Eurovision 2015, le reazioni ai flop nei media di Regno Unito e Francia

Reazioni diverse nel Regno Unito e in Francia ai fallimenti. Se infatti in casa britannica l’indice è chiaramente puntato sulla BBC, rea secondo i giornali inglesi di non prendere sul serio il concorso, in Francia, come da tradizione l’attacco è al concorso stesso, che “non prende in considerazione la tradizione musicale francese”. Un refrain ormai popolare oltralpe ogni volta che la Francia fallisce. Ma andiamo con ordine.

Electro Velvet

Il più netto, nei giudizi è The Guardian, quotidiano molto attento all’attualità, recentemente vincitore del Premio Pulitzer, che in una analisi sfodera una serie di motivi che distanziano il Regno Unito e dopo aver scherzato sull’outfit di Mans Zelmerlow (“I pantaloni di pelle, per l’amor del Cielo, non siamo riusciti nemmeno a sconfiggere un uomo con i pantaloni di pelle!”), sui baci lituani e sulla “donna ungherese che si è accorta solo adesso che le guerre sono brutte”, prima teorizza un’uscita del Regno Unito dal concorso usando lo stesso termine in voga in questo periodo relativamente ad una possibile uscita britannica dall’Unione Europea (Brexit), poi però spiega come con una serie di accorgimenti, il Regno Unito possa ancora farcela: restituire al popolo la scelta della canzone tramite un concorso nazionale, annunciare meglio la entry, prendere parte alle semifinali (“essere una big 5 è una sorta di privilegio economico e non c’è da meravigliarci se nessuno vota per noi”).

E soprattutto “portare canzoni migliori”: l’espressione non rende bene tradotta in italiano, l’originale – divertentissimo – è “Don’t enter a song that sounds like the Birds Eye Potato Waffles jingle being played on a series of malfunctioning dentist drills by the army of undead children who live under your stairs”.

Più di qualche media, fra questi anche The Independent, sottolinea come serva un concorso attrattivo, sul modello del Melodifestivalen (“a big event“). L’alternativa (per il Guardian) è assoldare un artista che scriva canzoni valide, “come Gary Barlow”. Nome che peraltro spesso è circolato in casa inglese.

E se Daily Mirror e Daily Mail puntano sull’ironia, dileggiando “Still in love with you” (anche il Guardian non è da meno) e il Telegraph sottolinea come nemmeno gli australiani abbiano votato Regno Unito, The Indipendent mette i motivi del successo di Mans Zelmerlow (attrattività, artista e canzone credibile, interazione col palco) al servizio della causa BBC e poi spiega che non è un caso che l’ultimo successo sia uscito da un brano scritto da un big (Andrew Lloyd Webber) cantato da un’artista scelta dal pubblico (Jade):

La BBC deve rendersi conto di come è cambiato il concorso”. E più di qualcuno dice che se la tv non riesce fare il salto di qualità “è bene che passi la mano ad altri”. Segnatamente alla ITV o a Channel 4 (pure loro membri EBU). Dal canto loro, gli Electro Velvet, pur dispiaciuti per il risultato si sono detti “Onorati di aver partecipato e fatto questa grande esperienza”.

Lisa Angell

Oltremanica,  la prima a prenderla “con filosofia e autocritica” è France 2, che dopo l’insuccesso di Lisa Angell, per bocca della responsabile dell’intrattenimento di France 2 Nathalie Andrè definisce l’Eurovision “Una mascherata”: “Ci sono troppi giochi politici e paesi che si votano fra loro per conoscenza o interessi: vorrei che si votasse per il cantante e per la voce, non voglio rientrare in questi giochini“.

E ancora: “Dobbiamo chiederci per l’anno prossimo anzitutto: è il caso di partecipare ancora? Non decido io, ma se dipendesse da me direi “Grazie e ciao”, non ci sarebbe una nuova partecipazione. Certo nel caso dovessimo partecipare bisogna portare qualcosa di più moderno“. Anche la stessa Angell aveva parlato di ingiustizia e di “qualcosa che va oltre la musica“.

Le Parisien è durissimo. Dopo aver sottolineato come la rete abbia sostanzialmente bocciato Lisa Angell, definendo la sua canzone “inappropriata” fa da cassa di risonanza a tutti i media (agenzie di stampa in testa) che chiedono il ritiro della Francia dal concorso. Quasi tutti i giornali (compresi quelli belgi di lingua francofona) parlano di Francia “umiliata” e “ridicolizzata”.

