Eurovision, per l’Italia Emma è un punto di (ri)partenza
Un passo indietro? Dipende da quale parte si guardi la partecipazione eurovisiva italiana 2014, è la solita storia del bicchiere. Se la si guarda dal punto di vista dei numeri nudi e crudi, quelli della classifica, è innegabile che la risposta non possa che essere quella. Ma se si va più a fondo, allora il bilancio va complessivamente in archivio positivamente. Emma ha vissuto l’appuntamento eurovisivo con passione, professionalità ed impegno.
A tutto questo non ha corrisposto un esito positivo, ma quando si accettano le regole del gioco, si accettano tutte, compresa quella che può andare male. Resta semmai la delusione per un posizionamento finale ben più negativo delle attese: già dall’esibizione di Colonia, alla finale tedesca, si era capito che avrebbe potuto essere più difficile del previsto, ma nessuno certo si aspettava un tonfo del genere.
Eppure, per quanto possa sembrare strano, è proprio dalla performance di Emma che adesso bisognerà ripartire. Emma in fondo è stata se stessa, proponendosi al pubblico di Copenaghen come fa ai concerti. Ha portato la sua grinta, il suo modo di cantare ed una canzone scritta di suo pugno. Così come Raphael Gualazzi, Nina Zilli e Marco Mengoni, non si è messa delle maschere, proponendosi in maniera sincera e genuina.
Rispetto agli altri tre predecessori, aveva forse una canzone “meno forte” per il pubblico eurovisivo e la sua performance forse è stata ritenuta eccessivamente ridondante. Il ventunesimo posto fa male, ma non è un dramma. C’è chi ha fatto peggio, in un passato più o meno recente, come il Regno Unito o la Francia. Il problema vero, semmai, è il percorso di avvicinamento alla rassegna.
La Rai ha fatto tanto in questi quattro anni, più di quanto molti si aspettassero, con le poche risorse a disposizione. Purtroppo però seppur in un crescendo promozionale (culminato quest’anno con la trasmissione di entrambe le semifinali, lo speciale all’interno di “Quelli che il calcio” e le citazioni su Radio Deejay) nè due nomi noti al commento nè i soli spot a tre settimane dall’Eurovision sono bastati per dare la possibilità a questo importante evento di farsi conoscere ai più. Segno che probabilmente non conta più di tanto che voci fuori campo metti al commento (tra l’altro sempre ottimo, dalle semifinali della Gentile poi passate al duo di Caterpillar, così come l’esperienza con Linus e Savino) ma come promuovere l’Eurovision su una scala temporale più estesa (e questa sarà probabilmente la prossima importante sfida).
Se il lavoro fatto fino ad oggi sull’evento ha comunque riportato degli ottimi risultati (su web e in particolare sui social media, i numeri parlano chiaro), non altrettanto può dirsi per chi ha gestito gli artisti (con esclusione della Sugar con Gualazzi). Giusto investire sulla performance, come è stato fatto quest’anno dalla Universal, ma è tutto il “prima” che ancora manca, anche sul fronte strettamente artistico. L’Eurovision Song Contest non può essere considerato come “una tappa del tour” ed incastrato in mezzo ad una serie di concerti in giro per l’Italia. Successe per Nina Zilli, che fu presa però quasi in corsa, ancora di più con Mengoni che il giorno prima della partenza per Malmo era al concerto di Radio Italia a Milano e si ritrovò poi anche con febbre e placche alla gola. Con Emma è stato lo stesso.
La partecipazione eurovisiva va preparata con mesi di anticipo, fermando tutto il resto. Non solo per arrivare più “freschi” vocalmente ma anche e soprattutto per arrivare alla rassegna pienamente inseriti nel contesto. Cantare all’estero prima dell’ESC, partecipare agli eventi pre-eurovisivi ed esibirsi in più Paesi, magari anche come ospite alle finali nazionali, serve a farsi conoscere ed apprezzare da un pubblico più vasto del proprio. Il solo pubblico che può darti il feedback se ciò che stai cantando e come lo stai cantando può funzionare eurovisivamente oppure no.
Lo ha fatto gran parte degli artisti che prende parte alla rassegna (compresi big come Anggun, Pastora Soler, Bonnie Tyler, Dana International, Ruth Lorenzo) e anche chi agli eventi non c’era (come Anouk, The Common Linnets, in parte anche i Cascada) si è concentrato unicamente sull’ESC, in modo da arrivarci pienamente consapevole di ritmi, meccanismi e variabili e soprattutto, con una performance messa a punto al meglio. Dettaglio importante per tutti, figurarsi per un Paese che punta a mettere in evidenza la propria qualità come l’Italia.
