Eurovision 2018, prima semifinale: il liveblogging della prova per le giurie
Resoconto live dalla Sala Stampa dell’Eurovision Song Contest 2018
I nostri inviati Cristian Scarpone e Michele Imberti sono in questo momento nel press center accanto all’Altice Arena per seguire la jury rehearsal della prima semifinale dell’Eurovision 2018, in onda domani (8 maggio) alle 21 su Rai 4.
Una prova molto importante poiché proprio stasera le giurie di qualità avranno il compito di comporre le loro classifiche riguardanti le nazioni in gara in questa prima semifinale e influire sul 50% del risultato finale.
L’Italia non ha diritto di voto, quindi il pubblico dovrà e potrà semplicemente godersi lo spettacolo in attesa della semifinale di giovedì 10 e la finale di sabato 12.
01. AZERBAIGIAN – Aisel – X My Heart
CS: La canzone non esalta le qualità della cantante, o forse viceversa. Sembra che indossi un “vestito sbagliato”. Tuttavia l’Azerbaigian ha più volte dimostrato di sapere come far risaltare le proprio esibizioni, anche quelle non brillanti (addirittura una di queste è riuscita a trionfare nel 2011…). Aisel dovrebbe passare la performance luminosa e gli effetti scenici utilizzati, molto eterei, catturano l’attenzione. L’hook del brano entra in testa. Che le sue doti vocali non spicchino diventa secondario (purtroppo?). IN BILICO
MI: Aisel attacca insicura e nel corso dell’esibizione ha più volte problemi di intonazione. Sembra però essere più dovuto al fatto che non si trovi a suo agio con la canzone. Risulta forzata vocalmente e nei movimenti. Il brano è uno dei più classici europop, di quelli che ti giochi per assicurarti la finale senza infamia e senza lode. Gli azeri rischiano più del solito quest’anno ma l’impressione è che ce la faranno ancora, probabilmente per il rotto della cuffia. DENTRO
02. ISLANDA – Ari Olafsson – Our Choice
CS: L’artista islandese è molto carino e dolce. Vorrei trovare belle parole anche per la sua canzone, ma riesce così difficile. Anacronistico, pesante. Le sue peripezie vocali non bastano a cancellare il piattume. FUORI
MI: Ari Ólafsson canta un pezzo nato vecchio e stanco. Lo canta con maestria ma risulta veramente difficile pensare ad una finale. Effetto noia dilagante e dispiace che a provocarlo sia un ragazzo così giovane e vocalmente dotato. FUORI
03. ALBANIA – Eugent Bushpepa – Mall
CS: La genuinità e l’unicità sono le cose più apprezzabili della proposta albanese. Mi ricorda i brani dall’incedere epico che ogni tanto abbiamo potuto godere al Festival di Sanremo. Non è contemporanea, ma merita rispetto, e Eugent ha la stoffa di un cantante navigato. Rock elegante che meriterebbe la finale, ma sarà difficile per loro, schiacciati in una semi di ferro. IN BILICO
MI: Eugent Bushpepa canta da far la pelle d’oca e prende note impensabili con una perfezione e una pulizia vocale impressionante. Il brano ha quel non so che di nostrano e genuino che in pochi hanno quest’anno. Carico di intensità e pathos. Dal punto di vista visivo ci troviamo di fronte ad uno staging altrettanto nostrano e senza fronzoli, e ci sta benissimo. Le previsioni lo danno fuori, preferirei vederlo dentro e voglio continuare a crederci, perché sarebbe profondamente ingiusto non avere una proposta del genere in finale. FUORI
04. BELGIUM – Sennek – A Matter of Time
CS: L’anno scorso quasi tutti misero in dubbio le possibilità di qualificazione di Blanche, noi in primis. Poi passò e si assicurò un quarto posto in finale. Succederà lo stesso a Sennek? La performance non convince, le luci sono sbagliate, fanno sembrare cadaverica una cantante di natura pallida, invece di scaldarle il viso. Le sue espressioni sono… bizzarre, quasi di dolore. Ho molti dubbi. FUORI
MI: Sennek ha uno dei pezzi più affascinanti ed intriganti in concorso, pare però mancare di appeal dal punto di vista prettamente televisivo. Deve riuscire a bucare il video in maniera più convincente, cosa più importante domani al momento del televoto. Da parte della giuria dovrebbe ricevere buon sostegno. FUORI
05. CZECH REPUBLIC – Mikolas Josef – Lie To Me
CS: C’è il groove, c’è la presenza scenica, c’è la sfacciataggine di un faccino pulito e ammiccante che piacerà tanto al pubblico eurovisivo, femminile (e non). La canzone è fresca e moderna, e anche se tacciata di plagio (di “Talk dirty” di Jason Derulo) rimane godibilissima. L’infortunio accaduto a Mikolas nel corso della prima settimana di prove non ha compromesso le sue chance, accende il palco come pochi e le scelte televisive (stacchi di camera, effetti ecc.) sono perfette. Passerà a occhi chiusi. DENTRO
MI: Mikolas Josef ha subito una brutta caduta sul palco la scorsa settimana e ha dovuto rivedere la coreografia in vista della diretta di domani. Lo si nota leggermente ma il ragazzo rappa e canta con un carisma ed una personalità scenica che non sembrano metterlo assolutamente in pensiero. per quanto riguardo il passaggio. Tra i pezzi dal sound più attuale. DENTRO
06. LITUANIA – Ieva Zasimauskaitė – When We’re Old
CS: Lo ammetto, in versione studio il pezzo lituano è fra i cinque che mi piacciono meno. Non riesco ad apprezzare a pieno il timbro artefatto “da micia” che Ieva imposta con la sua voce in varie parti del pezzo. Ma sul palco riesce a creare una magia pura che ha colpito, e commosso, anche me. Top 10 per il paese baltico? DENTRO
