Intervista a Valentina Monetta: “Finale ad Eurovision poi… voglio fare un bambino”
Valentina Monetta, atto IV. Trascinata dall’affetto dei fan, la cantante italo-sammarinese è pronta a tuffarsi di nuovo nell’esperienza dell’Eurovision Song Contest, prima donna solista a rappresentare per quattro volte la stessa nazionale ed a parteciparvi per quattro volte in generale.
L’effetto sorpresa della tv di San Marino è senz’altro andato a segno, soprattutto ricordando come in passato proprio la cantante aveva espresso la volontà di non tornare: “Ma alla fine non era una volontà definitiva – spiega – avevo detto che per un po’ non l’avrei più fatto, per dedicarmi ad altri progetti, soprattutto perché non mi aveva portato più lavoro e quindi avevo scelto di tentare altre strade che potessero essere più vantaggiose per me. Ma sono stata letteralmente travolta dall’affetto dei fan ed è per loro che ho deciso di tornare.
E’ stata una decisione difficile, confesso, ma ho trovato l’appoggio e la stima pieni sia della Repubblica che di Ralph Siegel, che per me ormai è un padre. E poi la tv ci crede, ha sempre avuto grande stima di me ed a loro, come a me è piaciuta l’idea del duetto. Ed eccomi qua”.
E dire che tutto è nato in fretta: “Sono stata contattata da Ralph Siegel non più di due settimane fa – dice Valentina Monetta – lui fino all’ultimo aveva altre idee ed altre cose in considerazione. Sono andata a Monaco per sistemare delle cose contrattuali che si riferivano alle precedenti partecipazioni, ma lui mi ha portato in studio e mi ha fatto sentire il demo di “Spirit of the night’. E’ successo che io mi sono alzata dalla sedia ed ho iniziato a ballare.
Così ho detto a Ralph: “Cosa vuoi da me?”. E lui mi ha proposto il duetto con Jimmie Wilson. Ci ho pensato due giorni ed ho accettato. Tornare per me è una bella emozione, mi sono disintossicata due anni e mezzo e ora un po’ devo dire mi mancava”
Anche l’incontro col cantante e performer statunitense, è stato una sorta di ‘colpo di fulmine’ artistico: “L’ho conosciuto il giorno stesso che siamo andati in studio: mi sono subito trovata bene perchè le voci black mi piacciono molto. Lui è un grande artista, una persona dinamica, lavora bene in team. Faremo molto bene. Sul palco con noi ci saranno tre coristi stranieri”.
Una canzone, quella di quest’anno, che sembra più nelle corde di Valentina Monetta, dunque: “Un pezzo che mi piace molto, ma anche le altre canzoni erano adatte a me – spiega – il problema era che io speravo in un riscontro lavorativo dopo la rassegna, ma in realtà non è così semplice perché l’Eurovision è un po’ una bolla. Ecco perché avevo risposto ad alcuni fan che il fatto che io non partecipassi più alla manifestazione non voleva dire che io fossi morta… Io sono poliedrica, amo il jazz, esibirmi in piccoli club, fare cose cerebrali.
Ecco dunque che non è facile gestire una come me. Fortunatamente ho imparato ad autogestirmi. Ho vissuto per qualche tempo a Londra, dove ho conosciuto il mio compagno e dalla finale 2014 mi sono dedicata a me stessa e alla famiglia, ho fatto anche altri lavori. Sono tornata a San Marino da qualche mese e mi sono rituffata nei club…”.
A proposito di jazz, inevitabile spostare il discorso sulla entry portoghese, “Amar pelos dois” di Salvador Sobral: “E’ un pezzo bellissimo, lo adoro – dice Valentina Monetta – un brano straordinario cantato benissimo. Molto lontano dai canoni eurovisivi, ma vedo che piano piano ci si sta allontanando dai cliché, dai preconcetti dei produttori che vogliono canzoni più orientate al concorso.
La vittoria di Jamala dell’anno scorso è un esempio: a me quel pezzo è piaciuto tanto, chi se l’aspettava che vincesse. Anche la canzone di Conchita Wurst, per dire, non era il classico brano eurovisivo. L’aria sta cambiando, è un bene. Personalmente, ho aspettative molto alte: punto alla finale, sicuramente: è un obiettivo possibile anche perché forse quest’anno il livello dei brani è un po’ inferiore. Ci sono alcune belle cose in mezzo ad altre che non lasciano il segno, tante ballad e questo potrebbe togliere qualche avversario”.
E Francesco Gabbani? “Gabbani ha un testo fortissimo e impegnatissimo e una canzone pensata concettualmente per abbracciare i consensi di tutti, pubblico e critica, anche se l’ascoltatore medio pensa solo al sonoro, alla musica. Lui poi è un artista completo, che fa gavetta da tanto: non vedo l’ora di conoscerlo!”.
Per ora, niente disco dopo l’Eurovision: “Ci sto lavorando da metà 2015, ma non voglio fare le cose in fretta, anche perché sto mettendo in piedi una collaborazione con Jimmie Wilson. E poi ho un progetto più importante”. Cioè? “Avere un bambino. La dimensione di famiglia mi mancava, dopo tanti anni, vorrei dedicarmi un po’ a quella”.
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