Eurovision 2014: oltre 39mila presenze, boom di pernottamenti
La spesa vale l’impresa, nel caso dell’Eurovision Song Contest. Se infatti le cose non sono andate come sperato sul fronte delle uscite, l’edizione 2014 è stata un trionfo sul fronte degli introiti, confermando ancora una volta come l’ESC sia tutt’altro che una rimessa. L’Ufficio del turismo di Copenaghen ha diffuso l’indagine completa sul ricavo economico dalla rassegna, ad integrazione di quanto avevamo già pubblicato nei giorni scorsi. L’indagine è stata realizzata interpellando spettatori della rassegna, cittadini danesi, i media internazionali e analizzando anche gli articoli pubblicati. Lo scopo dell’analisi era non solo capire la percezione della città e della sua capacità sul fronte organizzativo ma anche quanti soldi la gente ha speso durante il periodo eurovisivo e per cosa.
PRESENZE – Come detto, il fatturato economico è stato di 123 milioni di corone, dei quali 117 (ovvero il 95%) derivato dal turismo internazionale, con oltre 39mila visitatori, dei quali 17 mila dall’estero. Dei 39mila, circa 36mila sono turisti (16 mila danesi del posto, 14.500 dall’estero gli altri 6mila circa dal resto della Danimarca) mentre gli altri di sono da dividere fra giornalisti accreditati da tutto il mondo (1523) e componenti delle delegazioni (1182)
Sono stati 86mila i pernottamenti durante il periodo dell’ESC (circa 82mila di turisti internazionali e circa il 72% esclusivamente dovuti all’ESC), dei quali 51mila a Copenaghen e dintorni e 3000 circa nella vicina Svezia, separata solo dal ponte di Oresund. Il 52% degli spettatori della rassegna ha alloggiato in hotel, il resto sempre diviso fra media, staff e delegazioni. L’effetto generato dall’evento ammonta a circa 139 posti di lavoro a tempo pieno (127 nella regione di Copenaghen) e un gettito fiscale nazionale di 39 milioni di corone (5 milioni 236mila euro) e di 36 milioni (4 milioni 800 mila euro) nella regione di Copenaghen, dei quali 6 (800mila euro) derivati da imposte comunali.
DENARO INVESTITO – Chi è venuto a seguire l’Eurovision Song Contest ha ovviamente speso dei soldi, al di là del costo dei biglietti, non incluso nell’indagine. La durata media dei pernottamenti dei turisti danesi non della capitale è stata di 2,5 notti per una spesa media di 935 corone (125 euro), mentre gli stranieri hanno trascorso in media 4,3 notti a Copenaghen per una spesa media giornaliera di 1281 corone (171 euro). Chi è venuto dall’estero ha preferito alberghi o comunque alloggi commerciali rispetto ai danesi, da qui la spesa maggiore. Il 52% dei turisti complessivi ha alloggiato in hotel, un altro 23% fra bed and breakfast, camere affittate e simili. Chi non ha pernottato ha speso mediamente 292 corone al giorno (39 euro) se danese e 345 (46 euro) se arrivato dall’estero.
I circa 3000 pernottamenti in Svezia hanno portato un introito medio di 1,7 milioni di corone danesi. Per quanto concerne le delegazioni, molte sono arrivate diversi giorni prima delle semifinali e sono rimaste fino a dopo la finale: la media è di 7,6 giorni di pernottamento, mentre per i media la durata sale a 8,5. La spesa media non è stata misurata, ma è stata paragonata ad altri eventi simili (mondiali di ciclismo del 2011): 1900 corone (254 euro) per delegazioni e staff, 1500 (201 euro) per i media (a cronista). In tutti i casi, non è calcolata la spesa in ristoranti e locali nella regione di Copenaghen dei residenti, che dunque va aggiunta.
VALORE AGGIUNTO LORDO – Un’altra misura importante è il cosiddetto valore aggiunto lordo, ovvero quella parte del fatturato turistico derivato dall’attività economica, in questo caso dal turismo, lasciato per i redditi da lavoro dipendente e per i profitti (sottratto cioè il consumo medio), un valore quasi equivalente al PIL. Esso ammonta a 53 milioni (7 milioni 100mila euro) di corone per la regione di Copenaghen e 58 milioni (7 milioni 700mila euro) a livello nazionale. All’Eurovision Song Contest hanno lavorato anche 1300 volontari (per 62mila ore).
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