Eurovision 2017: le principali dichiarazioni sul ritiro della Russia
Pubblichiamo di seguito le ultime reazioni arrivate relativamente al fatto che la Russia non trasmetterà l’Eurovision Song Contest 2017, determinando così la sua mancata partecipazione al concorso.
Il capodelegazione russo, Yuri Aksyuta: “L’EBU ci ha offerto due soluzioni per risolvere il problema. La prima è stata di filmare la performance di Julia qui a Mosca e trasmetterla via satellite, mentre a Kiev sarebbe stata visibile sul grande schermo.
Per noi, quest’opzione è inaccettabile, perché, secondo me, è una completa violazione delle regole. Il partecipante dev’essere sul palco, deve cantare in diretta ed essere lì, a Kiev, e non da qualche parte a Mosca o in qualunque altra città europea.
Questa, nella mia opinione, è semplice discriminazione contro la partecipante della Russia. E, naturalmente, la televisione non accetterà queste condizioni in nessuna circostanza. La seconda proposta che l’European Broadcasting Union ci ha offerto è di sostituire la partecipante. Secondo me, questa proposta è peggiore dell’offrire a Julia di cantare a distanza, perché abbiamo scelto la nostra concorrente molto tempo fa ed abbiamo scelto Julia.
Per lei questo è il sogno di una vita. Naturalmente non possiamo partecipare all’Eurovision Song Contest 2017 alle condizioni che ci sono state offerte e nemmeno trasmetteremo la competizione, perché l’assenza di un partecipante dalla Russia, nella mia visione, è dannosa per l’immagine del concorso in sé e, in generale, per gli spettatori russi è un motivo in più per non avere interesse nel concorso”.
Channel One ha successivamente confermato l’intenzione di schierare Julia Samoylova per l’edizione 2018, sebbene non sia chiaro quale delle due tv russe affiliate all’EBU (l’altra è la RTR) debba occuparsi della partecipazione.
Julia Samoylova, che avrebbe dovuto cantare Flame is burning a Kiev, ha rilasciato diverse dichiarazioni: “Certamente questo fatto mi disturba, perché è il mio sogno, beh, io credo e spero. Io credo che questo possa accadere di nuovo. Ci sono state parecchie situazioni in cui mi è stato detto di no. Beh, sotto un altro punto di vista questo mi ispira ad andare in qualche modo avanti.
Voglio ispirare tutte le persone col mio esempio, per far loro capire di non arrendersi in nessuna situazione, vivere una vita piena e seguire i propri sogni, non abbandonarli.” Ancora: “Non avrei avuto paura di volare a Kiev anche sotto la minaccia dell’arresto”.
In ultimo: “Il supporto è semplicemente irreale! Non so, è una qualche forma di forza, è davvero una forza. E non solo dalla Russia, ma da tutto il mondo! Mi hanno scritto dal Giappone, mi hanno dipinta come un’eroina anime” (il disegno esiste davvero, è pubblicato sul profilo Instagram dell’artista).
UA:PBC, l’emittente ucraina che ospita l’Eurovision ha dichiarato che in qualità di “televisione ospitante dell’Eurovision Song Contest 2017, ha ufficialmente informato l’EBU in merito al divieto di ingresso nel territorio di Ucraina imposto dai servizi di sicurezza ucraini sulla rappresentante della Russia Julia Samoylova.
Rispettando il desiderio dell’EBU di assicurare la partecipazione al concorso di tutti e 43 i Paesi, supportando il tradizionale spirito dell’Eurovision, la parte ucraina ha ripetutamente invitato la Federazione Russa a mandare a Kiev un partecipante che non avesse violato le leggi ucraine.
Nonostante ciò, la parte russa ha lasciato immodificata la sua decisione. Il rifiuto di Channel One di trasmettere l’Eurovision prova che, nonostante il dichiarato rispetto per i valori fondamentali dell’Eurovision, dei quali quelli chiave sono il mutuo rispetto e l’apoliticità, l’obiettivo della parte russa era sempre stato non di partecipare, ma di creare un’atmosfera negativa attorno alla preparazione e organizzazione dell’evento.
UA:PBC, in stretta cooperazione con l’EBU, continua attivamente a preparare l’Eurovision 2017. Entro poche settimane, l’Ucraina accoglierà ospiti e fan del concorso a Kiev e creerà un’indimenticabile celebrazione della musica e dei valori culturali europei per tutti.
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Veramente, no, io sto con le autorità ucrianie, per due motivi:
1. La legge ucraina, chi si esibisce in crimea verrà negato il visto per tre anni, l’artista si era esibita nel 2015 molto prima delle selezioni per il 2017
2. In russia non c’è un festival che sceglie il concorrente. c’è una selezione interna, e loro sapevano che la cantante si era esibita, sapevano della legge, quinid sapevano che le autorità ucraine la avrebbero vietato il visto.
Dispiace veramente per l’artista, che è stata ingannata in qualche modo. Per un gioco poltico per dire in patria “Ucraina brutta cattiva, non vuole la pace, festival politicizzato, bla, bla, bla…”
La legge dei tre anni non è stata fatta apposta per il festival, anzi è sttata fatta molto prima della finale del 2016 quindi il governo ucraino non poteva sapere che la avrebbe ospitato nel 2017
Esatto, poi è una legge comune in casi come questi di territori contesi. Anche l’Azerbaigian fa lo stesso con il Nagorno Karabakh, infatti mi ricordo che anni fa uscì una polemica sul fatto che Al Bano non poteva entrare in Azerbaigian perché aveva cantato lì.
Si avete ragione, peccato solo che qualche giorno fa a Kiev si è esibito il gruppo che non solo ha fatto diversi concerti in Crimea ma anche hanno cantato la canzone per appoggiare Putin. La curiosità, al concerto di questo gruppo ci sono stati tutti gli esponenti della classe politica ucraina.
Tenere concerti in Crimea non è sinonimo di ban in Ucraina.
Non conosco il gruppo al quale ti riferisci, ma non sarebbe possibile che abbia semplicemente chiesto l’autorizzazione ad esibirsi in Crimea, come prevede la legge?
Il problema “formale” di Yulia quest’anno non era legato alle sue ideologie o alla sua partecipazione all’evento in Crimea di un paio d’anni fa, ma che vi ci avesse partecipato senza le autorizzazioni necessarie.
Vi posso assicurare che il gruppo “Comedy Women” è entrato in Crimea più volte per i concerti, esistono delle video. Ogni volta non hanno passato la frontiera con Ucraina e sicuramente non hanno chiesto un permesso ufficiale.
Inoltre il concerto era in programma da 1 anno, per cui, se a qualcuno servisse poteva controllare. Inoltre le ragazze non hanno mai nascosto il fatto e volendo si può controllare sul Facebook. Detto ciò in Ucraina si può parlare di tutto ma non si può assolutamente pronunciare la parola democrazia e giustizia. Purtroppo dopo cosi detta “revoluzione” ben sponsorizzata dagli Stati Uniti d’America le cose sono cambiate è in peggio per 2/3 della popolazione.