Eurovision 2015: le nostre impressioni dopo le prove delle Big 7

[ QUI le impressioni sulle prove de Il Volo ] Gli austriaci sembrano partecipare giusto per fare gli onori di casa. L’esibizione è minimale, spoglia, a tratti pare improvvisata e poco preparata. Il cantante dei The Makemakes ci pare vocalmente sforzato e impreciso ma sono le 10.25 e la voce al mattino ha bisogno di essere riscaldata. L’impressione è che però un brano ed un’esibizione così incolori, in finale verranno dimenticate facilmente al momento di votare.

Ci piacerebbe dirvi come ha cantato Edurne nella prima prova ma abbiamo sentito poco. Gli spagnoli in sala stampa hanno urlato in maniera scomposta per tre minuti. Lei parte seduta sul ballerino, sdraiato al centro del palco. Indossa un mantello rosso con cappuccio. Poi si alza e a metà canzone il mantello viene tolto e rimane in un abito lungo e dorato con spacco vertiginoso. È bella come poche, forse la più bella quest’anno. Il ballerino a dorso nudo rientra in scena. La parte ballata risulta un po’ forzata e ricorda l’Estonia dello scorso anno. Nella seconda prova riusciamo pure a sentirla, canta bene e il pezzo è suggestivo. Ci lascia perplessi la parte ballata e la regia va ancora sistemata un po’, le inquadrature non convincono e sembrano a tratti abbozzate alla meglio… ma l’impressione è più che buona.

La tedesca Ann Sophie parte al centro del palco di spalle in un outfit a metà tra Eva Kant e Lena 2011. Alle sue spalle fari giganteschi e coristi, l’atmosfera è a metà tra James Bond e Diabolik. Vocalmente non sgarra ma il brano continua a non farci impazzire. Lei è convinta, concentrata e tranquilla, ne esce molto bene. È ammicante e languida senza esagerare. Decisamente più convincente del pezzo stesso. La regia è semplice ed effettiva, funziona. La sala stampa applaude parecchio.

I britannici Electro Velvet ci lasciano perplessi. La resa vocale è tutto fuorché perfetta, il numero vagamente confuso, in sala stampa la gente ride più volte durante le esibizioni. È un pezzo che può iniziare a divertire dopo più ascolti ma lascia perplessi al primo. A occhio e croce finiscono in fondo alla classifica. Un’altra volta.

Lo stage della francese Lisa Angell è vagamente macabro e ruffiano. Rovine di guerra sullo sfondo con colombe che volano random di tanto in tanto. Se ci limitiamo all’aspetto prettamente vocale è la più precisa fino ad ora, aspetto che le fa ricevere un caloroso applauso sul finale. Consegna tre esibizioni vocalmente perfette, ci pare però nervosa. In chiusura entrano quattro ragazzi con dei tamburi con un’armata alle spalle sullo sfondo. Se riesce a trasmettere un certo tipo di messaggio ed emozione potrebbe cavarsela meglio di quello che dicono le previsioni… ma per il momento non riusciamo veramente ad impazzire per il pezzo.

Le prove di Guy Sebastian sono le più attese. L’australiano canta benissimo e sembra molto a suo agio. Lo staging è tra i meglio studiati e moderni. Si nota subito un’impronta scenica più americana che europea, particolare che può farlo risaltare e ricordare al momento delle votazioni. Il brano è molto radiofonico e sembra avere le carte per poter vivere di luce propria a manifestazione conclusa. Pericoloso? Decisamente.


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