Prima semifinale Eurovision 2014: il racconto delle prove
Il problema mezzi continua. Arriviamo in arena ancora in ritardo ma per fortuna pure i danesi sono in ritardo con la prova generale dello show di domani sera (Questa sera ci sarà un’ulteriore prova generale dove voteranno le giurie di ogni paese, il 50% dei voti di domani sera arriveranno da loro). Riusciamo quindi a vedere tutte le esibizioni di questa semifinale dall’inizio alla fine.
ARMENIA – L’Armenia apre l’edizione di quest’anno. Il palcoscenico è imponente. L’esibizione segue la struttura del pezzo, si parte con tonalità tenui in un crescendo continuo di intensità, luci ed effetti speciali per chiudere tra fiamme ed effetti speciali. Aram Mp3 canta bene, si nota una leggera tensione che non intacca comunque la prestazione vocale. L’impressione é che si sarebbe potuto fare di più per quanto riguarda il numero vero e proprio. Resta probabilmente il pezzo migliore di quest’anno ma la vittoria è meno scontata di quanto si possa pensare.
LETTONIA – I lettoni Aarzemnieki sono molto carismatici e comunicano sia con telecamere che pubblico. Il pezzo resta veramente poca roba, una via di mezzo tra il “wannabe” e la band amatoriale. C’è però mestiere e si vede, sanno cosa fanno. Potrebbero anche passare facendo rimaner fuori pezzi onestamente più meritevoli ma meno… televisivi.
ESTONIA – Tanja parte sdraiata per terra con il suo ballerino. Sullo sfondo e al suolo un muro proiettato. Il tutto risulta essere un pasticcio mal riuscito con “Euphoria” e Loreen come fonte ispiratrice, l’atmosfera che si vuole creare è praticamente identica e la coreografia è veramente simile. L’impressione è che il troppo stroppi, nonostante gli estoni sembrino voler per assurdo far passare un concetto di essenzialità. Rischia di finire sul filo del rasoio, tra il dentro e il fuori… ma il pezzo resta bruttino.
SVEZIA – Il numero è cambiato poco dal Melodifestivalen. sono state rafforzate le luci e Sanna Nielsen porta un abito nero con inserti in pizzo e gambe scoperte. Elegantissima. La voce trema sulla prima strofa ed il primo ritornello per poi riprendere a pieno dalla meta in poi. L’illuminazione è imponente e al tempo stesso essenziali con sfondo buio e fari che partono da ogni lato del palco. Il risultato è sicuramente di classe. Il pezzo resta una power ballad scritta con un obiettivo ben preciso, probabilmente oldfashioned come fanno notare in parecchi ma con una gran fetta di pubblico a favore. Attenzione ai falsetti e più controllo vocale per questa sera, lì votano le giurie.
ISLANDA – C’è più qualità e sostanza di quello che ci si possa immaginare nel pezzo islandese. L’outfit dei Pollapönk e il numero fondamentalmente improvvisato e non troppo studiato potrebbe farli passare in secondo piano ma coloro che cercano quel poco di originalità e qualità nella musica proposta in una manifestazione come questa potrebbe ricordarseli al momento del voto… e per questo non diamo per scontata la loro eliminazione come fanno parecchi, anzi, molto probabilmente li rivedremo sabato sera.
ALBANIA – Hersi Matmuja canta bene. Sta su un podio rialzato in mezzo al palco per tutta la durata della canzone. Ha un abito lungo dorato in pizzo. A meta canzone, dal catwalk, arriva un chitarrista. È un esibizione buona ma il rischio è che il pezzo, seppur dignitoso, non rimanga in testa e l’esibizione è forse troppo poco definita per farsi ricordare. Rischia di tornare a casa domani sera.
RUSSIA – Le Tolmachevy Sisters partono schiena contro schiena con una treccia unica che unisce la testa dell’una all’altra, l’outfit ricorda l’oriente. Per tutta l’esibizione oscillano su dondolo. Il pezzo resta poca roba ma la struttura del numero è fantastico. Passano senza ombra di dubbio. Le sorelline sono pure più carismatiche di quanto si possa pensare. Fino ad ora il numero più riuscito e convincente. Sono l’unico ad applaudire in sala stampa ma la Russia gode di pochissima simpatia a priori quest’anno. Continuo a cercare di essere oggettivo e mi sembra poco carino far fare la parte dei capri espiatori a due ragazzine di 17 anni. Ottimo lavoro Russia.
AZERBAIJAN – Dilara Kazimova canta al centro del palco in un abito lungo rosso, elegante. Intorno a lei sul palco una ballerina appesa ad una corda, sullo sfondo grattacieli e skylines. Il colore predominante è il rosso. È un’esibizione sobria e ben eseguita ma fa fatica a lasciare un segno, vuoi per il solito problema degli azeri di farsi scrivere i pezzi da altri per poi realizzarli in maniera anonima vuoi per il poco che in effetti succede sul palco. Passa ad occhi chiusi.
