Organizzare un Eurovision? Ecco i costi ma soprattutto i ricavi, reali!
Se anche voi siete stufi di sentire da anni sempre le solite frasi sull’Italia che fa di tutto per non vincere l’Eurovision Song Contest per non doverlo organizzare l’anno successivo, con haters sul web e social network e giornalisti sulla carta stampata e in radio/tv pronti a ripetere ogni volta come un mantra che i costi per la Rai sono troppo alti, è arrivato il momento che leggiate e facciate leggere questo articolo a tutti i vostri contatti.
L’Eurovision ha costi tutt’altro che proibitivi, che sono stati sostenuti fino ad oggi da tantissime emittenti pubbliche con risorse ben inferiori a quelle della Rai senza troppi problemi (e senza contare che parte delle spese sono ammortizzate anche da un contributo EBU e dagli sponsor).
E poi, vogliamo parlare della promozione turistica che il Paese ospitante riceve ogni anno dalla trasmissione dell’Eurovision, seguito da centinaia di milioni di persone in tv e con decine di migliaia di persone pronte ad “invadere” la location scelta per l’evento?
Per i più scettici, ecco qualche dato concreto alla mano, basato su alcune delle edizioni più recenti e su cui sono riportabili dati certificati (non ipotesi) sul riscontro turistico-economico ottenuto grazie all’Eurovision.
Stoccolma (Svezia) 2016. Probabilmente uno dei migliori Eurovision di sempre, sia a livello organizzativo che come spettacolo tv. E’ costato circa 13 milioni di euro, di cui 10.8 milioni a carico della città di Stoccolma e tenendo conto del contributo EBU (European Broadcasting Unione, l’ente europeo che sovrintende alla organizzazione dell’Eurovision) tra i 4 e i 5 milioni di euro oltre che delle entrate derivate dagli sponsor.
Dai dati diffusi dal comune di Stoccolma, emerge che l’Eurovision 2016 ha generato ricadute turistico-economiche per circa 36.8 milioni di euro. Di media, ogni visitatore ha speso 2.141 corone (circa 227 euro al cambio attuale) al giorno, 10.000 corone (circa 1.061 euro) per tutto il periodo della sua permanenza (che è stata in media di 5.2 giorni).
Sono stati 38.000 i visitatori unici (quindi le presenze effettive, di coloro che sono entrati almeno una volta nei vari show alla Globen Arena, escluse delegazioni e media), lo stesso numero quelli che hanno preso parte agli eventi in città, di cui 28.000 (il 73%) non locali.
Sono stati scritti 54.026 articoli e 149.150 post su Stoccolma in relazione all’evento (il dato esclude gli articoli su un singolo partecipante che menziona solo la Svezia). Fra i Paesi dove si è scritto di più: Germania, Regno Unito, Stati Uniti e Svezia. Questi hanno raggiunto 557.800.000 persone con una ricaduta pubblicitaria di 10.6 milioni di euro (il nostro articolo dettagliato)
Vienna (Austria) 2015. A fronte di una spesa di 27.7 milioni di euro (di cui 10 milioni di euro a carico della tv pubblica austriaca ORF e 11.7 milioni a carico del Comune di Vienna) il ricavo complessivo (fra ricadute pubblicitarie, incassi e indotto) è stato di 27. 8 milioni di euro.
Per l’emittente pubblica austriaca – ORF – l’evento è stato un successo: dalle vendite dei biglietti sono stati stimati circa 3.9 milioni di euro mentre il ricavato degli inserzionisti per gli spot pubblicitari è stato di circa un milione di euro in più rispetto agli introiti usuali in quella fascia oraria e nel periodo. E gli ascolti tv della sola finale parlano da soli: oltre il 71% medio di share, dato più alto di sempre (il nostro articolo dettagliato)
E per le “Big 5”? Tra i più grandi contribuenti dell’EBU (Francia, Germania, Italia, Spagna e UK), l’ultima tv pubblica a vincere e organizzare un Eurovision Song Contest ad oggi è stata la Germania. Anche qui sono disponibili dati ufficiali, sia sui costi che sulla ricaduta turistico-economica sulla città ospitante.
Dusseldorf (Germania) 2011. Tornando indietro di qualche anno (per la precisione quello del ritorno dell’Italia in gara), abbiamo un altro esempio concreto di quanto un Eurovision ripaghi ampiamente le spese sostenute per l’organizzazione dell’evento.
I tedeschi hanno speso complessivamente 24 milioni di euro, dei quali 7.8 milioni stanziati dal Comune di Dusseldorf e tra i 4 e i 6 milioni dall’EBU (quindi per l’emittente pubblica NDR una spesa che si è aggirata intorno ai 10 milioni di euro). Come spiegano i dati dell’ufficio federale di statistica, gli introiti generati dall’Eurovision, superano nettamente le spese.
Sono state infatti oltre 370.000 le persone che hanno visitato Dusseldorf nel mese di maggio 2011, con un aumento del 39.5% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Di queste oltre 162.000 sono giunte dall’estero, con un aumento dell’84.2% rispetto all’anno prima.
Le strutture ricettive hanno visto una richiesta di oltre 40.000 camere prenotate fuori stagione. Numeri importanti che dimostrano l’importanza di avere “in casa” un evento del genere.
Questi sono solo alcuni esempi, ci sono stati ovviamente anche casi in cui l’Eurovision ha avuto costi esorbitanti, ma per volontà precisa di capi di stato che hanno messo a disposizione dell’evento risorse quasi infinite, pur di mostrare al mondo la grandezza della propria nazione (basti pensare che in Azerbaigian, a Baku per la precisione, fu costruita per l’occasione una Arena nuova di zecca dal nulla e in meno di un anno o agli investimenti folli della Russia nel 2009).
Altri dettagli con dati ufficiali (non stime), sono disponibili nella nostra sezione COSTI e RICAVI e naturalmente sulla nostra Guida all’Eurovision (scaricabile gratuitamente da questo link).
Un evento che la Rai (ma soprattutto l’Italia) ha tutto l’interesse ad organizzare, il cui costo può essere pari se non inferiore a quello dell’organizzazione del nostro Festival di Sanremo (che negli ultimi 5 anni si è aggirato tra i 16 e i 20 milioni di euro ad edizione), ma con una visibilità internazionale di proporzioni nettamente superiori ed un ritorno turistico-economico che al nostro Paese e alla eventuale città ospitante farebbe solo che bene.
Quindi diciamolo una volta per tutte: vincere e ospitare/organizzare l’Eurovision Song Contest conviene! Ed ora non ci resta che tifare per Francesco Gabbani il prossimo 13 maggio a Kiev.
Visita la nostra sezione COSTI e RICAVI dell’Eurovision Song Contest
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