punti (eccezion fatta per la semifinale del 2008 e per la finale del 2009 – ed a seguito di quest’ultima furono indagati in Azerbaijan coloro i quali avevano sostenuto i rivali armeni). Senza scordare che l’Armenia ha disertato l’edizione del 2012 organizzata dai vicini caucasici formalmente per motivi di sicurezza.
Ciò che possiamo augurarci è che, prima di tutto, si giunga al più presto alla migliore soluzione diplomatica possibile, e, in secondo luogo, che l’Eurovision resti quello che è, ossia una grande festa che avvicina i popoli avente per protagonista una gara di canzoni, e nulla più. Certo che, stando anche alle dichiarazioni infelici di taluni politici (tutti i dettagli in questo articolo), la strada appare tutta in salita.
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