Eurovision 2017, ultime prove per i semifinalisti: Bielorussia perfetta, Bulgaria in discesa
Report Live da Kiev | Settima giornata di prove per i cantanti dell’Eurovision Song Contest 2017: si tratta di un secondo girone a cui tutti gli artisti devono partecipare per mettere a punto tutti i dettagli prima delle prove generali. Venti minuti a disposizione per provare fino a tre volte l’esibizione.
Oggi sul palco tutti i cantanti della seconda semifinale, ad eccezione di quelli che hanno avuto l’opportunità di provare già ieri. Di seguito le nostre impressioni delle prove sul palco dell’International Exhibition Centre di Kiev. A fondo pagina un estratto dalle riprese televisive di ogni performance.
Vocalmente ineccepibili le olandesi O’G3NE, sul palco con i loro luccicanti vestiti neri, contornate da una atmosfera fortemente evocativa. L’esperienza e l’intesa tra le tre ragazze viene risaltata da un corretto lavoro di regia, unitamente alle frasi ispiratrici che scorrono sullo sfondo. Un brano non immediato per il pubblico, ma che piacerà alle giurie.
Dal sapore gitano la partecipazione dell’Ungheria, che con Joci Pápai potrà colpire il pubblico, se non altro per la scelta etnica ed alternativa. Abito nero per il cantante, che contrasta col bianco della ballerina. In scena anche un violinista sul piccolo palco in mezzo alla folla, per offrire alcune inquadrature più originali.
Finalmente si svela il vestito di scena di Anja Nissen, in gara per la Danimarca: la scelta rimane sul rosso, in uno stile molto simile a quello del Dansk Melodi Grand Prix. Per la cantante australiana di origini danesi una intonazione perfetta, forse anche superiore al collega Isaiah. E sul finale della performance rimane la cascata pirotecnica più lunga della storia eurovisiva: 50 secondi! Risultato convincente per un’artista che sta scalando anche la classifica dei bookmakers.
Ancora una ballad, stavolta più intima, sul palco dell’Eurovision, portata dall’irlandese Brendan Murray. Si nota il tocco di Nicoline Refsing (colei che ha curato l’esibizione di Francesca Michielin lo scorso anno) nell’allestimento scenografico, infatti il cantante si trova all’interno di una mongolfiera, che pare in volo sullo sfondo. Buona l’intonazione, ma il tutto è penalizzato dall’ordine di uscita.
Il calore della performance europop di San Marino scalderà tutto il pubblico eurovisivo. Il duo formato da Valentina Monetta e Jimmie Wilson conferma una ottima intesa sul palco, che si traduce nella capacità di trasmettere tanta energia alle telecamere. Cambio d’abito per Valentina, che stavolta sale sul palco con un completo bianco e nero, anche se rimane la scelta non troppo efficace del cappellino. Farà sicuramente ballare tutta l’arena, e ci auguriamo possa continuare a farlo anche alla finale del 13 Maggio.
Outfit diverso anche per Jacques Houdek in rappresentanza della Croazia. La sdolcinata “My Friend” continua a colpire sia per messinscena che per lavoro di telecamere, che raffigurano Jacques da diverse angolazioni ad ogni cambio di tonalità e voce durante l’esecuzione. Cinque le persone sul palco oltre a Houdek – tra coristi e musicisti – in un insieme fin troppo pieno ed esagerato. Il verdetto è duplice: o passerà in finale per contrasto con tutte le altre esibizioni, o verrà brutalmente dimenticata in semifinale.
Nessun cambiamento rispetto alle scorse prove per il duo JOWST feat. Aleksander Walmann, anche se sembra ci sia stato qualche piccolo aggiustamento di telecamere e luci. Se la Norvegia passerà in finale, sarà tutto merito della contemporaneità del pezzo, piuttosto che della scenografia, a tratti statica o ripetitiva.
Continuano i giudizi positivi per la Svizzera, che offrirà agli spettatori dell’Eurovision un’atmosfera degna degli déi dell’Olimpo. Forte l’influenza ellenica nella performance, che si svolge in un fondale ricco di nuvole e dai colori pastello molto luminosi. I Timebelle hanno trovato una strada originale per mettere in scena una canzone che, in questo modo, può beneficiare di una attenzione maggiore da parte degli spettatori.
I NAVIBAND si riconfermano una delle proposte migliori dell’anno, peraltro in lingua bielorussa. La freschezza e spensieratezza che portano sul palco – unitamente a una perfezione invidiabile nel canto – trasmette un gran senso di felicità allo spettatore. La trovata scenica dell’hovercraft che viaggia tra nuvole, grattacieli e monumenti d’Europa, decorati col tipico fregio della Bielorussia, impreziosisce una performance che farà faville.
Segue Kristian Kostov per la Bulgaria. Diverse imprecisioni ed errori di intonazione sulle note lunghe e sugli acuti per il cantante che, nonostante ciò, sa come comportarsi su un palco di queste dimensioni. Vale la pena sottolineare che l’insieme risulta un po’ freddo e costruito, in particolare nelle immagini a schermo, dove il giovane bulgaro interagisce con una certa quantità di effetti che somigliano a quelli della performance dello scorso anno di Francesca Michielin: mentre per la rappresentante italiana aggiungevano movimento e sottolineavano i dettagli, per Kostov sono un vero e proprio elemento con cui interagire in maniera rigida e a tratti invadente. Le probabilità di concludere bene sono alte, ma è possibile che il pubblico eurovisivo, in cerca di una serata di divertimento e svago, non vorrà favorire eccessivamente una performance tutto sommato triste e grigia.
Una esibizione fotocopia di quella dello scorso mercoledì quella dei Fusedmarc. Il risultato finale continua a non essere particolarmente coinvolgente, specie dopo l’elaboratissima performance bulgara. La frontwoman oggi è parsa molto controllata nella voce – forse nel tentativo di risparmiarla per le prove generali – e, tutto sommato, sembra più probabile una eliminazione piuttosto che un passaggio in finale.
L’Estonia canta della città italiana di Verona, stavolta con qualche imprecisione: mentre Koit è risultato maggiormente a suo agio, Laura ha commesso qualche errore di intonazione specie negli acuti, forse nel tentativo di risparmiare la voce per le prove della prossima settimana. Il pezzo rimane molto interessante anche se dal sapore vagamente retrò; lo staging, potenziato rispetto alla finale nazionale dall’uso rinnovato dei ledwall su sfondo e pavimento del palco, aiuta ad apprezzare ulteriormente il brano.
L’israeliano Imri chiude la giornata di prove per i semifinalisti. Diversi errori di intonazione sulla parola “alive”, che è in realtà il vero cuore del brano: c’è ancora molto lavoro da fare sul controllo della voce, su cui il cantante sembra perdere la concentrazione per dare maggior peso alla coreografia. Diversi miglioramenti su luci e sfondo, che risultano più appropriati al brano, ma la voce di Imri, se non correttamente gestita, potrebbe affossare il tentativo di qualificazione e rovinare la chiusura della seconda semifinale.
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