Eurovision 2017: segui con noi la diretta della jury rehearsal della seconda semifinale

Resoconto live dalla Sala Stampa dell’Eurovision Song Contest 2017

I nostri inviati a Kiev Cristian Scarpone e Michele Imberti sono nel press center all’interno dell’International Exhibition Centre per seguire la jury rehearsal della seconda semifinale dell’Eurovision 2017, in onda domani (11 maggio) alle 21 su Rai 4.

Come noto, trattasi di una prova fondamentale poiché stasera le giurie di qualità avranno il compito di comporre le loro classifiche riguardanti le nazioni in gara in questa seconda semifinale e influire sul 50% del risultato finale. L’Italia, a differenza della prima semifinale, non ha diritto di voto, quindi il pubblico dovrà e potrà semplicemente godersi lo spettacolo in attesa della finale di sabato 13.


La serata si apre con un divertente (e volutamente sopra le righe) medley di hit eurovisive… in salsa ucraina. Arrangiamenti corali made in Est Europa di pezzi vincitori dell’Eurovision: “Euphoria” di Loreen, “Fairytale” di Alexander Rybak, “My number one” di Helena Paparizou e “Rise like a phoenix” di Conchita.

01. SERBIA – Tijana Bogicevic – In too deep

Cristian Scarpone: Nelle prove della scorsa settimana Tijana aveva riscontrato pesanti problemi d’intonazione e poca coesione con i coristi. Sembrava spacciata. Tuttavia stasera mi pare che la cantante serba non sbagli neanche una nota. Interpretazione convincente, anche il colore blu prevalente nel background si sposa bene con le atmosfere del brano, è suggestivo. Un ballerino la accompagna nell’esibizione che mi convince.

Michele Imberti: Tijana parte al buio in un abito bianco con gonna trasparente, molto bello. Nella prova di oggi ha cantato molto bene, anche questa sera canta bene. Fa molto bene anche l’acuto. Non sono un fan del brano ma l’esibizione è convincente, semplice ed elegante. Salvo imprevisti (abbiamo già visto cosa è successo nella prima semifinale), dovrebbe passare tranquillamente.

02. AUSTRIA – Nathan Trent – Running on air

CS: Assieme a Francesco Gabbani, il concorrente austriaco è il più carismatico dell’anno. Esibizione semplice, anche se il palco può apparire un po’ kitsch ma funziona. Una mezzaluna glitterata in mezzo alla scena, tanto fumo, nuvole nel ledwall. Come l’australiano, anche Nathan ha la cosiddetta “sindrome di Mariah Carey”: cambia la melodia, lancia urletti e gorgheggi qui e lì. Bravo sebbene tenti di strafare. Lui ha dalla sua parte la carta della simpatia innata che sprigiona dal suo sorriso, un ottimo strumento per il voto da casa (e magari non solo).

MI: Nathan Trent ha voce e carisma dalla sua parte. Il brano è un pop leggero e giocoso molto semplice, nulla di trascendentale, lo staging è forse leggermente infantile ma fresco e piacevole. Unica pecca l’acuto finale dove perde il controllo. L’unico rischio è quello.

03. MACEDONIA – Jana Burceska – Dance alone

CS: Uno dei miei brani preferiti dell’edizione, radiofonico, contemporaneo, trascinante. Una canzone che in bocca ad un interprete noto diventerebbe facilmente una hit. Non so però se la Burceska abbia le possibilità di passare in finale perché sebbene si noti un buon lavoro nella costruzione della performance, l’artista non sembra pienamente a suo agio con i passi coreografati. Sia la mise che l’atteggiamento, parecchio provocanti, potrebbero prevenire diversi giurati dal votarla.

MI: La macedone ha un pezzo forte, a metà strada tra Kylie Minogue e Sophie Ellix Bextor. Non riesce a valorizzarlo sul palco. Lo canta meglio questa sera ma continua a non bucare il video. Il linguaggio del corpo è forzato e alla fine dei tre minuti non convince. Eliminazione quasi sicura.

