Eurovision Song Contest 2017: Kiev sotto osservazione

Riflettori accesi sull’organizzazione dell’Eurovision Song Contest 2017 che ha avuto e ha tuttora parecchie grane da risolvere. C’è chi ipotizza che l’8 dicembre, quando l’EBU si riunirà per verificare come procede il lavoro della NTU in proiezione dell’evento,  si possa addirittura togliere alla capitale ucraina l’organizzazione. Ma andiamo con ordine.

Eurovision 2017

Il “caso” è esploso nella giornata di ieri, quando l’attuale direttore generale della NTU, Oleksandr Kharebin, ha annunciato che una decisione finale sul fatto che l’Eurovision si terrà o meno a Kiev ci sarà l’8 dicembre.

Il tutto, corredato da un’altra serie di frasi, che indicano come la NTU abbia ricevuto un “cartellino rosso” dall’EBU per la questione dei ritardi nella preparazione del concorso e che questi stessi ritardi siano stati nella misura anche dei tre mesi rispetto alla tabella di marcia. Quest’ultimo dato si può probabilmente collegare al fatto che la scelta di Kiev sia stata piuttosto tarda rispetto alle attese.

Titoli sulla stampa russa a parte, si scopre che quel che ha detto Kharebin è parte di un’intervista più lunga a TSN News, della durata di un’ora. Sostiene Kharebin che in tale intervista egli non ha mai neanche prospettato l’idea che l’Eurovision possa essere tolto a Kiev. Semmai, esiste il problema di dover migliorare la situazione dopo l’addio di Zurab Alasania un mese fa.

In più, il Reference Group dell’EBU è stato a Kiev tra il 9 e l’11 novembre, cambiando lo status del cartellino da “rosso” a “giallo/verde”. I ritardi c’erano, ma da tre mesi si è scesi a un mese di ritardo sulla tabella di marcia.

Fa eco a Kharebin il vicesindaco di Kiev, Oleksiy Reznikov, che ha aggiunto che le spese in campo sono di 50 milioni di grivnie ucraine quest’anno e 150 milioni il prossimo (il totale di 200 milioni corrisponde a poco meno di 7 milioni e mezzo di euro).

Richiama invece a una sorta di unità d’intenti il presidente del comitato statale per le trasmissioni tv e radio Oleg Nalyvayko, anche alla luce del fatto che in Russia la news che l’Ucraina sarebbe in procinto di perdere l’organizzazione è diventata quasi virale.

Nalyvayko, che attualmente si trova nella posizione che prima era di Alasania, ha dichiarato che “dobbiamo prenderci le nostre responsabilità e non fare manovre per preparare l’elezione del nuovo presidente della NSTU (che sostituirà la NTU, NdR) o aspettare condizioni più favorevoli per organizzare l’Eurovision”. Traduzione: qualunque cosa succeda, di tempo da perdere non ce n’è.

Il quadro che emerge da questa situazione denota come l’Eurovision sembra piuttosto saldamente in mano ucraina, tuttavia solo l’8 dicembre avremo una conferma definitiva di ciò.


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