E poi naturalmente, come insegnano anche i rovesci di alcuni degli artisti di cui sopra, la sola performance non basta. Così come non è così importante il “grande nome” (se non in termini televisivi, ovvio). Serve una canzone adeguata al contesto, se necessario tornando a scrivere canzoni “per l’Eurovision”, come ha fatto spesso l’Italia sino al 1997, anno dell’ultima partecipazione prima del lungo silenzio e del ritorno nel 2011. Loreen, Emmelie De Forest, Lena, ma anche Alexander Rybak non erano famosi o non lo erano così tanto prima dell’Eurovision. Eppure hanno vinto.
Pescare canzoni dall’album, spesso senza avere neanche la possibilità di scelta, come è successo quest’anno, può risultare limitante tanto quanto il proporsi dopo tanti anni in vesti diverse da quelle con cui si era conosciuti (l’esempio di Anggun che tornava nel mainstream dopo 12 anni e lo ha fatto in una veste eccessivamente spiazzante). A qualcuno è andata bene (Patricia Kaas o Raphael Gualazzi), a molti altri no. Chissà come sarebbe andata, per esempio, se ci fosse stata la possibilità di proporre brani sulla falsariga di “Amami” o “Dimentico tutto”, sicuramente più adatti al contesto eurovisivo.
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se volessimo tentare l’effetto rumors avuto qst anno da conchita,potremmo mandare suor cristina di the Voice:ha una bellissima voce,un bel messaggio,l’effetto sorpresa nn mancherebbe,su youtube le sue performances hanno fatto il giro del mondo con tanto di complimenti illustri oltreoceano,con la giusta canzone potrebbe davvero funzionare!Ammesso ke la Rai voglia tentare un esperimento ke potrebbe rivelarsi una carta vincente.
Vedi che non sai le cose? Suor Cristina non potrebbe presentarsi come Suora, nè con l’abito religioso. Per regolamento. E’ vietato. Basta scrivere cose tanto per scriverle!
Infatti,io nn avevo specificato con l’abito religioso,potrebbe esibirsi in tonaca nera normale,senza simboli religiosi addosso,ammesso ke lei sia disposto a farlo e ke le autorità ecclesiastiche le concedessero una deroga.Poi l’effetto si avrebbe cmq xké tutti saprebbero ke c’é una suora in concorso,anke se in borghese,e ci sarebbe un buon traino mediatico su youtube,visto le decine di migliaia di visualizzazioni.Tutto si può fare,basta aggirare un po’ le regole.
Non si avrebbe. Perchè non potrebbe nemmeno presentarsi come “suor”.
secondo me anche se si presentasse semplicemente come Cristina funzionerebbe,si saprebbe ke é una suora in borghese,e you tube aiuterebbe molto nel veicolarne l’immagine,inoltre ha una voce e una carica incredibile,il vero problema secondo me é ottenere una deroga ecclesiastica,quella potrebbe essere una complicazione nn da poco.
Scelta perdente fin dall’inizio e lo avevo sempre detto, penso si deve puntare sul trasformare Sanremo in una specie di Melodifestivalen, quello renderebbe l’Eurovision molto seguito anche in Italia, e la che vinca il migliore. Anche se credo che per vincere l’ano brossimo basti portare Platinette e visto come gira vinceremo a mani basse
Io per il prossimo anno (ammesso che vi partecipiamo) punterei su Mario Biondi, canta in Inglese, ha una grande voce e il suo stile potrebbe essere apprezzato anche dalle altre nazioni, insomma penso che con lui potremmo fare un grande risultato sotto tutti i punti di vista.
Se vogliamo omologarci e aggiungerci alla lista di tutti quelli che cantano in inglese… rimango dell’idea che cantare in italiano è e rimane un valore aggiunto. Il problema rimane il brano: se piace, piace in tutte le lingue, se non piace, non puoi pretendere di aver successo.
la platea di spettatori quest’anno è diminuita rispetto allo scorso anno nonostante la pubblicità più forte. Emma oltre il peggior risultato mai avuto ha fatto anche diminuire gli spettatori.
