Eurovision Song Contest 2014: l’analisi del giorno dopo
Si è concluso ieri sera l’Eurovision Song Contest 2014 che ha visto trionfare l’Austria rappresentata da Conchita Wurst. Un evento organizzato in modo efficiente dai danesi, che hanno saputo offrire uno dei palchi più spettacolari degli ultimi anni riuscendo perfino a contenere le spese rispetto alle ultime edizioni. Cerchiamo di porre ora alcune riflessioni.
E’ stata innanzitutto un’edizione che ha sorriso ai Paesi dell’Ovest europeo, ed in particolare a quei Paesi che avevano raccolto negli ultimi anni poche gioie dall’Eurovision. Già dalle semifinali avevamo notato che su 11 eliminazioni solo 3 hanno toccato Stati dell’Europa occidentale, e la classifica finale segna la presenza di ben 6 Paesi dell’Ovest in top-10. L’Austria, ad esempio, vince per la seconda volta nella sua storia, dopo il lontano 1966 e dopo magri piazzamenti: basti pensare che dall’introduzione delle semifinali era riuscita a qualificarsi soltanto una volta (non conta il 2004 in quanto allora beneficiava del posto da finalista automatica grazie alla top-10 centrata l’anno precedente. Peraltro quella del 2003 fu l’unica top-10 dal 2000 ad oggi).
Il successo austriaco deve essere letto in chiave positiva non solo perché conferma che ogni Paese può farcela con la giusta alchimia tra canzone, cantante e performance, ma anche per il messaggio di fondo che l’artista ha portato avanti. I più superficiali potranno vedere la vittoria dell’eccentrico, del “fenomeno da baraccone”, della donna barbuta. Niente di più sbagliato. E’ stata semmai la vittoria del coraggio di vivere la propria esistenza con pura e semplice normalità, quella normalità che ci rende anche liberi di rompere gli schemi che la società crea e impone, a volte senza valide ragioni. Uno schiaffo al pregiudizio, alle discriminazioni e all’intolleranza. E l’Eurovision ha spesso saputo offrire messaggi di questa caratura.
Non è stata certo quella barba addosso ad una donna ad aver convinto 32 Paesi (inclusi quelli “politicamente” meno vicini a scelte di questo tipo – vedasi il terzo posto nel televoto russo), sui 36 che potevano scegliere l’Austria, a dare i propri punti. Prova di ciò lo è anche il fatto che Conchita, da quando fu annunciata nel lontano 10 settembre 2013 fino al venerdì precedente alla finale, non figurava affatto tra le favorite alla vittoria. I meriti vanno individuati proprio nell’esibizione convincente e ben confezionata che il team austriaco ha portato in scena, quel mix di atmosfera, interpretazione e quella voce sinceramente emozionata ed emozionante. Poi per il resto la musica è soggettiva, e nessuna vittoria in nessun festival musicale è mai capace di mettere d’accordo tutti.
Gioiscono anche i Paesi Bassi, che dopo aver spezzato la maledizione delle 8 eliminazioni consecutive lo scorso anno con Anouk, quest’anno grazie ai Common Linnets hanno saputo centrare il secondo posto, sfiorando l’impresa. Anche per questo brano, si è trattato di un crescendo guadagnato in seguito alla performance dal vivo, un po’ lo stesso effetto di cui beneficiò il nostro Gualazzi 4 anni fa.
Ottima la prestazione per il nostro ticinese SebAlter, che porta la Svizzera al 13° posto, miglior piazzamento dal lontano 2005 e vincitore del “derby italico”. Derby che non ha visto storie dato il magro 21° posto ottenuto dalla nostra Emma, il terzultimo posto raccolto da San Marino ed il penultimo posto della vicina Slovenia (la cui cantante “parla” italiano).
Sarà dunque merito del meccanismo di voto giuria-televoto, reso quest’anno ancor più trasparente dall’EBU grazie alla pubblicazione anticipata dei giurati e dei loro voti, sarà che la qualità delle proposte musicali provenienti dall’ovest europeo è cresciuta, l’Europa dell’est esce una volta tanto malconcia.
Come noto nessun Paese baltico è riuscito a superare le semifinali, e togliendo l’exploit armeno (4° posto finale, ma inizialmente Aram Mp3 era considerato dai bookmakers il vincitore annunciato), e le solite Ucraina e Russia, gli altri Stati si devono accontentare delle posizioni di rincalzo. Tra i Paesi del blocco sovietico spicca il modesto 22° posto ottenuto dall’Azerbaijan, per la prima volta fuori dalla top-10.
Guardando ai Balcani, emerge in negativo il piazzamento greco: la proposta contemporanea dei Freaky Fortune non va oltre il 20° posto, peggior risultato di sempre per la repubblica ellenica (assieme al 1998, ma allora non c’erano le semifinali). Da quel che restava del “blocco jugoslavo”, ridotto per le assenze di Bosnia, Croazia e Serbia, il miglior risultato è il modesto 19° posto ottenuto dal Montenegro, comunque felice per la sua prima finale raggiunta.
Può esultare invece il blocco scandinavo, con tutte e cinque i Paesi arrivati in finale. Oltre alla forte Svezia, capace di centrare il suo ennesimo podio, troviamo anche Norvegia e Danimarca in top-10, e subito vicine compaiono la Finlandia (11° posto) e l’Islanda (15° posto).
