Eurovision Song Contest 2015, si vola verso i 30 paesi confermati
Questo weekend a Vienna si terrà una delle riunioni cruciali del Reference Group dell’EBU.
Tante le questioni sul tavolo, in primis legate alle iscrizioni al prossimo Eurovision Song Contest.
Vi avevamo lasciati a quota 20 paesi in gara in Austria, ma nelle ultime settimane sono arrivate altre conferme, in via ufficiale o semi-ufficiale.
Dall’area caucasica non mancheranno Azerbaijan e Georgia. Gli azeri, nonostante il magro bottino guadagnato lo scorso maggio, che ha sancito il peggior risultato del paese dal debutto, hanno voglia di riscatto. Ictimai TV non ha ancora chiarito quale sarà il metodo di selezione, ricordiamo però che l’anno scorso la rappresentante Dilara Kazimova fu scelta tramite il talent show Böyük Sehne.
La Georgia tornerà in gara evitando la squalifica. Il rischio di non rivedere il paese era molto alto, gli spettatori dell’Eurovision ricorderanno infatti che nel corso dell’ultima finale, l’EBU riscontrò una grave infrazione del regolamento da parte della giuria georgiana, annullando di fatto le loro valutazioni e facendo valere solo il parere del pubblico da casa.
In questi casi il paese incriminato può rischiare fino a 3 anni di squalifica, tuttavia sembra che la nazione la passerà liscia (probabilmente per raggiungere un considerevole numero di stati in gara in vista del 60° anniversario). La rete georgiana GPB potrebbe rivelare artista e canzone già nei prossimi giorni.
Arrivano due conferme di peso, quelle di Francia e Spagna. Le due Big torneranno e promettono novità.
I francesi sperimenteranno una nuova collocazione in palinsesto e, come vi avevamo già svelato, l’Eurovision passerà da France 3 a France 2. Una promozione non da sottovalutare, che dovrebbe aiutare il programma a raggiungere una maggiore audience. Che ci sia la decisione di puntare su un big della musica francofona dietro la scelta?
Gli spagnoli potrebbero invece sfruttare come selezione The Hit, un nuovo format televisivo-musicale d’importazione irlandese che si pone come obiettivo la ricerca di cantautori emergenti e brani da trasformare in successi da classifica. La stessa Irlanda, si vocifera, potrebbe abbandonare il The Late Late Show per abbracciare questa nuova soluzione.
Anche i cugini del Portogallo saranno in Austria. I lusitani lo scorso maggio sono tornati a casa con l’amaro in bocca, vista l’eliminazione di Suzy in semifinale, ma RTP ha confermato che tenterà nuovamente l’esperienza eurovisiva nel 2015.
L’Ungheria, inizialmente inserita nella lista provvisoria e poi esclusa, dovrebbe tornare regolarmente in gara.
Infine dall’area balcanica non dovrebbero mancare Grecia e Montenegro. Questi ultimi saranno con certezza in terra austriaca, visto il buon esito del brano di Sergej Cetkovic che ha regalato il primo passaggio in finale al paese. La rete montenegrina RTCG potrebbe annunciare il proprio artista a inizio 2015.
Situazione più delicata per la Grecia. La NERIT nelle scorse settimane ha confermato la partecipazione a esctoday tuttavia l’EBU sta monitorando da vicino la situazione greca. Come ricorderete, la nuova rete pubblica ellenica è stata accettata fra i paesi in gara all’Eurovision 2014 in tempo record e con deroga speciale, nonostante mancassero alcuni requisiti fondamentali per l’iscrizione.
Pare che l’assestamento della rete non stia seguendo i criteri voluti dall’organismo che riunisce le tv pubbliche europee, e che sovrintende alla kermesse musicale. Sostanzialmente la rete è controllata dal governo in carica, questo non rispetterebbe i requisiti di indipendenza dell’emittente e pluralismo del consiglio di amministrazione. Tale questione sarà fra quelle discusse nell’imminente Reference Group.
Altra questione sul tavolo quella legata alla Turchia. Quest’oggi İbrahim Şahin, direttore generale della rete turca TRT, ha annunciato ufficialmente che il paese non sarà in gara all’Eurovision 2015, allungando così a tre anni il periodo di assenza del paese dalla manifestazione. Tuttavia potrebbero esserci ancora speranze in quanto non è escluso che l’EBU tenti ancora di convincere la Turchia al ritorno.
Le nazioni citate vanno ad aggiungersi alle venti già confermate: Austria, Armenia, Belgio, Bielorussia, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Irlanda, Islanda, Lituania, Macedonia, Malta, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito, Russia, Svezia e Svizzera.
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