La tesi del ritiro è bocciata su Le Figaro dall’ultima vincitrice francese Marie Myriam: “Se la Francia si ritirasse farebbe la figura di quella che non sa perdere. I voti politici ci sono stati sempre. Tutti gli anni diciamo che vogliamo ritirarci. Voglio dire: non vinciamo il Roland Garros (il maggior torneo di tennis internazionale francese ndr) dal 1983 ma non per questo abbiamo smesso di partecipare. Dobbiamo riprovare”.

Peraltro nel presentare la finale, Le Figaro aveva titolato: “Tutto il mondo canta male, ma in inglese“… 20 Minutes sottolinea anch’esso come il modello da prendere sia la Svezia ma soprattutto il Melodifestivalen riportando le parole di una cronista svedese: “Il Melodifestivalen ha contribuito ad accrescere l’interesse del pubblico svedese per il concorso, credo che un concorso nazionale potrebbe aiutare la Francia“. In questo senso, sono emblematiche le parole della citata Marie Myriam: “Se il Paese che invia una canzone l’adora, può far credere all’Europa che è bellissima. Non è il caso nostro…“.


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Emanuele Lombardini

Giornalista, ternano, cittadino d'Europa

17 Risposte

  1. Franck ha detto:

    Primo, devo dire che mi piaceva motissimo la canzone francese, altrettanto piu che ne capisco le parole.
    Ma non erano cosi numerosi i fan della canzone in Francia stessa prima del concorso in verita.

    Bisogna sapere che la canzone scelta dalla TV francese era stata seriamente criticata dai media per essere fuor di moda musicalmente, quando si compara con le tendenze musicali attuali, anche in Francia ! Eccetto me (ed alcuni altri, France 4 Inclusa), nessun credeve che la canzone francese avesse potuto fare un buon risultato, altrettanto piu che avevamo il secondo posto sul palcoscenico della finale.
    Cosi, non capisco le reazioni della stampa francese dopo il concorso. Anche la responsabile dell’intrattenimento di France ha riconosciuto che l’Eurovision e cambiata ! Mi sembra che non conoscesse il concorso in versione recente ! Questo e il vero problema.
    E poi, nessuna canzone con un messaggio ha sedotto le giurie ne il pubblico: Armenia, Ungaria, ma anche Polonia hanno finito con cattivi risultati. La canzone francese non e eccezzione da questo punto di vista.

    Non so che cosa deve fare France 2, ma mi sembra importante che abbiano un responsabile che conosca meglio il concorso e le tendenze recenti dei brani vincenti o nella top 5 del concorso almeno, puittosto che scegliere secondo i propri gusti musicali o intellettuali (sic).
    Non credo che immitare il melodifestival svedese sia la sola soluzione (non sono fan del Melodifestival): la Norvegia ci da meno sforzi et finisce abbastanza bene nella classifica secondo gli anni: e non dobbiamo essere ben classificati ogni anno naturalmente.
    Ma e vero che se France 2 avesse voglia di implicarsi molto di piu con una vera competizione di selezione di tre o quattro settimane, forse il pubblico crederebbe meglio nelle nostre canzoni. Ma non aspettate celebrita in una selezione aperta: solo “amatori ” rischeranno il loro talento con la speranza di guadagnare questa ricercata celebrita sul palcoscenico interno francese essenzialmente.
    Il problema e che la canzone francese non e abbastanza “internazionale” e risponde piuttosto a una domanda interna francese, riguardando lo stile musicale (cio non significa che i standard della canzone francese siano cattivi di certo).

    • pointless_nostalgic ha detto:

      Credo che la valutazione del testo debba diventare un criterio esplicito di valutazione delle giurie. Anche io ho notato che molte canzoni con un testo importante sono state completamente ignorate.

  2. pointless_nostalgic ha detto:

    vi prego, veramente una ossessione per il melodifestivalen! qua si va verso il melodifestivalen europe, vi prego no!
    Non è il format, è la canzone. UK ha mandato di fatto due dilettanti, La Francia ha mandato una grandissima voce, con un pezzo profondo sulla Grande guerra, ma musicalmente poco accattivante e piazzato nella posizione più sfigata di tutte.

    Tutto il resto – come la cosa dei big5 o dei voti politici – è fuffa.

    La vera cosa su cui intervenire sono i criteri con cui votano le giurie. Sappiamo, per esempio, che la profondità del testo è esclusa dai criteri espliciti di giudizio – che follia – mentre viene richiesto espressamente di votare la “messa in scena”. Inoltre, non chiaramente, ma il discorso di limitare la diaspora è sempre presente. Invece bisognerà mettere semplicemente dei musicisti a giudicare la musica, da qualsiasi paese provenga. Lo dico da anni, fin da quando ci andava bene, che la composizione delle giurie è il vero problema.

