Seconda semifinale Eurovision 2014: il racconto delle prove
MALTA – I Firelight si presentano in maniera semplice ed essenziale. Il look è casual ed è in linea con il pezzo. Una ballata country piacevolissima. Pensi più all’entroterra statunitense che a Malta, ma è ben eseguita e dignitosissima. Meno “happy” del pezzo maltese dello scorso anno, personalmente ci piacciono di più quest’anno. L’atmosfera è rilassata, il risultato è di tutto rispetto. Prenderanno voti dal nord europa e dai paesi anglofoni, più l’Europa centro-occidentale. Dovrebbero passare senza troppi colpi di scena.
ISRAELE – L’israeliana Mei Feingold parte con l’arena alle spalle. Buca il video, ha un immagine molto forte. La voce calda e scura la rende ancora più carismatica. La sala stampa applaude partecipe già dopo un minuto di esibizione. Nella seconda strofa cambia dall’inglese all’ebraico il che da un tocco ancora più caratteristico al pezzo. Pezzo fondamentalmente dance, è europop, potrebbe essere paragonato al pezzo ungherese di Düsseldorf 2011 ma l’esibizione è decisamente più convincente e lo staging molto più studiato ed efficace. È tra l favorite degli eurofans ed, evidentemente, anche della sala stampa che le regala un calorosissimo applauso anche a fine esibizione. Passa ad occhi chiusi.
NORVEGIA – Partito come superfavorito di questa edizione già a febbraio alla pubblicazione dei pezzi della selezione norvegese, Carl Espen ha perso punti con il passare dei mesi, colpa forse di un’esibizione troppo incolore e fondamentalmente priva di mordente. Resta probabilmente il pezzo più valido dell’anno insieme a quello armeno. È la canzone più delicata di questa edizione, decisamente meglio in cuffia che in video. Con lui sul palco 4 violiniste. Lo staging è essenziale. Canta bene e la pelle d’oca viene. Un’eliminazione non è nemmeno lontanamente pensabile, sarebbe un vero scandalo.
GEORGIA – Il pezzo dei The Shin and Mariko non è brutto. Non lo è affatto. È semplicemente nel contesto sbagliato e si trova in fondo ad ogni tipo di classifica e previsione. Mi tocca comprenderne i motivi. Sullo sfondo del palco un “ballerino” con un paracadute, sia mai che volessero passare per quelli eleganti. Il sound è anni 70, pure piacevole volendo, ma decisamente troppo debole. L’esibizione è vocalmente impeccabile ma il sapore hippy-tribale non giova affatto… e nonostante il buon intento non riusciamo a farcela piacere più di tanto nemmeno noi. Decisamente più fuori che dentro.
POLONIA – I polacchi si presentano con quello che fondamentalmente è più un numero che un pezzo. Un rap con incursioni folk, cantato da Cleo per metà in polacco e metà in inglese. Sul catwalk una bella lavanderina con tutto il balcone in vista lava i panni. I vestiti di scena sono forti, folkloristici, il colore predominante è il rosso. Il contrasto con il sound moderno del pezzo rende l’esibizione più colorata e difficile da dimenticare al momento del voto. Elementi di danza tradizionale sul finale. La stampa svedese al mio fianco ride più volte ed effettivamente alcune immagini sono veramente trash… ma di quel trash che ti guardi volentieri. È più una guilty pleasure che un pezzo da apprezzare seriamente. In patria ha fatto sfracelli nelle classifiche. Noi la diamo dentro.
AUSTRIA – Arriva Conchita Wurst e in sala stampa parte l’applauso. La drag queen austriaca veste un abito lungo dorato ed è sola sul palco. L’inquadratura parte da lontano con lei in mezzo al palco, al buio, illuminata da un faro che parte dall’alto. La famigerata barba appare al telespettatore solo dopo mezzo minuto di canzone. L’esibizione è vocalmente perfetta e potente, fondamentalmente elegante ed essenziale, per assurdo. L’impressione è che si sarebbe potuto lavorare meglio sulla regia e sulla fotografia per dare alla Wurst un aspetto ancora più… funzionale. Prende l’applauso più forte della sala stampa fino ad ora… ma resta una dark horse… può succedere di tutto.
LITUANIA – Il sottoscritto fa veramente fatica a farsi piacere il pezzo lituano, l’outfit da Star Trek dei baltici non aiuta certamente, in corsa per il Barbara Dex Award. Il numero risulta troppo programmato e poco naturale, Vilija Mataciunaite se la cava pure ma l’esibizione è confusa e poco incisiva, il pezzo mi fa personalmente venire il mal di testa. Dovrebbero tornare a casa… ma la Lituania ha stupito gli scommettitori più volte. Questo è l’anno in cui la possibilità del colpo di scena dovrebbe essere ridotta all’osso.
FINLANDIA – I Softengine hanno probabilmente il pezzo dal sound più internazionale quest’anno, di quei pezzi pop da arena… il problema è che potrebbe essere una radio hit proveniente da qualsiasi paese, di particolare ha poco. Fanno pensare a quella lista infinita di entries danesi degli ultimi anni con un sound radiofonico e personalità pari a zero. Sul finale è un tripudio di luci e fari. Cantano bene e sono pure piacevoli, la riuscita televisiva è forte, passano senza troppi problemi, ma in finale rischiano di essere dimenticati nella mischia.
