Intervista a Diego Passoni: con l’Eurovision 2017 sto realizzando un sogno
Insieme ad Andrea Delogu commenterà per Rai4 le due semifinali del 9 e 11 maggio dell’Eurovision Song Contest 2017, oltre alla finale in diretta su Radio 2 Rai (qui tutte le modalità su come seguire l’evento). Lui è Diego Passoni e prima di raccontarsi in questa nostra intervista esclusiva, ha pensato di presentarsi a suo modo ai lettori di Eurofestival News.
Ha sempre sognato di poter un giorno commentare l’Eurovision Song Contest e, a quanto pare, questo suo desiderio sta per essere realizzato tra pochissimi giorni. È solo una delle tante curiosità che troverete in questa bella intervista che inizia però con un salto nel passato (non troppo lontano)…
Ciao Diego, partiamo innanzitutto con un salto indietro nel tempo, al 2003 per la precisione. In quell’anno lavoravi per la tv satellitare GAY TV, che trasmise la finale dell’Eurovision Song Contest dopo averne acquisiti i diritti di trasmissione direttamente dall’EBU (l’Italia non trasmetteva l’evento dal 1997). Ci racconti come è andata?
In GAY TV avevamo avuto il desiderio di trasmettere l’Eurovision perché ci sembrava un’idea folle, perché in pochi lo conoscevano (o quasi) e nessuno lo stava trasmettendo in Italia. GAY TV era un canale che aveva un nome provocatorio ma in realtà era semplicemente una rete nuova dove si sono sperimentate un sacco di cose, televisivamente parlando, che poi si sono viste altrove… e trasmetteva via satellite, lo stesso che veniva ricevuto anche in tantissimi altri Paesi che partecipavano all’Eurovision e da cui ricevevamo tantissimi commenti. Il bello di questo evento è che riesce a far sentire tutti vicino, in qualsiasi parte ci si trovi…
L’idea della trasmissione da chi era nata?
Fu un’idea nostra (dei conduttori) condivisa con l’editore, perché se c’è un programma imperdibile di gusto camp (stravagante) questo è assolutamente l’Eurovision… che non vuol dire essere un programma per gay, il camp è un gusto trasversale che sicuramente trova il favore di molti.
Ci sembra di capire che quindi sei un fan dell’evento…
Ho iniziato a seguirlo proprio dai tempi di GAY TV, poi dal primo giorno in cui la Rai è tornata ad occuparsene. Dal primo giorno in cui siamo tornati ho sempre sognato di poterlo commentare e…
E ora lo commenterai…
Esatto, ora il sogno si sta avverando e sono molto soddisfatto di questo.
Cosa ti ha colpito di questo evento?
Mi ha molto colpito una cosa, non legata agli ultimi anni, anche se recentemente avevo tifato tantissimo per Emma… mi ha colpito molto il fatto che l’italiano che ha vinto l’Eurovision (oltre Gigliola Cinquetti) è stato Toto Cutugno nel ’90, con una canzone sull’Europa.
Cioè, di questi tempi, dove siamo circondati da spinte anti-europeiste che ormai sono presenti un po’ ovunque, mi sembra meraviglioso che il contenuto italiano sia stato (per quanto riguarda chi ha vinto) una canzone di Toto Cutugno che cantava “L’italiano”, nel senso famoso nel mondo con la canzone “L’italiano”.
Vinse con una canzone – Insieme 1992 – che faceva “Unite Unite Europe”… nel ’90 cantava un inno all’Europa, ben diversa da quella attuale… Secondo me siamo così smarriti che dovremmo risentire quel pezzo per capire che senso aveva l’Europa.
Cosa rappresenta per te l’Eurovision Song Contest?
Io ti dico ovviamente il mio punto di vista e cioè che l’Eurovision per me ha sempre rappresentato una cosa: la musica che non ha confini e che può guardare molto più in là delle divisioni anche politiche dei vari Paesi.
L’Eurovision mette insieme una serie di Paesi (anche non strettamente europei, perché l’evento è legato all’ente organizzatore, l’EBU, non è quindi basato sui confini reali europei), come Israele o l’Australia e molti altri ancora, con culture e origini diverse… che vengono presi e messi lì, tutti insieme.
Mai come all’Eurovision si vede la differenza di cultura, di origini, da cui si attinge per la scelta di arrangiamenti ma anche dei look e delle coreografie, che a volte ci hanno anche fatto sorridere negli anni passati (come alcune acconciature indimenticabili), che spiegano molto di più della storia di un Paese di un libro di storia contemporanea.