    • Danilo ha detto:

      Che le giurie abbiano troppo peso ne sono convinto anche io. Basterebbe un 30% e forse sarebbe già troppo. Non si può dare, aldilà della competenza, a 5 persone tutto questo potere. Il televoto va un po’ corretto, ma non lo si può stravolgere del tutto: non si possono a prescindere condannare al 25° e 26° posto le canzoni di Albania e Romania, solo per compensare il sicuro televoto al 1° e 2° posto, facendo sì che alla fine non prendano neanche un punto dall’ Italia. Un’ assurdità. Quando poi anche loro smetteranno di votarci ….
      I francesi l’anno scorso avevano fatto una trasmissione per selezionare con il televoto il rappresentante…a giudicare da chi scelsero mi vennero molti dubbi,sia sulla regolarità dello stesso, sia sulle possibilità della Francia in finale, che infatti prese solo 2 punti. Il gruppo dei Destan aveva una canzone dignitosa per l ‘ Eurovision, niente di eccezionale, ma avrebbe potuto fare meglio di quelli che sono andati a Copenaghen a cantare una ridicola canzone sui baffi che non piaceva nemmeno ai francesi( per questo ho dei forti dubbi su quel televoto che si e’ protratto per alcune settimane)

      • pointless_nostalgic ha detto:

        Quei 25* 26* posti, chiaramente tattici, fatti solo per affossare il punteggio alla canzone sono davvero vergognosi.

  3. Alessandro Sanna ha detto:

    Ma vogliamo parlare dei due pezzi in questione?
    Quello inglese sembra catapultato paro paro dagli anni ’80, un pezzullo insignificante che ho dovuto riascoltare per ricordarmi com’era.
    E vogliamo parlare della Francia, un pezzo triste da toccarsi gli zebedei cantato da una Morticia inquartata?
    All’Eurovision bisognerebbe portare pezzi un po’ più solidi e anche più allegri.
    Hanno criticato il pezzo di Israele però il brano è allegro e si fa ricordare, se non altro per la mise di quel 16enne che sembra un 35enne; hanno criticato il pezzo di Boggie che è una delicatissima ballata – tra l’altro molto ben cantata. Se vogliono risultati, inizino a mandare cantanti decenti con pezzi decenti: non gli si chiede di schierare David Bowie o Charlotte Gainsbourg ma mi sembra ci sia ampio margine di manovra per onorare meglio l’Eurovision. Poi facciano come vogliono, diano la colpa agli altri, se la prendano con i magheggi politici di cui i due paesi sono riconosciuti maestri e continuino a fare figure di tolla.

  4. Mauro ha detto:

    In Italia si potrebbe fare un concorso di selezione slegato da Sanremo, anche perché i cantanti di primo piano a Sanremo non ci vanno più.

  5. Mattia ha detto:

    A quelli che accusano UK di non portare grossi personaggi all’ESC vorrei far notare che artisti come i Bastille o simili non è che abbiano tanto interesse a partecipare ad una manifestazione che potrebbe “bocciarli” di fronte al pubblico europeo. La francia ci provò portando Anggun e non funzionò.

    La verità purtroppo è quella descritta dai Francesi. L’ESC è un concorso che va oltre la musica. Entrano in gioco troppi fattori e non tutti hanno la fortuna di ritrovarsi la Conchita di turno, o i soldi degli Azeri. La canzone svedese poteva anche parlare di torte da cucinare, con quella messa in scena e la pubblicità garantita dal Melodifestivalen avrebbe vinto lo stesso.

    Un altro punto da valutare secondo me è la partecipazione alle semifinali. è in dubbio che le Big5 godano di una certa antipatia tra i colleghi sfigati. Tra l’altro l’esibizione in una serata precedente alla finale farebbe conoscere meglio anche il pezzo e l’esibizione a tutto il pubblico eurovisivo. Che durante le semifinali potrebbe affezionarsi ad un pezzo e rivotarlo in finale magari boicottando i Big5.
    Io manderei in finale di diritto solo il paese ospitante. Non foss’altro per il fatto che sarebbe davvero brutto vedere l’ESC in Svezia senza il pezzo svedese.

    • clamark80 ha detto:

      D’accordo con te Mattia, io sostengo debbano cambiare le regole, l’unica qualificata di diritto in finale deve essere il paese vincitore, le Big 5 devono giocarsi l’ammissione, anche perchè c’è da dire che a volte presentano pezzi che non supererebbero le semi finali a scapito di paesi che la meriterebbero ma che restano fuori per questioni di numero, inoltre aggiungo che andrebbe abolita la giuria e lasciare che sia il televoto a decretare il vincitore.

