Eurovision 2016: il resoconto live della quarta giornata di prove
Resoconto live dalla Sala Stampa dell’Eurovision Song Contest 2016
Termina anche il quarto giorno di prove nella Globen Arena di Stoccolma. Dopo le performance dei semifinalisti del 10 maggio (QUI la prima metà e QUI la seconda metà) e la prima metà della semifinale del 12 maggio (QUI il resoconto) è ora tempo di recensire le ultime prove che rivelano ben tre sorprese (due inaspettate).
SLOVENIA: La giornata si apre con una delle canzoni meno apprezzate e peggio posizionate per i bookmaker. Per onestà bisogna ammettere che, sebbene il pezzo continui a non farmi impazzire e lei ricordi sfacciatamente Taylor Swift nello stile (musicale e non), la delegazione slovena ha saputo creare una performance piuttosto interessante. Il blu e il rosso, per ovvi motivi, sono i colori predominanti della scena ma l’utilizzo di una miriade di occhi sul ledwall rende il tutto meno scontato. Nella seconda parte del pezzo raggiunge la scena anche un ginnasta muscoloso e oliato per una lap dance piuttosto bizzarra (ma originale) al limite della gravità.
BULGARIA: Grazie al suo outfit discutibile, Poli Genova potrebbe vincere a mani basse il “rinomato” Barbara Dex Award (il premio assegnato al peggior vestito in scena). Nonostante questo dettaglio, non del tutto trascurabile, la performance della bulgara sembra convincere gran parte del press center che reagisce con entusiasmo. Le parti coreografate sono per me il punto debole perché è chiaro che la cantante non sia anche una ballerina e i suoi movimenti risultano forzati. Tuttavia, le animazioni scelte sono efficaci. Al termine della performance i coristi raggiungono la Genova per concludere con energia l’esibizione.
DANIMARCA: L’aspetto positivo è che la canzone danese è orecchiabile e radiofonica, entra subito in testa. Difficile trovare altri pregi in questa prova. Lo staging rivela una povertà di idee preoccupante che rende il pezzo ancora più banale rispetto alla versione studio. L’esecuzione vocale dei Lighthouse X non è convincente, non meriterebbero di passare ma ho l’impressione che, per assurdo, potrebbero farcela.
UCRAINA: La migliore prova fino ad oggi. Che Jamala fosse un’ottima performer con una voce impeccabile era noto, l’esibizione durante la finale nazionale ucraina mostrava tutta la sua stoffa. Sul palco della Globen Arena la sua “1944” acquista ancora più forza. C’è pathos, c’è dolore, lo staging è stato pensato con maestria e intelligenza, non c’è nulla che non convince. Se saprà toccare il pubblico come ha toccato la stampa accreditata, che ha applaudito con calore ogni take, potrebbe riportare il concorso a Kiev.
NORVEGIA: Agnete sta vivendo giorni difficili. Sembra infatti che la cantante attraversi un brutto periodo di depressione che la terrà lontana dagli impegni con la stampa. La prima esecuzione della sua “Icebreaker” ha delle debolezze ma le due successive prove rasentano quasi la perfezione vocale. Il pezzo è difficile da eseguire. Nello staging diverse sono le pecche: lei ricorda molto Margaret Berger (Norvegia 2013), non c’è nulla sul palco che la faccia risaltare se non una danzatrice dietro di lei decisamente non necessaria. Bene ma non benissimo.
GEORGIA: Spacciati sulla carta, i Nika Kocharov and Young Georgian Lolitaz potrebbero sorprendere con una qualificazione inaspettata. I gusti del concorso stanno cambiando e lo spazio per generi più underground ora c’è. La loro “Midnight gold” è supportata da ottimi effetti scenici e le inquadrature frenetiche riflettono bene la struttura del brano che emerge sugli altri senza dubbio. Fossi nella delegazione, toglierei lo straniante “effetto specchio” utilizzato in parecchie inquadrature per distorcere il “viso” del leader.
ALBANIA: L’ultimo posto in semifinale andrà con molta probabilità proprio ad Eneda Tarifa. “Fairytale” non è una canzone forte e la totale mancanza di idee nello staging la rendono del tutto inoffensiva. La cantante albanese è ferma sul palco e nulla accade attorno a lei per tre minuti che sembrano durare il triplo. La totale indifferenza della sala stampa è un pessimo segnale.
BELGIO: La sorpresa della giornata. “What’s the pressure” è la “Golden boy” (Israele 2015) del 2016 senza dubbio. Laura Tesoro balla dall’inizio alla fine e la sua voce non ne risente affatto. Esibizione deliziosa e divertente. Bello che i colori del palco ricordino la bandiera belga, quindi rosso, nero e giallo. La sala stampa applaude con calore tutte le prove della giovane cantante con origini italiane. La finale sarà sua al 100%.
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Grande Jamala. 1944 è di un’altra categoria, non c’e alcun dubbio.
È evidente che vista la situazione economica e politica, l’Ucraina probabilmente non sarebbe in grado di ospitare la rassegna, ma questo non è stato un problema in passato e non lo è ora e non dovrebbe frenare la giuria per votare per quella che è senza alcun dubbio la migliore canzone.