Eurovision 2016: ecco i greci Argo, discendenti di rifugiati con la loro canzone di speranza
L’Eurovision delle storie da raccontare. L’anno scorso, sotto l’ombrello dello slogan “Building bridges” la rassegna ha proposto una serie di storie canore e di vita che mostravano come la forza di andare oltre la barriere della difficoltà e costruire ponti. Quest’anno, “Come together” sembra essere stato assimilato da molte delle tv nazionali in gara come un modo per raccontare storie lontane dai riflettori. Storie di guerre, ma anche di persone.
Così se l’Ucraina, di ritorno un pò d’assenza, con Jamala porterà alla ribalta il tema della deportazione dei tatari di Crimea, la Grecia, altro paese che ha voluto esserci nonostante i gravi problemi porterà sul palco musicale più importante al mondo due questioni di stretta attualità ma allo stesso tempo, che rimandano al passato: il problema dei migranti e la crisi economica.
E lo farà con gli Argo, già Europond. Che non sono una band qualunque. Perché i sei componenti sono tutti discendenti di greci che abitavano la regione turco-orientale del Ponto, dalla quale i loro antenati furono costretti a scappare dopo l’armistizio di Mundanya, che chiude la più sanguinosa delle guerre che hanno coinvolto il popolo greco, quella contro i turchi dal 1919 al 1922: oltre 80 mila morti complessive fra greci e turchi, deportazioni e l’avvio di tensioni fra i due paesi che sfoceranno nella questione del controllo di Cipro del 1974 e che tuttora sono dormienti ma non sopiti.
Si tratta di un conflitto anche questo, come quello dei Tatari di Crimea, completamente dimenticato dai libri di storia, eppure di una importanza straordinaria, visto che la Grecia ne uscì sconvolta anche a livello demografico mentre la Turchia conquistò i confini attuali. Per fare un po’ di storia, il conflitto scoppiò nel 1919, quando Kemal Ataturk, a capo dell’ormai declinante impero Ottomano volle riprendersi l’Anatolia e la Tracia orientale, occupate dalla Grecia dopo l’armistizio di Murdos che chiuse la Prima Guerra Mondiale ad est e la successiva assegnazione alla Grecia di quelle terre.
Quasi 4 anni di conflitto, cristiani massacrati dai turchi in Grecia (5000 solo nel Ponto) con un genocidio riconosciuto e massacri di turchi, sino all’armistizio e al successivo trattato che riassegnò alla Turchia quelle zone e il successivo esodo forzato dei greci che le abitavano.
La storia della Grecia si incastra fortemente coi problemi attuali nel testo di “Utopic land”, la canzone che porteranno in concorso a Stoccoma e sarà presentata a marzo. Una canzone che secondo le prime indiscrezioni, sarà uptempo e con influenze etniche, ma molto diversa dalle hit danzerecce portate in concorso nel recente passato dalla Grecia: “Non ci saranno ballerine, provocazioni o effetti speciali, quest’anno, perché la situazione in Grecia è diversa, adesso”, ha dichiarato Dionis Tsakis, il presidente della tv nazionale ERT, ex musicista.
Gli Argo canteranno dunque delle battaglie dei rifugiati che arrivano sulle loro coste e della vita durissima nella Grecia attuale strozzata da un durissima austerità e dalla crisi economica, ma lo faranno con ottimismo: “We are the rise of the rising sun, dance with us and have some fun. We are the rise of the rising sun, fight with us for a utopian land”, cantano nel ritornello in inglese che incornicia un testo in lingua greca e dialetto del Ponto (quest’ultimo per la prima volta sul palco eurovisivo).
“E’ un invito a non mollare, a lottare per creare la terra dei nostri sogni – spiegano ai media – i problemi ci sono ma c’è sempre una via d’uscita, una soluzione e dobbiamo lottare per trovarla. I rifugiati hanno vissuto guardandosi alle spalle, ma ora possono guardare avanti. Così noi possiamo fare nella nostra situazione attuale”. Caratteristico in tal senso il verso nel dialetto del Ponto: “Qui si fa buio, ma noi portiamo l’alba!”
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Credo che forse non tutti abbiano capito che qui sta succedendo qualcosa di enorme…
L’Eurovision è l’epicentro di tutta una grande serie di eventi speciali:cantanti che portano certe canzoni,persone che decidono di confrontarsi su certi argomenti(Jamala,gli Argo,e anche nelle selezioni nazionali con Alex Diehl e,aggiungiamoci anche lei,Irene Fornaciari…)…tutto ciò che succede ci può aiutare a crescere.Rispolverare queste questioni,parlarne,sfogare il proprio sconforto al riguardo in musica…sono tutte cose,a mio parere,incredibili.Non penso che tutti se ne rendano conto.Quest’anno,a quanto pare,avviene più del solito(avviene sempre,prendiamo i Genealogy o i Teapacks),e trovo che questa sia una cosa grandiosa :) .