Eurovision 2016: il resoconto live della seconda giornata di prove

Resoconto live dalla Sala Stampa dell’Eurovision Song Contest 2016

Inizia il secondo giorno di prove nella Globen Arena di Stoccolma. Metà dei semifinalisti della serata del 10 maggio hanno provato ieri (QUI il resoconto), oggi tocca alla restante metà più la Svezia, già qualificata in finale.

Ricordiamo che per le prime prove di tutti i paesi, il sito ufficiale mette a disposizione una breve anteprima della performance sul palco. Dalla seconda prova, invece, le performance saranno disponibili nella loro interezza e pubblicabili anche dai siti non ufficiali legati all’Eurovision.

REPUBBLICA CECA: Gabriela Gunčíková punta sulla semplicità. Il brano, “I Stand”, è una power ballad à la Celine Dion dal pathos drammatico che potrebbe piacere molto sia alle giurie che al televoto. La Repubblica Ceca è alla ricerca della prima storica qualificazione e quest’anno sembra essere l’anno giusto. La voce di Gabriela è il punto focale dell’esibizione e lei non sbaglia una nota, la reazione della stampa accreditata è molto calorosa. In questa prima prova nessun effetto od orpello sul palco, sul pavimento e la parete di ledwall si stagliano dei triangoli luminosi tra il blu e il fuxia. Sembra che nella seconda prova, durante il key change, sarà utilizzato del fuoco.

CIPRO: I componenti della band sono ingabbiati sul palco, unico libero il leader che offre una performance in linea con il groove di “Alter Ego”, il loro pezzo. Un gruppo in concerto, l’effetto è quello e piacerà agli amanti del genere rock. Sullo schermo appaiono dei lupi in 3d che si sovrappongono alla performance dal vivo e a un certo punto il cantante ulula letteralmente scatenando l’ilarità in sala stampa. A parte questo dettaglio, che potrebbe penalizzarli con il voto delle giurie, l’esibizione è solida, lineare.

AUSTRIA: Zoë ripropone idealmente lo staging utilizzato nella selezione nazionale e nel video. Molti fiori, tanto colore, farfalle in quantità industriale. A differenza della performance ormai nota che le ha permesso di vincere il biglietto per Stoccolma, sul palco dell’Eurovision non la vedremo camminare continuamente a mò di tapis roulant. La cantante si muove progressivamente sulla passerella, sulla quale viene proiettato un selciato. Nessun artefizio scenico per l’austriaca, che migliora di prova in prova la sua resa vocale. La sua canzone è diversa da tutto il resto e questo potrebbe aiutarla ma si trova in una semifinale di fuoco.

ESTONIA: La voce di Jüri Pootsmann ha il classico timbro che si ama o si odia. Oggi il cantante non è in gran forma e in effetti il set di tre prove non entusiasma particolarmente la sala stampa, tuttavia a noi sembra il classico pezzo che magari non colpisce il cuore degli eurofan ma può raggiungere la top ten grazie al supporto degli spettatori. Lo staging è basato su proiezioni molto barocche, ci sono giochi di carte, con i vari semi del poker, e colori caldi sul dorato e il rosso. Il tutto ricorda un po’ le atmosfere alla James Bond. Nel mezzo della performance anche l’artista inscena una breve “coreografia” lanciando una carta di lato.

AZERBAIJAN: “Gonna take a miracle” canta Samra e dopo la prima prova sembra chiaro a tutta la sala stampa che la rappresentante azera avrà bisogno di un vero miracolo per passare in finale. Per la gran parte dell’esibizione l’intonazione è traballante e la performance, giocata tutta su proiezioni dorate e una semplice coreografia, non ha il piglio convincente per giustificare le carenze vocali. Migliora nei due take successivi ma la reazione degli accreditati stampa è davvero negativa. Merita di passare? Cantando così, no. Passerà? Probabilmente sì, perché l’Azerbaijan non ha mai mancato una finale.

MONTENEGRO: La totale indifferenza con cui vengono recepiti i primi tre take degli Highway fa comprendere anche il risultato che al 99,9% li attenderà la sera della semifinale. Utopico immaginare il loro passaggio in finale. La canzone stordisce, anche se bisogna ammettere che dal vivo per lo meno migliora rispetto alla versione in studio. Non vi sono grossi problemi vocali, l’esecuzione è buona, però il problema è proprio il pezzo. Sconclusionato e oltremodo rumoroso, lontano anni luce dai generi che vanno per la maggiore all’Eurovision (il che, conveniamo, può essere una qualità ma non in questo caso). La scelta di celare i volti dei componenti e giocare molto sulle ombre, inoltre, non aiuta.

ISLANDA: Giornata storta? Anche l’attesa Greta Salome non è all’altezza delle aspettative. Così come per Lazarev, anche in questo caso si notano troppi riferimenti a precedenti performance eurovisive, in particolare le svedesi “Euphoria” (per una parte della coreografia effettuata in ginocchio sul palco) e “Heroes” (per le proiezioni). Non vi sono grossi cambiamenti rispetto all’esibizione della selezione nazionale, il tutto è fin troppo cupo. La prima prova è davvero deludente, nelle altre due il livello si alza, ma potrebbe rivelarsi uno dei cosiddetti “shocking non qualifier”.

BOSNIA: I cantanti, Deen e Dalal, sono piuttosto bravi fin dal primo take. Giusto qualche piccola, quasi impercettibile, sbavatura che sparirà tra una prova e l’altra. A dividerli un muro di filo spinato (che visto da una prospettiva frontale assume le bizzarre forme di un fallo…). La violinista Ana Rucner appare in scena con un discutibile mantello in simil-domopak che a un certo punto del numero viene poi tolto e lasciato cadere sul palco. La nota stonata, fin dalla versione studio d’altronde, è il rapper Jala che rovina letteralmente l’atmosfera “balcanica” che all’Eurovision ha sempre successo. Sarà curioso vedere se la Bosnia centrerà ancora una volta la finale (non l’ha mai mancata) anche con questo pezzo che non sembra aver colpito gli appassionati.

MALTA: Altra grande attesa che prometteva uno staging davvero all’avanguardia e fra i più moderni dell’anno. In realtà è un trionfo di cliché eurovisivi. Un solo ballerino sul palco ruota attorno a Ira Losco, lei indossa una cappa piuttosto pesante (e brutta) sulla quale vengono proiettati giochi di luce di vari colori. Il mantello tendente al marrone che è costretta a indossare non le dona affatto e per fortuna dopo 2/3 della performance lo toglie per svelare un outfit molto più semplice in total black e gambe scoperte. Le animazioni grafiche sono molto belle, un vortice d’acqua appare sul pavimento, lei vocalmente non sbaglia. Sotto le aspettative a causa dello staging un po’ deludente ma una delle migliori della giornata.

SVEZIA: Nonostante sia direttamente in finale, è tempo oggi anche per la prima prova della Svezia. Frans non cambia nulla della sua performance rispetto al Melodifestivalen. Un faro ad illuminarlo, il palco quasi del tutto al buio, qualche parola del testo proiettata sullo sfondo. Semplicità è la parola chiave. Minimalismo puro. Lui davanti all’asta a cantare questo pezzo sicuramente radiofonico e contemporaneo che però divide molto. Cambia outfit tra una prova e l’altra. Rimane uno dei grandi punti interrogativi di questa edizione, impossibile prevedere il piazzamento finale.


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