Clamoroso in Grecia: il Parlamento vota per la riapertura di ERT
Caos tv infinito in Grecia. Riapre ERT. O meglio, sta per riaprire, mentre NERIT è ancora in vita. Il Parlamento greco, come si sa insediato da poco e con una maggioranza assai diversa dalla precedente, con Syriza primo partito e Alexis Tsipras premier, ha votato la riapertura della tv di stato chiusa per decreto dal precedessore al Governo, il conservatore Antonis Samaras (Nuova Democrazia).
Con tale decisione, il Parlamento ha votato anche per la riassunzione di oltre 1.500 dipendenti della ERT. La quale era stata chiusa nel 2013, accusata di essere troppo legata ai partiti, nepotismo ed enormi sprechi di denaro pubblico. Pochi giorni dopo, i giornali pubblicarono il contenuto di rapporti ufficiali sui quali indagava la magistratura e dai quali risultava una lunga serie di scandali con stipendi astronomici e bonus milionari elargiti a dirigenti e giornalisti di ERT, appalti di lavori a società-fantasma, assunzioni illegali e così via.
NERIT, come si ricorderà è nata molto dopo, con la Grecia per lungo tempo soltanto con una tv ponte (DT). E questo, oltre a privare i greci di un vero servizio pubblico (ERT trasmise per alcuni mesi in streaming grazie all’EBU), mise a rischio anche la partecipazione eurovisiva, garantita solo in deroga nel 2014 perchè non c’era ancora l’iscrizione all’EBU e incerta sino all’ultimo anche quest’anno, sino alla conferma.
Non è ancora stato definito quando riaprirà la nuova televisione, ma intanto questa decisione del Parlamento (peraltro la volontà di riaprire ERT era stata annunciata da Tsipras una volta eletto) rimescola di nuovo le carte. Per il passaggio di consegne, pare certo, ci vorrà del tempo: quando ripartirà, infatti ERT dovrà fare i conti con lo snellimento che era stato messo in atto per la creazione di NERIT.
Tagli che resteranno anche grazie a un audit esterno, nonostante la volontà di ripristinare l’offerta radiotelevisiva come era prima, ovvero quattro canali televisivi, di cui uno internazionale, e le 19 emittenti regionali della radio. Ci sarà poi una riforma della governance: cinque dei sette membri dei Consiglio di amministrazione saranno eletti dalla commissione Trasparenza del Parlamento, i restanti due dal personale della ERT con voto segreto.
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