Quanto ai BIG-5 si tratta di un’edizione abbastanza incolore. Escludendo la proposta italiana, che commenteremo in un articolo a parte, l’unica big ad uscire con un buon risultato è la Spagna la quale, pur “orfana” del supporto da Paesi “amici” come Italia e Portogallo, porta a casa un ragguardevole 10° posto, eguagliando i piazzamenti ottenuti nel 2012 e nel 2004.
Per il resto delude il Regno Unito, dato inizialmente tra i papabili per la vittoria, incapace invece di andare oltre il 17° posto, seguito a ruota dalla Germania al 18°. Malissimo la Francia che chiude in ultima posizione.
Infine qualche curiosità emersa dai voti.
- Le tensioni politiche che dividono al momento Ucraina e Russia non hanno influito sulla gara musicale. Entrambi hanno infatti votato reciprocamente la canzone dell’altro in finale: in Russia Tic-Toc era 6° per la giuria e 4° per il televoto, in Ucraina Shine era 10° per la giuria e 3° al televoto.
- Viceversa continua il “gelo” tra Armenia ed Azerbaijan che non solo non si sono scambiate punti, ma addirittura hanno piazzato reciprocamente la canzone dell’altro rigorosamente all’ultimo posto, in finale ed in semifinale, sia per il televoto che per ciascun giurato. Un’unanimità tristemente non obiettiva.
- Per la prima volta nelle edizioni dell’era del televoto l’Italia non ha ricevuto punti né da San Marino né dalla Spagna.
- Record negativo per la Francia, che raccoglie il suo primo ultimo posto della storia. Per la proposta eccentrica dei Twin Twin appena 2 i punti raggranellati grazie a due Paesi del nord, Svezia e Finlandia.
- Austria più forte anche delle “superstizione”: l’esibizione nella prima parte dello show è tendenzialmente sgradita ai più scaramantici, perché in genere l’Eurovision lo vince chi si esibisce nella seconda parte della scaletta. Invece la canzone austriaca ha trionfato “nonostante” fosse stata l’undicesima della serata. Ottimi piazzamenti anche per Armenia e Svezia, che pure avevano estratto la prima metà.
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E’ stato il mix di cose come dicevo…. all’Eurovision contano tante cose per vincere, ci vogliono soprattutto:
canzone – interpretazione – esibizione/messa in scena – originalità
Chi offre la migliore combinazione fra questi 4 elementi vince.
come già detto, Conchita, pur se molto brava e simpatica, ha vinto per il messaggio che portava. Cosa giustissima, pccato che la canzone oltre a essere brutta non conteneva il messaggio sociale (ultracondivisibile). Penso che se proprio dobbiamo votare una canzone peril messaggio sociale che porta, allora votiamo paesi che portano belle canzoni e che esprimono in queste messaggi sociali importanti (Ungheria e Islanda), e non canzoni che esprimono concetti già triti e ritriti con musiche abbastanza discutibili da film di James Bond
Questo è un tuo pensiero soggettivo, il messaggio nel brano di Conchita c’è e il pezzo non è brutto, l’avesse cantato Adele tutti a gridare al miracolo.
Partendo dal presupposto che sono contentissimo che abbia vinto l’Austria, non credo ke conchita abbia vinto x meriti canori(ha una voce indiscutibile), ma cmq per il messaggio ke ha portato e sostenuto con forza, un messaggio bellissimo e assolutamente da sottolineare, ma dubito che il suo brano avrebbe vinto se conchita fosse stata una donna austriaca senza barba.
Una donna austriaca senza barba non sarebbe stata Conchita, è intrinseco, un discorso che per me non regge :D
Ci resta ancora alla Francia uno ricordo storico da compire: lo zero punto stesso !
Ma e diventato molto difficile finire con 0 dapoi che ci sono piu di 30 paesi che vuotano.
l’altra riflessione da fare sarebbe, come al solito sulle giurie… alcuni casi sono clamorosi, tipo Belgio, dove abbiamo Armenia 1° al televoto e 25° (penultimo) per la giuria e Irlanda, con Polonia 1° al televoto e 26° (ultima) per la giuria… (e potremmo andare avanti)… quasi che l’unico loro ruolo fosse stato quello di contenere il voto della diaspora. Non votando per la canzone, ma in modo scientifico per ridurre l’effetto diaspora… il che sarebbe ovviamente veramente triste….
I giurati votano il giorno prima, non possono sapere gli esiti del televoto quindi a scatola chiusa è difficile annullare l’effetto diaspora a prescindere (il Belgio ha votato l’Armenia al primo posto, ma non sempre è successo questo in passato).
Diciamo che sono 5 persone… con i loro gusti, e non sempre intercettano il gusto popolare ecco.
Ti assicuro, frequentando Belgio e Irlanda per svariati motivi, che si sapeva benissimo a priori come sarebbe andato il televoto nei due Paesi, da una parte perché la canzone Armena era super favorita e perché Aram è molto popolare, dall’altra perché la canzone polacca era molto amata dai polacchi stessi e si sapeva benissimo il numero di visualizzazioni su youtube… il fatto che siano state messe non a metà classifica, ma proprio all’ultimo posto lascia proprio pensare….
Non credo ad un complotto anti armeno
Da segnalare il successo della musica country/folk e il fallimento abbastanza clamoroso di tutti i pezzi “euroclub”, dall’Estonia a Israele alla Grecia stessa…