Intervista a Solibello e Ardemagni: “L’Eurovision è il nostro orgoglio”
La finale di Radio Battle, il campionato europeo delle radio, che si svolge oggi a Firenze (Palazzo Vecchio) è per loro una sorta di “antipasto” eurovisivo. Ma nel frattempo Marco Ardemagni e Filippo Solibello, riconfermati per la quinta stagione consecutiva al commento dell’Eurovision Song Contest hanno accettato di raccontarsi a noi di Eurofestival NEWS. Anche quest’anno commenteranno su Radio 2 e Rai 4 le due semifinali di martedì 10 e giovedì 12 maggio e solo su Radio 2 la finale di sabato 14.
EN – L’anno scorso avete commentato l’Eurovision direttamente sul posto, a Vienna, dopo molto tempo che in Italia non si faceva più. Sensazioni e differenze rispetto al commentarlo da studio?
Ardemagni – Incredibile, è stata una full immersion straordinaria. Abbiamo avuto la possibilità di avere un sacco di ospiti: autori de Il Volo, i loro parenti, i ragazzi di San Marino, Vincenzo Cantiello (vincitore dello Junior Eurovision 2014, ndr), giornalisti dalle varie nazioni. Molto interessante, una prospettiva diversa. Lo abbiamo fatto per la finale, mentre per le semifinali era tutto più normale.
Solibello – Una bella sensazione, abbiamo respirato dall’interno il clima eurovisivo, abbiamo avuto tanti ospiti, è stata un’esperienza straordinaria. Hai la possibilità di incontrare i cantanti, seguire le prove dal vivo, ti cali meglio nel clima senz’altro.
EN – E quest’anno?
Ardegmani – Quest’anno purtroppo commenteremo dall’Italia, dagli studi di Roma. Visto che quest’anno c’è una produzione diversa, si passa da Rai 2 a Rai 1, quindi si pensa di avere un controllo migliore della situazione. Per quest’anno almeno è cosi.
Solibello – Un peccato davvero, noi ci speravamo tanto, ma quest’anno purtroppo non si è potuto. Ma speriamo che vinca l’Italia, così l’anno prossimo risolviamo il problema…
EN – Con le tre di quest’anno arrivate a dieci serate eurovisive commentate (due edizioni complete, le semifinali del 2014 e due finali nel 2012 e 2013). Siete vicinissimi al record nazionale per una voce della RAI, detenuto da Renato Tagliani, che commentò 12 edizioni dal 1962 al 1973. Ecco un obiettivo da battere…
Ardemagni – Ci terremmo tantissimo, davvero, sarebbe un grande risultato. Poche cose mi renderebbero più orgoglioso di questa. Eurovision è l’esempio di ciò che dovremmo perseguire: una narrativa europea anche attraverso la musica. Ovviamente non basta, e non sempre le cose vanno come vorremmo noi, ma ci vorrebbero più eventi culturali con lo spirito dell’Eurovision.
Solibello – Siamo vicini, ormai bisogna batterlo e noi ci teniamo, è una passione vera ormai per noi. Poi quest’anno grazie a Radio Battle, che è nato anche un po’ con lo spirito eurovisivo, ho avuto modo di sentire molti pezzi in anteprima direttamente dalle radio, mi è piaciuto molto essere riuscito a creare questo legame fra la radio e l’Eurovision, non solo per il commento ma anche proprio perché grazie a questo campionato europeo delle radio, è come un po’ raccontare l’Eurovision nei mesi precedenti…
EN – A questo proposito, purtroppo, c’è da registrare l’espulsione della Romania dall’EBU per debiti…
Ardemagni – Guarda, io penso che ci siano delle regole e questo è un richiamo alle regole. Quando si fa una casa comune, è come in un condominio, è indispensabile che ogni membro prenda le cose sul serio e quindi si è meno tolleranti su chi sgarra. Secondo me è un discorso giusto anche se duro. Peccato solo per l’artista che non c’entra niente, speriamo che in qualche modo lo risarciscano.
Solibello – Soprattutto è un peccato per loro, che tengono molto all’Eurovision, e in ottica italiana per il fatto che c’è una grande comunità rumena. Poi ci hanno fatto sognare con diverse entries…. Mi spiace anche per l’artista, lui non c’entra in tutto questo…
EN – L’anno scorso parlavate con insistenza di “Italian style, via italiana”, in riferimento a Il Volo, per differenziarla dalla “Via Eurovisiva” scelta da molti. Francesca Michielin da quale parte sta? E come finirà?
Ardemagni – Pescando da Sanremo, quel brano secondo me è indicato come pochi altri per la rassegna. Forse anche Lorenzo Fragola avrebbe potuto far bene, ce n’erano poche di taglio internazionale. Io penso che lei farà bene, faremo un gran tifo per lei come sempre per tutti, convintamente. Credo si inserisca un po’ nel filone di Mengoni, lui arrivò settimo e credo che la Michielin possa avere un risultato simile. Anzi no, spero migliore, spero che vinca. Però credo che se non dovesse vincere comunque farà molto bene lo stesso.
Solibello – Francesca Michielin è un’ottima scelta, può attirare un pubblico giovane, diverso da quello de Il Volo. Poi lei è una brava, capace, il pezzo funziona. L’anno scorso siamo andati vicinissimi al colpaccio, io sarei già contento di vederla nelle prime cinque.
EN – Il fatto che abbia scelto di cantare un ritornello in inglese, come lo vedete?