L’Eurovision è anche questo, il fatto che la gente si accompagni con la musica nel quotidiano vivere, quindi è un modo per cercare di essere vicini, per trovare un terreno comune (la musica è ascoltata in tutto il mondo) per parlarsi un po’ di più. Il bello dell’Eurovision è lo stare tutti insieme, ognuno con il suo contributo, la sua lingua, la sua cultura…
Dal nostro ritorno in gara del 2011 ad oggi, hai tifato per qualcuno in particolare o hai avuto dei preferiti?
Beh sì, assolutamente Emma! Perché è una mia amica e quindi non so distinguere dal resto (ride).
Andrea Delogu ti affiancherà nel commento delle semifinali dell’Eurovision il prossimo 9 e 11 maggio. Con lei hai già lavorato fianco a fianco in un altro programma (Dance Dance Dance su Fox), l’hai già sentita e avete già discusso di questo nuovo impegno lavorativo insieme?
Ci siamo detti più o meno cosa ci metteremo d’abito per cercare di coordinarci (sorride), per ora solo questo. Ci saranno quei dieci minuti di anteprima in cui daremo il massimo in termini di look, poi ci cambieremo d’abito e ci trasformeremo in commentatori.
Vi siete trovati subito in sintonia…
Con Andrea è stata una scoperta strana… ci siamo conosciuti tempo fa perché io l’avevo intervistata per il suo libro, ci eravamo interpellati e piaciuti, poi ci siamo ritrovati in breve tempo a lavorare insieme. Ci siamo messi in gioco insieme, tra l’altro tutto organizzato all’ultimo, però devo dirti che mi sono trovato davvero benissimo.
Ed è stata una fortuna, perché al di là delle qualità della persona non è detto che poi uno ci si trovi (puoi stimare tantissimo una persona ma lavorandoci insieme poi magari non trovi la chimica giusta…). Con Andrea mi son trovato molto bene, so che ci divertiremo e staremo bene e come per “Dance Dance Dance”, anche in questo caso saremo tutti e due felici di goderci lo spettacolo dell’Eurovision.
Ci vuoi dire qualcosa dell’anteprima su Rai4?
Ci saranno diversi contributi… l’idea è quella di cercare di dare degli strumenti per preparare il pubblico allo spettacolo (sia a chi l’ha visto che a chi non l’ha mai visto). Faremo un ripassino delle regole, come funziona, chi c’è, chi non c’è, chi c’è ma va già in finale e che non vedremo quindi nelle semifinali (e che tanti non sanno)… Quindi chiariamo tutto e poi si parte con la diretta…
E come negli anni passati, anche quest’anno avrete tra le mani la nostra guida e la cosa ci fa molto piacere
Eh sì e ci sarà sicuramente di aiuto!
Hai avuto modo di sentire il brano del nostro rappresentante? Ti sei fatto una idea e pensi possa fare bene in questo Eurovision?
Il brano è molto bello e funziona… difficile giudicare e fare un pronostico, perché devo sentire ancora alcuni brani in gara, sicuramente è un bel brano e son sicuro potremo fare molto bene.
Vuoi lasciare un messaggio di auguri a Francesco Gabbani o magari vuoi dargli qualche consiglio?
Penso che Francesco sia molto bravo e preparato, so che farà bene e non ho consigli da dargli, se non fare un grande in bocca al lupo a lui e al ballerino che sarà dietro il costume della scimmia.
Parlando anche dello slogan di quest’anno – “Celebrate Diversity” – Diego ci ricorda come è bello appunto celebrare le diversità, ma anche che “siamo tutti uguali e dobbiamo avere tutti gli stessi diritti” e noi, cogliamo l’occasione per fargli pubblicamente tanti sinceri auguri per il prossimo giugno, quando si unirà in matrimonio con il suo compagno di sempre. Mai slogan poteva essere più appropriato.
L’appuntamento con Diego Passoni e Andrea Delogu nel commento delle due semifinali su Rai4 e Radio 2 Rai è per martedi 9 e giovedi 11! Un grazie a Diego per la disponibilità e il tempo che ci ha concesso.
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Un grande in bocca al lupo a Diego per l’ Eurovision e per la sua vita :)
Avete notizie di maxi schermi o teatri cinema dove seguire la finale insieme? Magari a Carrara città di Gabbani …
Insieme la canzone di toto Cotugno nel 1990 era una canzone molto innovativa, negli anni 80 e 90 l’Europa era un idea ancora lontanissima, una cosa astratta sia perché l’idea di unione europea non era sentita sia perché aveva poco potere politico.