Eurovision 2017, terza giornata di prove: spicca la Romania, Macedonia e Serbia non convincono

Report Live da Kiev | Terza giornata di prove in Ucraina per i cantanti che si esibiranno nella prima metà della seconda semifinale dell’Eurovision Song Contest 2017.

Di seguito il resoconto della giornata, con qualche anteprima di tutte le performance e le impressioni della sala stampa di Kiev. Dall’Italia, potremo seguire queste esibizioni l’11 Maggio, in diretta su Rai4.

Prima a calcare il palco la 35enne Tijana Bogicevic per la Serbia. La performance è giocata sui toni del blu e del bianco, con vari riferimenti grafici al tema dell’acqua (bolle e mulinelli), che ricordano lo staging utilizzato lo scorso anno da Malta. La cantante, vestita con blusa e pantaloni bianchi, per metà dell’esibizione è in scena con un ballerino che la circonda mettendo in pratica una coreografia di danza contemporanea piuttosto vivace ma, a detta della stampa, confusionaria. Complice l’orario, la voce di Tijana non brilla, c’è inoltre da lavorare sulla coordinazione con la corista a supportarla. Non sembra essere il tipo di esibizione adatta all’apertura di uno show.

Staging “sognante” per l’Austria. Nathan Trent, anch’egli di bianco vestito, inizia (e conclude) la sua performance su una luccicante mezzaluna piazzata al centro del palco, alle sue spalle un cielo pieno di nuvole. L’utilizzo dei colori varia dal rosa al blu, dal bianco al rosso. Tutta l’esibizione si basa sul grande carisma dell’interprete italo-austriaco che tra note ben eseguite, un sorriso irresistibile e una grande sintonia con le telecamere, ipoteca il passaggio in finale.

Impressioni miste per la prima prova della Macedonia. “Dance alone” è uno dei brani più apprezzati dell’anno in versione studio, ma l’interprete Jana Burceska ha fatto storcere il naso ai più nei party delle scorse settimane per la sua resa vocale. Sul palco di Kiev la cantante non sfigura, e il lavoro con i coristi salva l’interprete, ma allo stesso tempo non la esalta il tentativo fin troppo marcato di “sembrare” sexy e ammiccante tramite passi di danza amatoriali e cheap. Lascia il segno il ledwall metropolitano con lo scheletro di grattacieli intervallato a immagini della cantante tratte dal video ufficiale.

L’unico ostacolo per Malta è proprio il brano che porta in gara. “Breathlessly” è una ballad manieristica troppo datata ma Claudia Faniello la interpreta al massimo delle sue possibilità, con autentica emozione. I molti che la danno per spacciata (noi compresi) potrebbero ricredersi alla vista dei risultati della semifinale. L’artista dona se stessa senza risparmiarsi sulla voce. Il colore su cui punta la delegazione maltese è il blu, sullo schermo viene riprodotto il volto della cantante, mentre al centro del palco il chandelier sprigiona il calore necessario tramite le luci.

L’esibizione più esplosiva della giornata arriva dalla Romania. “Yodel it!” è uno dei brani più divisivi della stagione eurovisiva ma le possibilità che rimanga in semifinale sono praticamente nulle. Ilinca e Alex Florea non avranno di certo il supporto delle giurie, ma al televoto sono previste faville, perché la delegazione romena non ha timore di portare sul palco il trash che piace e cattura il pubblico. Tanti colori per loro, farfalle e soldatini giocattolo, per uno staging a metà fra il bucolico e il puerile. Il punto focale della scena sono due cannoni puntati verso il cielo, uno dei quali viene anche cavalcato dal rapper durante la performance.

Le voci delle tre sorelle Lisa, Amy e Shelley sono il selling point della performance dei Paesi Bassi. “Lights and shadows” è uno di quei pezzi che passa forse inosservato nella compilation della kermesse ma prende vita sul palco. Le armonie delle OG3NE sono da manuale e potrebbero traghettarle in finale con il supporto delle giurie. Per conquistare il televoto le ragazze cercano di trasmettere il messaggio del brano con parti del testo sul ledwall, oltre all’utilizzo di immagini che puntino all’emozione, come delle mani che si stringono e la silhouette di una donna (a ricordare la loro madre scomparsa dopo una lunga battaglia con il cancro).

L’Ungheria porta a Kiev la stessa performance messa in piedi nella finale nazionale dell’A Dal. Joci Papai è sul palco principale accompagnato da una ballerina gitana in abiti tradizionali, mentre sul palchetto satellite piazzato nel mezzo dell’audience troviamo un violinista. Il dorato si staglia per gran parte dell’esibizione, con accenni di blu e rosso. Vocalmente il cantante gypsy è solido, deve solo migliorare il rapporto con la telecamera per creare un contatto visivo con i telespettatori.

“Where I am”, la power ballad pop piuttosto basica e inoffensiva della Danimarca, viene trasformata in un pezzo con potenziale da top 10 grazie alla grande voce di Anja Nissen. La vincitrice di The Voice Australia non fa altro che cantare a pieni polmoni senza sbagliare una singola nota. Per la prima volta la vediamo abbandonare il vestito da sera rosso, perché decide di indossare un pratico top aranciato corredato a dei larghi pantaloni celesti (sicuramente non sarà l’abito di scena). Colori caldi a riempire il palco, con l’interprete che canta l’ultimo ritornello inginocchiata. Nell’esecuzione finale è attesa la pioggia di fuochi d’artificio più lunga della storia del concorso a coprirle le spalle.

Chiude la giornata l’Irlanda con Brendan Murray. L’ex componente della boyband HomeTown è alla prima prova da solista sul grande palco europeo e con l’aiuto di Nicoline Refsing, la direttrice artistica che lo scorso anno costruì la performance della nostra Francesca Michielin, prova a conquistare un posto nella finale del 13 maggio. Non sembra un qualificato certo, a giudicare dai bookmaker, ma lo staging che gioca sull’utilizzo di una mongolfiera ricreata nel ledwall crea l’atmosfera suggestiva alla “Il mago di Oz” che potrebbe rimanere impressa nella memoria dei telespettatori al momento del voto. La sua voce, caratterizzata da un tono molto acuto, potrebbe essere il motivo del suo passaggio così come della sua eliminazione.


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