IRLANDA – Kasey Smith è bella da togliere il fiato… ma ci regala l’attacco decisamente più stonato fino ad ora. L’esibizione vocale è… traballante, ha poco controllo sulla voce ed esce una nota si ed una no. Lo staging è similissimo a quello dello scorso anno, gli irlandesi amano la tradizione, ci sono sfondi celtici e ballerini di Riverdance. Il pezzo è un pop folk un tantino stanco, dal sound vagamente polveroso. Se canta così questa sera (quando voteranno le giurie) deve sperare in un miracolo da parte del pubblico televotante… ma resta bella. Tanto. Più adatta a Miss Universo che ad un concorso canoro.
BIELORUSSIA – Sono in pochi a credere nella Bielorussia. Noi diciamo che passano e in finale rischiano pure di finire nella parte a sinistra del tabellone. “Cheesecake” è un brano pop leggero é godibilissimo, TEO lo esegue in maniera convincente e carismatica. Il sound ricorda quello degli ultimi Maroon 5, sul palco lui e 5 ballerini. Convincente. Lo diamo dentro.
FYR MACEDONIA (Altrimenti i greci ci menano) – La macedone veste un look vagamente lesbo-chic con pantalone nero e giacca nera e contorni bianchi. A metà canzone entra un ballerino in pigiama bianco, aperto fino all’ombelico. Il sound del pezzo è stanco e fuori tempo massimo, potrebbe benissimo essere una traccia qualsiasi tratta da un disco qualsiasi di Anastacia una decina di anni fa. Tijana Dapcevic risulta pesante, forzata, poco naturale e fastidiosamente aggressiva. La diamo fuori, noi come la maggior parte della sala stampa.
SVIZZERA – Sebalter porta il pezzo più spensierato della serata e potrebbe aiutarlo per un passaggio. La sensazione di good feeling sembra colpire pure la sala stampa che fischietta e canta il ritornello di nascosto. Lui ha una bella faccia, di quelle semplici che piacciono alle mamme e alle ragazzine sognanti. Il pezzo è un country folk leggero e allegro, di quelli che mettono di buon umore dalla prima nota. L’inglese rimane così così ma ha fatto passi da gigante dalla selezione svizzera. Ha tutto il nostro supporto, non ce la facciamo a dire qualcosa di negativo. E lo diamo in finale.
GRECIA – La sala stampa li da primi per questa semifinale. È forse il pezzo più moderno e attuale dell’edizione. È party allo stato puro, si pensa immediatamente a “Loca People”, al remix di “A far l’amore comincia tu” e alle feste romane de “La grande bellezza”. Se l’occhio vuole la sua parte i greci raccoglieranno le preferenze delle adolescenti del continente europeo. Il numero si conclude con i Freaky Fortune e Riskykidd che saltano su un tappeto elastico. Adorabilmente cazzari, nel senso più positivo del termine. La finale è scontata, li finiranno in alto, ancora… e ci sta.
SLOVENIA – Tinkara Kovac è vestita di blu, su uno sfondo blu (perché?). Il pezzo è intenso ed elegante con un retrogusto folk piacevolissimo, lei canta benino, con qualche nota fuori posto. L’impressione è che si tratti di un pezzo piacevole ed elegante ma che cattura poco l’attenzione e rischia di essere dimenticato al momento del voto, a suo favore ha l’ordine di uscita. L’avremmo preferito tutto in sloveno, invece dobbiamo accontentarci dell’ultima parte. In una semifinale come questa rischia di uscire, ma non lo meriterebbe. uno staging più efficace non avrebbe fatto male.
ROMANIA – Ovi parte in ritardo e perde la prima frase. Paula Seling appare sul lato destro del palco per poi svanire ed entrare dal catwalk di sinistra. Poi parte il tripudio di luci e strilli. Nella seconda strofa lui “suona” all’interno di una tastiera circolare posizionata sulla sinistra del palco. L’impressione è quella del “tutto fumo niente arrosto”, del voler strafare per stupire ma di non riuscirci fino in fondo. É un crescendo di acuti e luci. Il pezzo è dance di quelli poco pretenziosi, nulla di memorabile. Passano, eccome se passano… ma non sono nulla per cui strapparsi i capelli.
PIÚ CONVINCENTE – Israele
MENO CONVINCENTE – Irlanda
Segui Eurofestival News anche su Google News, clicca sulla stellina ✩ da app e mobile o alla voce “Segui”.
Non perderti le ultime notizie con le notifiche in tempo reale dal nostro canale Telegram e WhatsApp. Seguici su tutti i principali Social Media (qui l’elenco completo) e scopri come sostenerci e sostenere una informazione da sempre indipendente.
Eurofestival News è anche una comoda Web App gratuita che puoi portare sempre con te, scaricala subito sul tuo smartphone.
Michele grazie infinite per il tuo ottimo commento…non vedo l’ora di assistere a questa seconda fantastica serata e naturalmente alla super-finale.