Intervista a Francesco Gabbani: “Vincere l’Eurovision? Io ce la metto tutta”

Kiev, 11 maggio. In una giornata ventosa, incontriamo Francesco Gabbani all’interno dell’hotel InterContinental, nel centro della capitale ucraina. Il rappresentante italiano all’Eurovision Song Contest è subissato di impegni, uno dopo l’altro i giornalisti si susseguono in una sala ristorante per intervistare l’uomo del momento, colui che potrebbe portare a casa il trofeo.

“L’atmosfera è bella da tutti i punti di vista perché Kiev, non me l’aspettavo, è una città molto aperta mentalmente sul piano internazionale” dice Francesco. “Poi per quanto riguarda l’Eurovision è tutto improntato sulla condivisione musicale, non solo sulla competizione”.

La spontaneità continua ad essere la chiave con cui Francesco cerca di far arrivare al pubblico il suo pezzo: “Mi sto approcciando alle performance con molta serenità, è il mio modo di salire sul palco e portare naturalezza”.

Gli impegni lo lasciano raramente libero: “Devo cercare di riprendermi un po’, ho della stanchezza addosso perché c’è un interesse su noi italiani e su Occidentali’s karma da parte di tutti i media internazionali. Ho fatto parecchie interviste in questi giorni ma preserverò l’energia per salire sul palco”.

Dopo Sanremo, Francesco Gabbani ha subito accettato di volare a Kiev e portare in alto la bandiera del nostro paese: “Perché c’era la possibilità di far ascoltare la mia musica oltre i confini nazionali. Ci ho visto anche la possibilità per l’Italia di poter riaccendere la passione nei confronti dell’Eurovision, è una bella passerella per portare la nostra musica che comunque è fatta con sentimenti ed emozioni”.

Gli scorsi tre mesi sono stati un tripudio. Tutti, nella bolla eurovisiva (e non) parlavano di lui, e continuano a farlo tuttora: “Mi fa un gran piacere perché probabilmente viene colto il potenziale trasversale del brano Occidentali’s karma, all’apparenza divertente, che ti fa ballare e muovere, ma allo stesso tempo porta un significato di riflessione importante. Pur essendo in italiano, sono contento che desti curiosità, il pubblico internazionale cerca di capirlo, magari provandolo a tradurlo”.

La pressione per la possibile vittoria non sembra tormentarlo: “Molto sinceramente cerco di non pensarci perché non mi voglio rovinare questa sensazione di vivere dal punto di vista emozionale una nuova esperienza. Vengo da Sanremo dove la strafavorita era Fiorella Mannoia poi la sorte ha voluto diversamente. Io ce la metto tutta”.

Qual è la differenza fondamentale fra Sanremo e l’Eurovision? “È tutto più grande e dettagliato a livello di prove. La produzione cura tutti gli aspetti nei minimi dettagli. Nulla togliere a Sanremo, ho vissuto per due anni di seguito l’esperienza e anche lì l’approccio registico è serio. La proporzione giusta è Italia-Europa/Sanremo-Eurovision”.

Poche, purtroppo, le possibilità di condividere con altri artisti i momenti eurovisivi: “Per forza di cose non abbiamo tanto modo di interagire fra partecipanti, ognuno è impegnato nella propria dimensione comunicativa. Quando li ho incontrati però ho notato subito da parte loro l’interesse a farsi anche un tipico selfie con me, mi venivano a cercare un po’ tutti, mi hanno dimostrato affetto e considerazione”.

Fra gli altri quarantuno brani in gara Francesco non ha dubbi nel scegliere il preferito: “Sono tante le canzoni che mi piacciono, quello che sento di più affine a me come tipo di comunicazione, anche se la canzone è completamente diversa, è il Portogallo. Lo reputo artisticamente sincero”.

Domani, 12 maggio, l’ultimo album di Gabbani uscirà anche all’estero: “Diverso per la copertina, perché si chiama Magellan e dentro c’è il brano Amen, che l’Europa non conosce ancora. La promozione estera è da pianificare, c’è qualche invito da definire. Non nascondo che mi piacerebbe proseguire il tour in territorio internazionale, sarebbe un’esperienza nuova ed emotivamente forte. Intanto affronto il tour italiano che sarà lungo”.

Perché un cantante italiano dovrebbe partecipare all’Eurovision? “Realisticamente parlando credo sia l’unica vera possibilità per la musica italiana di avere visibilità sul mercato, con un pubblico internazionale, cantando in italiano”.

Nella finale, prima dell’esibizione, vedremo la cosiddetta postcard in cui Francesco interpreta un cameriere, un cuoco e un tifoso di calcio: “È stata un’idea arrivata direttamente dalla produzione autorale dell’Eurovision. Per ogni artista hanno deciso di rappresentare la provenienza, la tipicità dell’artista stesso. Per l’Italia si è scelto di farlo in un ristorante, con varie tipologie di personaggi. Credo rispecchino un po’ come vedono i nostri amici europei l’italiano. Mi auguro che dal prossimo anno l’Italia oltre che essere spaghetti, pizza, mandolino sia anche Occidentali’s karma e Francesco Gabbani“.


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