Eurovision 2016: il resoconto live della prima giornata di prove

Resoconto live dalla Sala Stampa dell’Eurovision Song Contest 2016

Il locale è leggermente più piccolo della sala stampa di Vienna ma l’organizzazione svedese ha separato l’area dedicata ai giornalisti da quella dedicata ai fan con accredito quest’anno. Nella borsa di benvenuto una bomboletta di lacca per capelli, una chiavetta USB a braccialetto, una bottiglietta formato Barbie per l’acqua, una piantina di Stoccolma, un impermeabile di plastica in caso di pioggia, 5 cartoline di Stoccolma e ovviamente il programma della manifestazione e le istruzioni per la Stampa.

Eurovision 2016 Sala Stampa

FINLANDIA: Sandhja è sul palco già 5 minuti prima e scalda la voce. La scenografia di quest’anno è ampia, spaziosa e molto lineare, molto più aperta di quella austriaca. Sandhja consegna una performance vocale inizialmente pulita e sicura per perdersi leggermente sul bridge. Sul palco con lei 5 coriste che entrano in scena dal fondo del palco. La regia ha qualche problema con le inquadrature ma sono le prime prove generali dell’anno. Nella seconda prova Sandhja perde già la precisione vocale che sembrava riuscire a mantenere nella prima. Molto più precisa e sicura nella terza ed ultima prova della giornata. L’impressione è che ci sia stata un’ambizione musicale troppo alta rispetto alle capacità vocali della cantante.

GRECIA: Ci sono problemi di audio in sala stampa e la prima prova greca va in onda sullo schermo senza audio. Pure la seconda esibizione va in onda senza audio. Gli Argo mixano elementi di danza greca e portano sul palco strumenti tradizionali. Sullo sfondo un grande sole e decorazioni di ispirazione ellenica. Pure la terza prova va in onda senza audio, non sappiamo se li faranno provare nuovamente con l’audio, ma nessuno sembra preoccuparsene in sala stampa.

MOLDAVIA: Anche le prove della Moldavia partono senza audio… ma possiamo anticiparvi che si esibisce con un astronauta. Torna l’audio sulla seconda prova. Della Grecia non ci informa nessuno, non sappiamo se li faranno riesibire. Lidia Isac canta in maniera precisa sicura ma ci sembra leggermente nervosa. Lo staging è fondamentalmente semplice. Parecchie luci blu e momenti di coreografia ed interazione con l’astronauta per l’appunto.

UNGHERIA: Immagini e audio riappaiono improvvisamente nel mezzo dell’esibizione di Freddie. Non sappiamo esattamente se questa sia la prima delle tre prove. Freddie canta bene, fino a che l’audio scompare nuovamente. Non sappiamo ancora nulla su eventuali prove extra. La Grecia è al momento l’unica di cui non abbiamo potuto sentire niente. Ripartita una nuova esibizione di Freddie, lo staging è essenziale. Freddie al centro, tre coristi con asta alla sua destra e un musicista con un grande tamburo a sinistra. La performance vocale è ottima.

CROAZIA: Nina Kraljic parte in quelli che dovrebbero essere gli abiti di scena. Un mantello argentato e metallico che la copre completamente e che le viene tolto da due delle coriste a metà esibizione. Vocalmente pare traballante e insicura. È un pezzo che gioca molto su falsetti e cambi di registro. La prima impressione è un po’ fredda.

PAESI BASSI: Al centro del palco, proiettato sul pavimento, un enorme orologio. Douwe Bob parte con la chitarra dalla cornice dell’orologio per poi spostarsi al centro del palco. Con lui una band che lo accompagna all’interno dell’enorme orologio in questione. Sembra subito un’esibizione studiata benissimo e d’effetto, lui canta in maniera convincente e sicura e solleva quello che per tanti era sembrato un pezzo leggermente sottotono.

ARMENIA: Iveta si esibisce fondamentalmente in costume da bagno. Con un mantello. È vocalmente precisa ed impeccabile, la lunga parte strumentale di cui si è tanto parlato viene riempita da una coreografia solista della cantante con diverse inquadrature. Sul finale la sua immagine viene riprodotta in modo che sul palco si veda la cantante ed i suoi relativi ologrammi. Parte il primo vero applauso della giornata in Sala Stampa.

Nella seconda esibizione Iveta interrompe l’esibizione per via di quelli che sembrano essere problemi con l’audio. Si riprende e lei continua ad essere vocalmente convincente.

SAN MARINO: Nessuna sorpresa. La nuova versione di “I didn’t know” viene messa in scena con luci e atmosfere da discoteca anni ’70. Alle spalle di Serhat ci sono tre pedane basse quadrate con delle stelle sulle relative pareti. Le coriste/ballerine cantano e ballano sopra le pedane per poi scendere sul palcoscenico. Sullo sfondo vengono proiettati degli ologrammi di altre ballerine. Serhat pare sicuro di se e rilassato.

RUSSIA: L’esibizione di Sergey Lazarev è impegnativa, più dal punto di vista prettamente scenico che vocale. Il pezzo non è facile da cantare ma lui lo esegue in maniera pulita e lineare. C’è un iniziale interazione con lo sfondo con Lazarev contornato da due grandi ali nere. Nella seconda parte del brano Lazarev deve salire dei gradini che emergono sullo sfondo ma cade ed è costretto ad interrompere l’esibizione. I cori live danno un altro sound al brano che suona leggermente diverso da quello che abbiamo sentito su CD fino ad oggi. Riparte dopo cinque minuti. Il paragone con l’esibizione di Måns Zelmerlöw lo scorso anno è inevitabile, è tutto molto simile. Lazarev conclude in piedi sul megaschermo in un tripudio di luci. Tutto obiettivamente impeccabile ma decisamente troppo artefatto e freddo. Qui il resoconto della seconda giornata di prove.


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