04. MALTA – Claudia Faniello – Breathlessly

CS: “Breathlessly” è una ballata classicissima, un po’ stantia, resa però con trasporto e perfezione vocale dalla cantante maltese, senza alcun artefizio scenico. Giova il piazzamento nella semifinale, senza dirette concorrenti (le altre dive soliste da ballatona dell’edizione son capitate tutte nella precedente). Qui entra pienamente in gioco il gusto personale perché la resa dell’interprete è inattaccabile.

MI: Claudia Faniello è un concentrato di classicità, nel bene e nel male. Lei appare come il prototipo della donna mediterranea, con le curve al posto giusto, elegante e rassicurante. “Breathlessly” è un brano vecchio, di stampo polveroso e già sentito. Lei lo canta senza fare nessun tipo di errore, lo interpreta in maniera sentita ma antica e troppo impostata. Possibilità di passaggio basse.

05. ROMANIA – Ilinca feat. Alex Florea – Yodel it

CS: La sala stampa è divisa su questo pezzo. C’è chi lo trova irresistibile e divertente, altri proprio non riescono a sopportarlo. A far discutere è, ovviamente, lo yodel di Ilinca che rende unica e speciale la canzone… ma allo stesso tempo è come un colpo di martello pneumatico nelle tempie. Le giurie non dovrebbero andar dietro al pezzo romeno ma al televoto farà sfracelli. Tecnicamente non sbagliano.

MI: I rumeni cantano senza errori un pezzo che personalmente trovo irritante. Dal punto di vista prettamente scenico è un esplosione di colori pastello anni ’80. Sul finale entrano due cannoni, senza nessun particolare motivo a dire il vero. Nonostante non incontri assolutamente il mio personalissimo gusto, comprendo i motivi che la porteranno dritta in finale senza intoppi. Emergono tra i tanti.

06. PAESI BASSI – O’G3NE – Lights and shadows

CS: La chiave della proposta olandese è la voce, anzi le voci delle tre sorelle Lisa, Amy e Shelley Vol. Armonie perfette, tecnicamente le migliori cantanti. Vestite con abiti scintillanti (che danno qualche anno in più), background essenziale, con luci soffuse, qualche frase del pezzo a trasmettere il messaggio che potrebbe perdersi fra tante note e gorgheggi. Le giurie premieranno la resa di questo trio, il televoto potrebbe sentire la barriera della perfezione tecnica.

MI: Le O’G3NE presentano 3 minuti di bel canto e virtuosismi impeccabili messi a servizio di un brano senza grosse particolarità. I loro outfit non aiutano ad alleggerire l’atmosfera poco fresca del brano. Quando concludono rimangono tre belle ragazze con tre grandi voci. Se dovessero passare lo farebbero in maniera innocua, fondamentalmente in sordina.

07. UNGHERIA – Joci Papai – Origo

CS: L’Ungheria, che non manca una finale dal 2011, si trova a dover affrontare il pericoloso slot post-pubblicitario. “Origo” è un brano che non può essere paragonato a nulla capitato sul palco negli ultimi anni, caratterizzato da un tipo di canto etnico unico, radicato nella cultura rom. C’è anche del rap. Una commistione di generi suggestiva che dovrebbe essere apprezzata dalle giurie e potrebbe anche ottenere il supporto della diaspora rom in giro per l’Europa.

MI: Il talento di Joci Pápai è indiscutibile. Cantare bene un brano di questo tipo, che mescola canto etnico, pop e rap, è difficilissimo e lui lo fa alla perfezione. Qui si tratta solo ed esclusivamente di gusto personale e, a me, quel modo di cantare e quel genere musicale non piacciono, ma alla fine lo applaudo in maniera convinta. Il talento e la validità della proposta non sono in discussione.

08. DANIMARCA – Anja Nissen – Where I am

CS: Anja inanella una nota perfetta dietro l’altra. La power ballad che porta in gara è tanto generica ma proprio per questo potrebbe ottenere il plauso del pubblico mainstream televotante. Dà proprio l’impressione di essere un pezzo pop ben prodotto, senza nessuna sbavatura. Non vedo come possa fallire in semifinale con un’esibizione che è impeccabile.