Secondo me la RAI ha volutamente scelto Emma quest’anno per un motivo molto semplice: la RAI non è intenzionata a vincere l’ESC, la RAI è semplicemente interessata ad aumentarne la visibilità in Italia e ovviamente i dati di ascolto dell’evento, del resto gliene frega poco!!Emma è stata scelta(a mio parere) solo per cercare di aumentare la platea di spettatori dell’ESC e di trainare l’evento con un nome popolare e che intercetta un pubblico molto giovane,come quello dei talent come Amici, ad esempio.La RAI non vuole vincere l’ESC, figuratevi se è disposta a spendere per organizzare uno spettacolo ke sfiora 1.800.000 spettatori nella finale, quindi tempo proprio ke la RAI abbia scelto Emma solo x questo motivo.Poi volevo anche dire ke Emma non è stata così male, ha fatto una buona performance, certo si poteva far meglio ma sicuramente non meritava il 21esimo posto!Ci sono almeno una decina di Paesi inspiegabilmente davanti all’Italia, e tutti sappiamo il perchè, inutile girarci intorno.Non a casa è stata un’ecatombe x i big5 a parte la Spagna.Questo non è un festival musicale,e la vittoria di Conchita lo dimostra, è un evento estremamente politicizzato e dominato da scelte ke prescindono dai gusti musicali.Questa è la dura e cruda verità.Sono contentissimo ke abbia vinto l’Austria per il messaggio e per Conchita stessa, davvero meravigliosa, ma tempo ke se la stessa canzone l’avesse cantata una donna austriaca senza barba non avrebbe superato il 5° o 6° posto, garantito.Ad ogni modo W CONCHITAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ah no, non è un festival musicale? E’ arrivato il professorino ora!
La politica è sempre rimasta fuori da questo evento e Conchita oltre ad aver fatto un’ottima performance, si è promossa per mesi in tutta Europa. Per vincere questo evento musicale bisogna fare questo, promuoversi, non andare lì (come giustamente scrivono i ragazzi di Eurofestival NEWS) e comportarsi come se fosse sono un concerto, vado l’ammazzo e torno.
Non a caso tra l’altro i primi due classificati sono quelli che meglio stanno andando nelle classifiche di vendita: altro che evento politicizzato!
dai ma di cosa stiamo parlando??l’ESC ti sembra un evento fuori da un contesto politicizzato?ma le leggi le interviste di ministri ed esponenti politici ke rilasciano dichiarazioni sull’ESC?L’EBU stessa ha cercato di far fronte a qst problema inserendo al 50% le giurie di qualità x evitare che i paesi amici si votino in blocco!nn facciamo finta ke il problema nn esista,la stessa classifica durante il voting viene visualizzata con il nome dei Paesi e nn dei cantanti…ke caso!Cmq ribadisco ke sono molto contento ke abbia vinto conchita,bravissima e molto coraggiosa,ma anche convinto ke il più ke il suo brano abbia trionfato il suo msg,premiato all’unanimità,a mio modesto parere se nn si fosse trattato di conchita,ma di un’artista comune austriaca,qst brano nn avrebbe vinto.Sicuramente Emma nn meritava il 21esimo posto!e la francia nn meritava l’ultimo!se la francia deve temere di essere superata da 4 tipe polacche di dubbio mestiere e se qst é il livello,stiamo messi maluccio!
La politica non c’entra niente. Si tratta di affinità culturali. I paesi dell’area ex sovietica, così come quelli dell’area ex jugoslava, quelli germaonofoni e quelli scandinavi oltre a parlare lingue sostanzialmente simili hanno culture musicali simili. Gli artisti russi, ucraini o bielorussi, sono famosi in tutta l’area della ex Urss. Cetkovic, per dire un artista ex Yu in gara quest’anno, o Tijana, fanno numeri che il 90% degli artisti italiani si sognano. E non sono noti solo in Montenegro, o in Macedonia ma in tutti i paesi dell’area. I cantanti scandinavi, lo stesso. La Polonia musicalmente afferisce a molte cose della Germania, ma anche dell’Ucraina. Basta dare un’occhiata alle classifiche europee, sono fatti, non opinioni. L’area francofona è sotto rappresentata, all’ESC, perchè c’è solo una parte della Svizzera, così come l’area italiana o quella ispanofona. E’ di tutta evidenza che questi sono paesi che dovranno impegnarsi maggiormente per ottenere i risultati migliori, perchè non godono delle affinità culturali con altre zone. E’ l’effetto della diaspora, che ha penalizzato i grandi paesi, ma non per motivi politici. Quindi non raccontiamoci storie.L’inglese per tutti aiuterebbe? Forse. Ma appiattirebbe il concorso. E alcuni paesi non sarebbero senz’altro d’accordo (la Francia in primis) e secondo me farebbero anche bene a non esserlo. Le regole del gioco sono queste, ognuno sceglie il modo di giocare.E se ne assume la responsabilità. Quanto al Regno Unito, è l’unico Paese che se volesse, potrebbe vincere ogni anno, perchè è l’unico che non ha problemi in questo senso, essendo il primo esportatore di musica in Europa. E il paradosso è proprio questo: avendo l’imbarazzo della scelta e avendo una facilità di esportazione, nessuno vuole rischiare di mettersi in gioco.
ricordo che non è obbligatorio organizzarlo se si vince, si può sempre rinunciare. E non dimentichiamo che le semi sono andate molto bene su RAI 4 con una media di 300k+. E no, smettiamola di tirare fuori la barba di Conchita (visto che 2 anni fa le andò male alla nf austriaca). Ha cantato bene.
