Sanremo 2015, Arisa: “Se il vincitore non volesse partecipare all’Eurovision, vado io”
Nella conferenza stampa di presentazione Sanremo 2015, tenutasi oggi, Carlo Conti ha anticipato i nomi dei campioni in gara, che vedremo domani, nella prima serata del Festival. Apriranno questa 65esima edizione: Annalisa, Malika Ayane, Alex Britti, Chiara Galiazzo, Dear Jack, Grazia di Michele/Mauro Coruzzi, Lara Fabian, Gianluca Grignani, Nek, Nesli.
Tante le domande dei giornalisti in sala, tra cui spicca quella di Paolo Giordano (de il Giornale), che nonostante la lunga esperienza come esperto di musica, ancora oggi in un’unica domanda è riuscito ad unire “Eurofestival” e “Eurosong”, dimenticando (volutamente o meno) il vero nome dell’evento, che non ha sbagliato nemmeno Carlo Conti, ovvero Eurovision Song Contest (o Eurovision per semplificare).
La domanda di Giordano è su Conchita Wurst e le polemiche degli ultimi giorni relative alla sua ospitata al Festival (e va detto, polemiche davvero superflue e di pochi esagitati riuniti in qualche gruppo Facebook), chiedendo spiegazioni sul perché sia stata invitata.
La risposta di Carlo Conti è stata chiara e precisa: “Il vincitore rappresenterà l’Italia all’Eurovision Song Contest e abbiamo invitato chi ha vinto l’ultima edizione. Quarant’anni fa avrei invitato gli ABBA, nel 2014 ha vinto Conchita Wurst e ho invitato la Wurst. Qui viene come artista e canta la sua nuova canzone, non farò nessun tipo di intervista, ad intervistarla ci ha già pensato tempo fa Giletti nel suo programma…”.
Si sono aggiunti poi i commenti delle due “vallette” d’eccezione, Emma Marrone (che con ironia ha detto “Chi arriva 21esimo all’Eurovision presenta Sanremo!”) e Arisa, che si è di nuovo lanciata in una auto-candidatura: “Se il vincitore di Sanremo non volesse partecipare all’Eurovision, c’è Arisa che partecipa”. Insomma, per Arisa è ormai amore nei confronti dell’ESC e ce lo ha ricordato ancora una volta.
Segui Eurofestival News anche su Google News, clicca sulla stellina ✩ da app e mobile o alla voce “Segui”.
Non perderti le ultime notizie con le notifiche in tempo reale dal nostro canale Telegram e WhatsApp. Seguici su tutti i principali Social Media (qui l’elenco completo) e scopri come sostenerci e sostenere una informazione da sempre indipendente.
Eurofestival News è anche una comoda Web App gratuita che puoi portare sempre con te, scaricala subito sul tuo smartphone.
Eurofestival > 12 lettere
Eurovision > 9 lettere
Se si parla di “abbreviazione”, tanto vale usare il termine più “breve” no?
p.s. su Il Giornale di oggi a quanto pare aveva la stessa velocità imposta in conferenza stampa, visto che si continua con Eurofestival (e non credo sia per questioni di mancanza di spazio, visto quanto fatto notare poche righe sopra) :P
Premettendo che Eurosong non si può sentire, da EUROFESTIVALnews non mi pare giusto parta una “battaglia” contro l’uso dell’italica dicitura “Eurofestival “! :)
Leonardo,
non è partita nessuna “battaglia”…oltre al fatto che “Eurofestival NEWS” è nato nel 2010, quando l’Italia non era ancora rientrata in gara e, con tutta la buona volontà, cambiare il nome di un sito non è come sostituire una targhetta su un raccoglitore (senza dimenticare che Eurovision è un marchio registrato…). ;)
Mamma mia questi giornalisti permalosi. Ma bastava dire Eurovision, breve conciso e via.
Cmq tornando a parlare di cose più serie, sono felice che finalmente anche i cantanti comincino a parlare di Eurovision e a proporsi. È una gran bella notizia.
In bocca al lupo a tutti u campioni in gara, sperando vinca davvero il migliore!!
Grande Arisa! Dai che prima o poi arriverai su quel palco internazionale! W Eurovision e chi lo chiama correttamente :P
Confermo quanto scritto poco sopra, vero che Paolo Giordano è stato uno dei pochi che ha sempre scritto di Eurovision, però cavoli, proprio da lui certi errori (per carità nulla per cui vada crocifisso ovvio, c’è chi fa di peggio) non me li aspettavo :) Rimane naturalmente tutta la mia stima nei suoi confronti come giornalista, e speriamo che sia il primo a dare il buon esempio prossimamente :)
Sarebbe anche ora, dopo ormai 4 anni, che si cominci a chiamarlo con il suo nome, che sia Eurovision Song Contest o Eurovision, poco cambia, ma basta sentir sempre e solo “Eurosong” “Eurocanzone” “Eurofestival della Canzone” e chi più ne ha più ne metta. Da questo punto di vista bisogna dare atto che molti blogger hanno fatto un lavoro cento volte migliore di tante firme note della nostra carta stampata.
Mi sono già scusato della voluta crasi fatta nel corso della mia domanda all’Ariston. Nella obbligatoria velocità imposta durante le domande della conferenza stamp, ho usato la stessa abbreviazione usata da tanti quotidiani nella titolazione. Sono da sempre tifoso di questa manifestazione, della quale ho anche, seppur marginalmente, ho fatto parte. Perciò la vostra annotazione mi pare, oltre che esagerata per spazio occupato, anche inutilmente pretestuosa. Paolo Giordano
Grazie del commento Paolo e grazie per essere fan della rassegna (cosa che molti, oltre noi, apprezziamo da tempo).
Per il resto, ci siamo basati solo su quanto detto in conferenza stampa, nulla di personale ovviamente, ma ci ha stupito solamente che un esperto di musica – che appunto conosce bene la manifestazione in oggetto – si sia cimentato in un “Eurofestival” e poi in un “Eurosong” nella stessa domanda… in fondo bastava un semplice “Eurovision” (rimanendo in tema abbreviazioni). Tutto qui.
Siamo consapevoli che molti quotidiani continuano a scrivere “Eurofestival” o altre diciture (in alcuni casi) molto fantasiose, ma se tutti continuano a chiamarlo come preferiscono, perché gli altri fanno altrettanto, non si cambierà mai la situazione. In fondo, The Voice viene chiamato The Voice e la Champions League rimane Champions League (o al massimo “la Champions”) e via dicendo… l’evento si chiama Eurovision Song Contest, ed è giusto che si citi con il nome corretto come si fa per altri programmi, al massimo abbreviandolo in Eurovision (breve e facile da ricordare).
Come molti ci siamo semplicemente domandati come mai ancora oggi così tanti giornalisti facciano fatica a scrivere Eurovision. Nulla più, senza polemiche personali verso l’uno o l’altro (questo ci teniamo a ribadirlo).