MI: Anja Nissen è brava, bella e rassicurante. In compenso, la canzone è in ritardo di 15/20 anni sulla discografia odierna. È un soul/pop carico di fine anni 90/inizio millennio, con un arrangiamento ed una produzione anonime. Detto ciò… dovrebbe passare abbastanza tranquillamente.

09. IRLANDA – Brendan Murray – Dying to try

CS: Il passaggio in finale del giovane cantate irlandese lo riterrei altamente improbabile. La struttura del brano non aiuta, perché per 2/3 terzi del tempo si trascina con lentezza e senza guizzi. Il timbro vocale così esile e leggero cozza con la difficoltà tecnica. Molte note stonate.

MI: Raramente ho sentito un esibizione stonata e calante dal primo secondo fino all’ultimo. Brendan Murray sta cantando talmente male che ogni altro aspetto diventa secondario.

10. SAN MARINO – Valentina Monetta & Jimmie Wilson – Spirit of the night

CS: Valentina canta bene, entrambi sono trascinanti. Il pezzo è qualitativamente difficile da salvare, anche se diverte e strappa il sorriso, dona la carica. Per tutta la seconda parte del brano Jimmie Wilson si perde e canta in una tonalità sbagliata che rovina del tutto l’esibizione. Prevedo un ultimo posto per le giurie.

MI: Nelle prove di oggi Valentina Monetta aveva azzardato un giubbetto argentato che spezzava con il nero glitterato dei pantaloni in maniera perfetta. Questa sera torna ad un total black ma si leva il berretto. Jimmie Wilson ha sempre cantato bene nelle prove ma questa sera ci sono, purtroppo, parecchie imprecisioni. Resta la Monetta a dover salvare la situazione, e lei canta bene come sempre.

11. CROAZIA – Jacques Houdek – My friend

CS: Kitsch, pacchiano, esagerato, pomposo. Ma tutto funziona alla perfezione. Regia che fa gran parte del lavoro, Jacques sa come ammiccare alla telecamera con convinzione, anche il tentativo riuscito di cantare sia in stile pop che lirico, per quante assurdo, non lascia interdetti perché è eseguito con maestria. Finale al 100%.

MI: L’esibizione del croato è televisivamente e vocalmente inattaccabile. La canzone fa invece l’effetto di un bis di lasagne imposto a forza alla fine di una cena di 4 portate. E’ tutto molto kitsch, ruffiano e pretenzioso, ma va in finale che è un piacere.

12. NORVEGIA – JOWST – Grab the moment 

CS: Un brano da Spotify. Contemporaneo, con tutti i suoni al posto giusto. Eppure mi sembra così anonimo, dimenticabile nel marasma della semifinale. Non riuscirei a predire le loro possibilità di passare in finale… anche perché flopperei clamorosamente come al solito. Quindi scrivo il contrario di ciò che penso e dico che passeranno, va.

MI: “Grab the moment” è uno dei pezzi in gara dal sound più attuale e moderno. È un brano molto radiofonico, cantato molto bene. Se ne analizzi i diversi aspetti e le componenti non ha pecche. Poi però ti accorgi che non non funziona in video. Potrebbe, per assurdo, rimanere in semifinale… e spiegarselo risulterebbe nuovamente difficile.

13. SVIZZERA – Timebelle – Apollo

CS: Come per la Danimarca, anche la Svizzera ha un brano scontato e generico, che può colpire il pubblico perché suona familiare. La cantante, la rumena Miruna, esagera e tira diverse stecche.

MI: Lo staging è molto colorato, di quelli che non ti dimentichi. Il pezzo è fondamentalmente banale e ridondante, lei canta male e si fa prendere dal trend che pare essere la moda di quest’anno, vale a dire vocalizzi e ululati di vario genere che nessuno, al momento, è riuscito a reggere. Sul finale diventa difficoltoso ascoltare. Fuori.