Ha cantato bene. Si. Ma la barba ha un pò aiutato. Senza barba, non avrebbe avuto lo stesso successo (e lo stesso riscontro mediatico). Siamo sinceri.
A me la canzone di Conchita non piaceva, però era immaginabile la sua vittoria… La barba ha aiutato, e non poco… Tranquilli, se andava un qualsasi altro cantante a cantare la stessa canzone di Conchita, l’Austria non avrebbe vinto il concorso, sicuro!
O viceversa se in Italia quel pezzo l’avesse cantato un nome noto e non una drag queen, tutti i giornalisti avrebbero titolato che era la canzone più bella e mai scritta.. :P
A me basta pensare che l’Azerbaijan si sia classificata in una delle posizioni più basse mi fa sentire decisamente meglio.
Con la canzone di quest’anno, raffinata e intimista, non se lo meritava proprio.
Trovo le critiche davvero ingiustificate.
Primo: premetto che la conosco poco, l’ho seguita di fatto solo a Sanremo, ma che piaccia o no Emma vende, e pure tanto. E ha un grandissimo seguito. Se guardiamo a questo dato è sicuramente uno dei big della nostra canzone. La Rai per quattro anni di fila ha portato nomi innegabilmente potentissimi: questa politica è quella giusta per me.
Secondo: l’ho sentita cantare molto meglio a Sanremo. Non ha cantato bene, ma la performance era grintosa. Anche lo studio dell’esibizione è stato elevatissimo e si vedeva.
Quindi il lavoro c’è stato, anche tanto, e si è visto. Questo è quello che conta. Se poi non è piaciuto ce ne si può fare una ragione, del resto sono canzoni. Tutto il resto è noia.
Gualazzi è un artista che stimo e apprezzo tantissimo. Ma il suo esempio secondo me non può esser portato al pari degli altri. Con Gualazzi l’Italia rientrava all’ESC dopo 14 anni. Si è persino data alla RAI, con la Carrà, la possibilità di una deroga pazzesca rispetto a tutti gli altri Paesi, di imbastire una trasmissione a corollario. Gli unici con lo studio televisivo, ospiti e commentatori e non con le solite voice over. Il rientro dell’Italia è stato dunque sancito e come dire… spinto… da votazioni più di motivazione politica che musicale.
Nulla togliendo alla bravura di Raphael sia chiaro.
Più che un punto di partenza (o ripartenza), quest’anno ci siamo infilati un vicolo cieco. E non potete dire che questa scelta non odorasse di disastro fin dall’inizio.
Bisogna ritornare alla formula adottata fino all’anno scorso: selezionare da Sanremo. In questo modo, da un lato si lega l’ESC a quello che è l’evento più seguito della tv, e dall’altro si ha a disposizione una rosa di artisti tra cui scegliere, ognuno con un album in uscita da cui poter pescare il pezzo migliore.
Abbiamo portato a casa il peggior risultato di sempre … e dobbiamo anche ringraziare Malta e l’Albania per i voti alti che hanno voluto regalarci, sennò avremmo toccato il fondo della classifica (meritatamente) … ma la figuraccia che abbiamo rimediato non è tutta colpa di Emma … lei ha fatto tutto quello che sa fare, ma lo sappiamo tutti che lei, artisticamente, è un vero e proprio bluff costruito ad arte da Brando e dalla Universal … la colpa della disfatta italiana è di quei dirigenti Rai che si sono lasciati convincere a nominare lei a rappresentare il nostro Paese, come se non avessimo alcun altro artista degno di rappresentare l’Italia ..Perchè non continuare la strada intrapresa negli anni precedenti con artisti di classe ed eleganti?
Smettiamola di dire che la canzone non era quella giusta! La canzone era perfetta per l’esc…e se l’ascoltate bene il ritornello era molto simile (forse anche troppo) alla canzone vincitrice dello scorso anno! Non era la canzone sbagliata! Era sbagliato tutto il resto!