UCRAINA – Al centro del palco una ruota da criceto gigantesca con un ballerino che ci corre all’interno, esattamente come un criceto, sul finale ci si arrampica lei per poi discendere. È un esibizione televisivamente forte ma lascia quel retrogusto di cheap difficile da togliere dalla testa. C’è simpatia ovvia per gli ucraini quest’anno e ci fa piacere, ma resta comunque un concorso canoro/musicale e la canzone resta bruttina. Mariya Yaremchuk è molto bella, vagamente languida, non troppo convincente. Passano, ma in finale è un incognita.
BELGIO – C’è poco da scrivere. L’esibizione generale ha un atmosfera barocca, pesante e decisamente retorica. Axel Hirsoux sa cantare e lo dimostra ampiamente, il pezzo resta una delle cose più old fashioned e, passateci il termine, paracule degli ultimi anni. Nella cassetta del materiale promozionale che le delegazioni danno agli addetti stampa ci siamo ritrovati un cartolina con la foto di Axel è la seguente scritta. “Happy Mother Day”. Quando è troppo è troppo. Passa? Non si sa, dipende dal buon gusto degli europei. O dal cattivo.
MOLDAVIA – Cristina Scarlat è vestita da guerriera ninja con il corpo di ballo in perfetta sintonia. Ha una voce potente e la usa in maniera diretta, senza troppi fronzoli. Sul finale si strappa la treccia, partono le wind machines. La Moldavia potrebbe farcela pure quest’anno. Il numero è pure convincente in fondo. Il nostro parere? Ci sono cose che ci piacciono di più.
SAN MARINO – Si parte con Ralph Siegel al pianoforte in mezzo all’arena per spostarci in fretta su Valentina Monetta al centro del palco. La Monetta è più bella che mai, con un abito lungo bianco e una conchiglia gigantesca alle sue spalle. Il pezzo resta antico ma l’atmosfera è quella del musical, la Monetta ricorda vagamente la Streisand in alcuni passaggi, il risultato finale è di tutto rispetto. Se vi dicessimo che ha più possibilità dela favoritissima “Crisalide” dello scorso anno? Ma resta un’impresa difficile.
PORTOGALLO – Suzy si presenta in un abitino rosso glitterato minimale che lascia pochissimo all’immaginazione. È bella Suzy, tanto. L’atmosfera è quella spensierata di una festa, l’esibizione portoghese fino ad ora è quella più frizzante e leggera. Potrebbe giovarle per un passaggio in finale in un cast piuttosto omogeneo. Riesce pure a prendere il famigerato acuto finale tanto a rischio. Il pezzo resta tutt’ora troppo debole ad un primo ascolto e ha bisogno di tempo prima di riuscire ad affascinare… ma emerge dalla massa. È probabilmente il punto di domanda più grande di questa prima semifinale.
PAESI BASSI – L’atmosfera è minimale ed intima per questa ballata country. I The Common Linnets si trovano uno di fronte all’altro con la striscia di una strada tra di loro proiettata sul pavimento. Qualche nota fuori posto sull’attacco, tanti sguardi diretti in camera e classe, a vagonate. È un’esibizione intensa. È il contesto sbagliato? Forse sì, forse no, viva la varietà di stili. Merita di passare. I Paesi Bassi hanno finalmente iniziato un percorso diverso all’interno della manifestazione, un percorso che potrebbe portarli a vincere nell’arco di pochi anni. Non quest’anno, non ancora, ma ne escono a testa altissima.
MONTENEGRO – Direttamente da Pandora arriva Sergej Ćetković. Una pattinatrice fa il suo ingresso sul palcoscenico uscendone attraverso il catwalk. Sullo sfondo salici piangenti blu un tantino surreali. Il pezzo è bello, decisamente balcanico, intenso e ottimamente eseguito. Le riprese sono troppo statiche e tolgono fascino al numero. In una finale europea dovrebbe passare di diritto per rappresentare perfettamente e dignitosamente quella parte di Europa che quest’anno purtroppo manca in gara. Dovrebbe farcela… ma è il Montenegro, non la Serbia. Non diamo nulla per scontato.
UNGHERIA – L’esibizione è essenziale e senza troppi fronzoli. András Kállay-Saunders punta su un pubblico giovane. Il sound è moderno e se l’occhio vuole la sua parte le ragazzine dovrebbero apprezzare. Il messaggio (o meglio il racconto) del brano è forte, rischia di prendere il sopravvento sul pezzo stesso che resta tutto sommato leggermente monotono. Canta bene anche lui. Se non si esibisse in chiusura rischierebbe di più… ma domani sera dovrebbe passare senza troppi problemi.
PIÙ CONVINCENTE: RUSSIA (Chi l’avrebbe mai detto?!?)
MENO CONVINCENTE: UCRAINA (Chi l’avrebbe mai detto Bis?!?)
Se fosse stato un concorso politico pure i miei giudizi sarebbero probabilmente stati opposti…
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…mi dispiace che non posso votare, dall’Italia, Valentina… è veramente brava, simpatica….unica. Buona fortuna San Marino
spero tanto che l’Ungheria ce la faccia anche perchè delle canzoni che preferisco quest’anno lui è l’unico che non potrò votare in semifinale :(
No dai la Lettonia in finale è inimmaginabile… Preferisco il Belgio a sto punto XD
Che meraviglia