14. BIELORUSSIA – Naviband – Story of my life

CS: Una proposta coinvolgente, ben eseguita. La resa vocale forse non perfetta ma non è quello il punto di forza. Trasmettono felicità e tenerezza. Ma meriterebbero la finale non solo per questo. Un brano folk cantato in lingua bielorussa che arriva come una boccata d’aria fresca.

MI: Il duo bielorusso porta una proposta estremamente fresca, senza pretese, scanzonata e con una buona dose di folklore, in lingua madre. Non gareggiano per i piani alti della classifica ma si divertono e fanno sorridere in maniera positiva. Meritano la finale anche solo per quello.

15. BULGARIA – Kristian Kostov – Beautiful mess

CS: Sebbene possa dare fastidio, è uno degli avversari temibili per la vittoria e con tutti i meriti. Regia senza sbavature, effetti grafici che danno il tocco di “originalità” perché fondamentalmente non li utilizza nessun altro. Falsetti non precisissimi ma in generale per l’età del cantante la resa vocale è da applausi. La performance funziona televisivamente eppure in sala stampa c’è una freddezza quasi “sinistra”, la stessa che lo scorso anno caratterizzava le esibizioni di Sergey Lazarev.

MI: Kristian Kostov canta fondamentalmente bene (ci sono leggerissime imprecisioni ma nulla di grave) una ballata intensa e suggestiva. La regia è studiata alla perfezione, i bulgari non lasciano niente al caso. La finale è scontata quanto lo era ieri sera per la Svezia. Non risulta avere l’aura del brano vincitore ma non è assolutamente da sottovalutare per il rush finale.

16. LITUANIA – Fusedmarc – Rain of revolution

CS: Yeah-yeah-yeah-yeah ripetuto allo sfinimento. Siamo a un giorno dalla semifinale ma sono ancora qui a chiedermi perché i lituani abbiano scelto questa proposta che non si eleva sul resto per nessun motivo purtroppo. Si parte già male con il look sciatto della cantante, il pezzo non c’è e l’esecuzione è confusionaria e stordente.

MI: Che dirvi sulla proposta lituana? Non saprei, in tutta onestà.

17. ESTONIA – Koit Toome & Laura – Verona

CS: Un lavoro di regia strano (già visto nella finale nazionale) che trasmette rigidità e poca fluidità. Una scelta parecchio strana per un duetto. Laura non è la miglior vocalist del mondo ed è Koit a dover fare la parte del cantante tecnico del duo. La canzone c’è, funziona, è “paracula” e sfiziosa, fra le mie preferite, però non sono certo abbiano la finale in tasca.

MI: “Verona” è un brano dal marcato sapore anni ’80, retrò, che gioca tutto sull’effetto “nostalgia”. Funziona sul sottoscritto che la trova deliziosa. Lei è però l’anello debole del duo, con una serie di note prese con timore. Lui canta bene ed ha un falsetto bellissimo. È vero, risultano leggermente freddi e poco in sintonia, ma in finale dovrebbero arrivare.

18. ISRAELE – Imri – I feel alive

CS: Pezzo eurovisivo medio. Ballabile, ricco di cliché, cantato da un manzo più bello che bravo. “I feel alive” è difficile tecnicamente, Imri non è all’altezza dei falsetti che vengono sparati con poca cura qui e là. Non è una buona performance ma lo aiuteranno la faccia e la posizione in scaletta, a chiudere la serata.

MI: Imri presenta il brano eurodance che hai già sentito un centinaio di volte, senza arte né parte. Punta molto sull’aspetto fisico, che non guasta, ma manca di controllo sulla voce in maniera molto evidente su acuti e falsetti. Lì la voce se ne va per conto suo più di una volta. Da mettere nella stessa categoria del cipriota di ieri sera, che però ha cantato molto meglio. Le giurie non dovrebbero essere dalla sua.


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Una risposta

  1. Fecop ha detto:

    Vai San Marino!

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