  6. Donato ha detto:

    Boh, io temo che un concorso qui in Italia in stile Melodifestivalen cozzerebbe con Sanremo. Al massimo cambierei la formula di quest’ultimo (mettendo, per esempio, nella stessa gara i cosiddetti big e i giovani).
    Sui talent siamo assolutamente d’accordo. L’unico che forse potrebbe interessarmi dovrebbe riguardare non i cantanti (di belle voci è pieno il mondo) ma i cantautori.

  7. Alessandro Sanna ha detto:

    Concordo che non basti (e non sia necessario) un festival per avere una buona canzone: diciamo che riduce – di molto – la possibilità di portare una brutta canzone all’ESC, soprattutto nel momento in cui ci fosse, in qualche modo, la partecipazione al televoto di altri paesi. Personalmente preferirei vedere in Italia un Melodifestivalen (che guarderei) piuttosto dei tanti talent musicali che non guardo nemmeno se m’ammazzano. Fatto salvo il Festival di San Remo che per me sta bene dove sta.

  8. Alessandro Acq ha detto:

    I francesi sono sempre quelli, per loro è sempre colpa degli altri.
    Lo UK invece dovrebbe fare un concorso e puntaste su artisti attuali e non su vecchie glorie (Humperdinck, i Blue, Bonmie Tyler). Io faccio sempre l’esempio dei Bastille perché sono un fan di Dan Smith &co. Ma veramente la gran Bretagna necessiterebbe di artisti del genrre

  9. Donato ha detto:

    Condivido tutti i punti di Alessandro Sanna tranne (e solo in parte) l’ultimo. L’idea che per vincere un Eurovision sia necessario avere tante copie de Melodifestivalen non mi convince. Non è così difficile capire se una canzone possa o meno convincere il pubblico, a prescindere dall’esistenza di un concorso di selezione. Il Belgio quest’anno senza alcuna manifestazione tipo Sanremo o Melodifestivalen ha portato un buon brano che si è anche piazzato benissimo nella finale di sabato. Invece da quanti anni Francia e Regno Unito non riescono a portare una canzone perlomeno decente? Troppi.
    Le due reti televisive inglese e francese hanno semplicemento snobbato l’Eurovision e sono state giustamente “punite”. E ciò mi fa alquanto imbestialire visto che i due paesi in questione (soprattutto il Regno Unito) vantano le migliori scene musicali europee (se non mondiali) e potrebbero fare delle scelte vincenti senza alcuna difficoltà.

  10. Alessandro Sanna ha detto:

    Tutti i ragionamenti riportati, a parte il concorso nazionale, sono fallaci.
    1) l’Inghilterra e la Francia sono big come l’Italia; loro hanno preso sberle, l’Italia è stata la più televotata;
    2) la lingua: il francese non c’entra niente, ci sono canzoni bellissime in francese ma non basta cantare in inglese una brutta canzone per pensare di avere speranze di vincere; il Volo ha cantato in italiano e di nuovo, sono stati i più televotati;
    3) i giochetti politici ci sono sempre stati ma di fronte a brutte canzoni non si possono tirare fuori come paravento; prima Inghilterra e Francia se ne renderanno conto, prima riusciranno a portare a casa dei risultati.
    Sul tema del concorso invece do loro ragione: in Italia c’è il Festival di San Remo che, non per niente è il padre dell’Eurovision Song Contest: da questo punto, potrebbero in effetti organizzare qualcosa come il Melodifestivalen, cosa che permetterebbe anche al resto di Europa di conoscere le loro proposte. Aggiungo che non sarebbe male se anche la RAI, parallelamente al Festival o in alternativa allo stesso, sviluppasse delle iniziative volte a focalizzare maggiormente l’attenzione del pubblico sull’ESC. Facendo quattro conti, il Festival dura 1 settimana, l’ESC, più o meno, altrettanto; il Melodifestivalen dura un mese e mezzo. Converrebbe alla stessa RAI monopolizzare altri 6 sabati per scegliere il candidato all’Eurovision invece di far fare tutto al Festival.

  11. La Francia ci sarà. L’EBU non può permettersi un Eurovision senza la Francia, figuriamoci. Faranno di tutto, ma le possibilità che la Francia non partecipi credo siano ridottissime

  12. clamark80 ha detto:

    La canzone della Gran Bretagna si sapeva fin dall’inizio che sarebbe stato un flop, quella Francese invece seppur lei fosse molto brava la canzone l’ho trovata un po piatta, io credo che dovrebbero dar modo alla gente di scegliere tramite una selezione nazionale (stessa cosa vale x la Spagna)…comunque esprimo un pensiero personale, per me la Francia non parteciperà nel 2016.

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