Ardemagni – È sempre difficile, sono scelte. Io credo che alla fine non sia così negativo, anzi dà un taglio ancora più internazionale al brano. Altri paesi hanno fatto lo stesso, del resto.
Solibello – Io sono per mischiare le lingue. Va bene mantenere gran parte del pezzo in italiano, ma il ritornello in inglese aiuta anche coloro che seguono l’Eurovision e non capiscono la nostra lingua ad avvicinarsi al brano. E poi, se ci pensate, la nostra ultima vittoria eurovisiva aveva come ritornello “Unite Unite Europe“. Talmente mitica che noi abbiamo cambiato il desktop dei nostri computer con la copertina di quel disco…
EN – Altri paesi che vi piacciono fra quelli in gara quest’anno?
Ardemagni – Se non dovesse vincere l’Italia, credo che la Francia potrebbe farcela perché ha una canzone molto forte, anche loro hanno fatto una scelta di rinunciare in parte al francese. Però dopo tanti anni la Francia ha un brano all’altezza. Poi penso che sarebbe un bel segnale perché con tutto quello che ha passato la Francia nell’ultimo anno e mezzo a livello sociale e politico, nonostante tutto è qui: ha risposto onorando tutti gli impegni, a giugno ospiterà anche gli Europei di calcio. Portare l’Eurovision in Francia sarebbe un bel segnale.
Solibello – Siamo in una fase dell’Eurovision in cui una vittoria dei grandi paesi occidentali manca, quindi se non vincesse l’Italia, la Francia non mi dispiacerebbe e, anzi, secondo me si trova in una ottima posizione: l’anno scorso ci si aspettava il colpo dell’Italia che non c’è stato, quest’anno se non vinciamo noi potrebbe essere davvero il loro anno. O magari l’anno prossimo: ce n’è bisogno, altrimenti il concorso rischia di perdere di appeal in questi grandi paesi. Penso che solo Italia o Francia possano farlo quest’anno, gli altri big non mi sembrano abbastanza forti. E poi come dice Marco, portare l’Eurovision in Francia sarebbe un bel segnale. Però speriamo che vinca Francesca eh! Poi sono incuriosito da questa scelta di San Marino, con questa vecchia volpe del palco, questa star della musica turca. Lui sicuramente è uno abituato, che sa tenere il palco, hanno fatto una scelta particolare anche con la canzone… vedremo come va.
EN – Oltre alla Francia, un’altra favorita è la Russia, che però ultimamente è salita di nuovo agli onori delle cronache per episodi di discriminazione…
Ardemagni – Ecco, anche per questo se non dovesse vincere l’Italia spero vinca la Francia, perché la Russia, come avete scritto anche voi, ha mostrato di nuovo atteggiamenti poco simpatici….
Solibello – Brutta cosa quella capitata in Russia ad Hovi Star, non c’entra col clima eurovisivo…
EN – Nonostante l’assenza della Romania, la rassegna cresce: abbiamo due semifinali da 18 paesi ciascuna.
Ardemagni – Vero, abbiamo anche dei bei rientri, credo che avremo delle sorprese e forse un podio con paesi che mancavano da un po’ a livello di risultati. Per esempio, credo farà molto bene la Bulgaria. Il Regno Unito no, è il grande nodo irrisolto della rassegna. Potrebbero vincere quando vorrebbero e invece mandano sempre vecchie glorie, giovani sconosciuti o brani poco adeguati. La Spagna ha un pezzo che divide molto. Non so come possa andare…
Solibello – Molto positivo, siamo in un periodo in cui si rema contro l’Europa, si alzano muri invece di costruire ponti, penso per esempio a quello che sta succedendo al Brennero. Allora lo stare lì insieme è un messaggio, a prescindere dal non poter parlare di politica dentro i testi. Solo l’essere tutti insieme è un segnale forte, una risposta di unione a chi vuole dividere i popoli. È il messaggio più forte che ci sia.
EN – Facciamo un bilancio di queste edizioni da voi commentate. Dal vostro punto di vista e da quello dell’Italia.
Ardemagni – Siamo orgogliosi che l’interesse sia andato sempre crescendo. Quando abbiamo cominciato, in pochi sapevano cosa andavamo a fare e invece poi tutto è cresciuto in maniera esponenziale. Le semifinali sono state un boom per Rai 4, una rete che fa molte cose belle ma deve ancora crescere e non è neanche facile da ricordare sul telecomando. Penso alla seconda semifinale, tutta quella gente, senza nemmeno un italiano in gara. Un successo enorme. Al di là del nostro commento, ci ha fatto proprio piacere vedere che l’italiano si sia appassionato. Dal nostro punto di vista è una delle cose che ci più fare: una manifestazione bella, colorata, europea, che lancia messaggi importanti. Poi ormai abbiamo stretto grandi rapporti con tutto il mondo eurovisivo, voi compresi. In questo momento di spinte anti-europeiste una rassegna come l’Eurovision è quello che ci vuole. Credo che quando smetteremo di commentarla continueremo a seguirla senz’altro.
Solibello – Che dire… innamorati pazzi come il primo giorno! L’Eurovision per noi è diventato un appuntamento imprescindibile, ci piace l’atmosfera, il clima, il senso, fosse per noi firmeremmo per sempre. E la cosa più bella è vedere quanto è cresciuta – forse anche un pochino per merito nostro – la passione per questo evento negli italiani. Averlo riportato anche alla radio con tre serate è un sogno diventato realtà.
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