ESC 2014: San Marino in finale, la costruzione di un’impresa
Cinque partecipazioni, cinque canzoni, cinque storie diverse da raccontare. Alla vigilia della prima storica finale eurovisiva, a San Marino l’entusiasmo è ancora alle stelle. Non potrebbe essere altrimenti, visto che la qualificazione arriva a coronamento di un progetto in cui la Repubblica e segnatamente la sua tv, credono profondamente e per il quale e nel quale profondono ogni anno energie, tempo e tanta professionalità, pur con mezzi economici ridotti.
“Sono fiero e entusiasta di Valentina e del mio paese”, dice a noi di Eurofestival NEWS Alessandro Capicchioni, il capodelegazione: “Abbiamo scritto la storia, l’ha scritta Valentina, è un traguardo incredibile“. L’abbraccio collettivo ha coinvolto a fine serata tutto il gruppo bicolore, compresi i due commentatori in lingua inglese John Kennedy O’Connor e Jamarie Milkovic, e ha raggiunto virtualmente anche Lia Fiorio e Gigi Restivo, che dagli studi di Radio San Marino si sono lasciati andare ad un urlo liberatorio che aveva il sapore di chi in questo traguardo ha sempre sperato ma che vedeva forse più lontano di quanto in realtà non è stato.
Fabrizio Raggi, il direttore artistico, ha passato le ore seguenti a postare su facebook le foto della serata e dei festeggiamenti: “La sorpresa – spiega – per quanto mi riguarda è stata assoluta e la felicità anche. La preparazione è stata lunga, bella e difficile. Ho lavorato con Valentina sulla delicatezza e l’eleganza: è una grande cantante, ma prima di tutto è una donna e l’eterno femmineo è sbocciato su di un palcoscenico enorme riempiendo di luce e bellezza i nostri cuori e i nostri occhi“.
Anche Valentina Monetta, quasi in lacrime a fine serata, a mentre fredda torna sull’impresa, con la certezza che sabato potrà andare sul palco, a giocarsi lo storico derby di lingua e cultura italiana con Emma assolutamente in serenità, senza alcun obiettivo: “Quando ho sentito il nome di San Marino fra i paesi qualificati – ci dice la cantante – la mia prima reazione è stata un enorme urlo. La soddisfazione è stata totale! Pensando al lavoro che ho fatto in questi mesi con tutto lo staff, alle partecipazioni precedenti, all’impegno che metto sempre per raggiungere obiettivi sempre più belli e sempre più importanti! Ringrazio con tutto il mio cuore tutte le persone che credono che nella vita abbiamo sempre una possibilità, e il nostro sogno non potrà mai portarcelo via nessuno perché il desiderio Maybe lo possiamo realizzare, se ci crediamo”.
Crederci sempre. Valentina Monetta lo andava dicendo sin da marzo, da quando “Maybe” è stato presentato al pubblico, raccogliendo riscontri di vario genere. La fiducia in sé stessi e nel lavoro è stata premiata e la qualificazione raggiunta è l’apice di cinque partecipazioni sempre in crescendo di risultati. Quando l’avventura eurovisiva sammarinese cominciò, nel 2008, su idea di Pino Cesetti, direttore della radio (i retroscena ve li raccontammo tempo fa), l’esibizione davanti a 100 milioni di persone al sabato sera era vista come una chimera e se oggi è diventata realtà, non è frutto del caso, bensì di un lavoro attento e certosino in tutti i dettagli.
L’esordio zoppicante del 2008 con quella “Complice” dei Miodio pensata per Sanremo e portata sul palco eurovisivo senza alcuna promozione “per paura di una squalifica”, l’ultimo posto in semifinale che ha comunque lanciato i sammarinesi in Europa, sono serviti da trampolino di lancio, per capire la portata dell’evento e come sfruttarne le potenzialità. L’ESC più volte è arrivato sui banchi del Consiglio Grande e Generale: nel 2009 e 2010, quando questo sancì che i soldi per riprovarci non c’erano e l’anno dopo, quando il progetto legato alla bolognese di origine eritrea Senit, inizialmente senza sammarinesi coinvolti, sollevò una sorta di ondata “nazionalista”, tanto da spingere la tv ad indire un bando per coristi riservato ai soli sammarinesi, vinto poi da Monica Sarti.
San Marino ha vinto tutte le scommesse. Compresa quella di affidarsi non una ma tre volte ad un santone eurovisivo come Ralph Siegel, famoso e amato per i suoi successi passati, ma rimasto legato in parte ad un sound sin troppo d’antan. Soprattutto, ha saputo sfruttare al meglio la visibilità che può donare il concorso per far parlare della canzone, dell’artista e di San Marino stessa. E pazienza se quando usci “Facebook Uh Oh Oh” (poi trasformata per esigenze di regolamento in “The Social network song”) un prestigioso quotidiano inglese la definì “La peggior canzone eurovisiva di sempre” e qualche sito ha cominciato a deridere la tv e le sue scelte: San Marino era lì, sulla stampa inglese, come di quella di tutta Europa. Al momento dell’annuncio del brano (e poi del cambio), la tv seppe creare l’attesa giusta. Niente era studiato a caso: dall’amicizia in rete fra una sconosciuta cantante sammarinese (la Monetta) e il santone eurovisivo, alla presentazione con gli ospiti in diretta internet. Sino al video, che superò il milione di visite.
E poi ancora: l’annuncio del voting in lingua francese del 2012, l’arruolamento dello storico ufficiale dell’Eurovision Song Contest John Kennedy O’Connor, il primo commento in inglese di una manifestazione internazionale da parte di una tv di lingua italiana, lo storico tris della Monetta e il tris dell’accoppiata Monetta-Siegel, inserito nel Guinness dei Primati eurovisivi, la partecipazione allo Junior Eurovision. Tutte operazioni che hanno saputo dare visibilità a San Marino, che è stata capace di costruirsi anche in questo modo una solida fan base all’estero capace di rimediare all’assenza di “paesi amici” e ai pochi voti ricevuti dall’Italia quando si sono trovati nella stessa semifinale.
Valentina Monetta, dal canto suo, ha avuto il coraggio di accettare la sfida. Di salire in corsa su un progetto non pensato per lei, di trasformarsi da raffinata inteprete jazz a cantante da palcoscenici pop, giocare a fare l’adolescente “fuori tempo massimo”, ben sapendo che l’Europa se ne sarebbe accorta e magari c’avrebbe anche riso su (come poi è successo), calcando anche un po’ la mano. Ci ha messo cuore, grinta e professionalità, come tutta la sua delegazione. E alla fine il miglior risultato di sempre fece uscire tutti a testa alta. Come l’anno scorso con “Crisalide“, che pareva avere la finale in tasca e invece uscì di scena (ma ancora migliorando il risultato) fra i malumori dei fan e la delusione di una delegazione che era pronta a far festa. Su “Maybe” in pochi avevano scommesso. San Marino RTV, il direttore Carlo Romeo e tutto lo staff magari qualche dubbio, sul momento ce l’hanno anche avuto, ma poi si sono tuffati in questa terza avventura con il solito entusiasmo ed ancora più forza. Mai darsi per sconfitti in partenza. E crederci sempre. Il risultato di martedì sera ne è la prova.
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