MI: Ieva punta tutto su atmosfera soffusa e semplicità, sia estetica che stilistica. In sala stampa cala il silenzio e tutti si soffermano a guardare il maxi schermo. Potrebbe decisamente provocare lo stesso effetto ai telespettatori… e in quel caso diventare più pericolosa di quanto si pensi. Sicuramente una delle vere dark horse di quest’anno. Il brano è altrimenti ordinario, ma presentato con estrema efficacia. DENTRO
07. ISRAEL – Netta – Toy
CS: Ci sono sbavature nella performance di Netta? Non particolarmente negative da essere sottolineate. Eppure c’è qualcosa che non convince. Forse è troppo sopra le righe, estrosa. Il pubblico generalista non andrà matto per lei. Capisco perché sia la favorita, ed è nella mia top 3, ma sul palco non riesce a tenere alte le aspettative. I bookies per il terzo anno falliranno. La qualificazione però è d’obbligo. DENTRO
MI: Netta la super favorita. Ci mette un minuto ad ingranare sul serio, fino al primo ritornello sembra nervosa e poco sciolta. Canta con convinzione ma il pezzo è particolarmente esigente dal punto di vista vocale e sul bridge sembra far fatica a reggere. Il brano è assurdo e sicuramente il più originale di tutti ma una vittoria non riesco proprio a vederla. Non pare convincere, e le aspettative erano ovviamente altissime. DENTRO
08. ALEKSEEV – Forever
CS: Un gigantesco MAH. Tutto ciò che vediamo non ha senso, kitsch all’ennesima potenza. Scelte per me incomprensibili. Alekseev porge una rosa alla telecamera e quest’ultima, senza la presenza di mani o altro, le fa fare un giro a 360° per poi darla alla ballerina presente sul palco. Nemmeno le tv locali oserebbero mandare in onda una ripresa così oscena. La canzone non è forte, e nemmeno le sue doti vocali. FUORI
MI: Alekseev non canta alla perfezione e la pronuncia è quello che è, il pezzo è decisamente antiquato ma ha un certo fascino retrò che potrebbe piacere a molti. Il problema sembra essere l’esibizione che risulta pacchiana e obiettivamente brutta dal punto di vista estetico. Come tagliarsi le gambe da soli. FUORI
09. ESTONIA – Elina Nechayeva – La Forza
CS: Quest’esibizione va oltre i gusti. L’obiettività deve trionfare e portare ad ammettere che Elina è perfetta. Bellissima, con una voce che per stile colpisce a priori. La canzone è pomposa, antica e artefatta, oltre a essere totalmente slegata dal paese rappresentato, però molti saranno rapiti dall’atmosfera che riesce a creare. L’Estonia ha optato per riprese ed effetti impossibili da criticare. DENTRO
MI: Elina canta alla perfezione e mette in scena una sorta di numero televisivo difficile da criticare. Il tanto chiacchierato abito fa ovviamente da padrone, il che può sembrare un paradosso quando si ha una voce del genere. Il testo non ha senso e non riesco a farmi affascinare da progetti costruiti su forma quando non c’è nessun tipo di contenuto. Un “cappuccino” e “spaghetti” buttati a caso nel testo non sarebbero stati male. Ma rimane pericolosa, sta al buon gusto di pubblico e giuria. DENTRO
10. BULGARIA – Equinox – Bones
CS: Il team bulgaro ha tenuto a precisare che gli Equinox non sono un gruppo ma una sorta di patchwork in musica. E si nota. Forse gli unici a essere legati in qualche modo sono i due cantanti americani neri. Il resto è slegato. La proposta musicale è valida, molto, ma l’effetto sul palco è straniante. Tutto molto buio, trasmette ansia. C’è una cosa che in me invece scatena una ilarità che mi porta a grasse risate, la parrucca alla Raffaella Carra dell’unica donna, Zhana Bergendorff. Non riesco a prenderla sul serio. E poi non prendiamoci in giro, non canta un SECONDO del pezzo, tutto ciò che esce dalla sua bocca mimante proviene in realtà dalla corista dietro le quinte. Questo non interesserà particolarmente a pubblico e giurie, che dovrebbe donare alla Bulgaria un altro posizionamento di prestigio. DENTRO
MI: Gli Equinox sono un paradosso. Cinque solisti messi insieme per l’occasione su una canzone “comprata” da altri. Sembra tutto poco legato e emozionale. Poca anima e troppa voglia di farcela senza qualcosa di abbastanza autentico. Il pezzo ha una bell’atmosfera, dark, ma pare si siano concentrati più su arrangiamento che composizione. La parrucca di lei fa da protagonista, calcolando che quel poco che canta è coperto dalla corista fuori campo. DENTRO
11. MACEDONIA – Eye Cue – Lost and Found
CS: Nulla da fare, non amo questa canzone in versione studio, sul palco ancora meno. Scelte d’outfit opinabili, resa vocale non eccelsa, passaggi da un genere all’altro (visto che ce ne sono tre mal mescolati) alienanti. La proposta alla sua base non ha capo né coda, la Macedonia non ritroverà la “gloria” della qualificazione quest’anno. FUORI
MI: I macedoni portano una canzone strana, un mix di tre proposte agli antipodi, si passa dal pop al reggae alla disco, il che è coraggioso e catchy dal punto di visto discografico ma rischiosissimo dal punto di vista televisivo. Non è assolutamente un brano da concorso e le possibilità di passaggio sono nulle. Piace al sottoscritto ma ne comprendo i difetti. FUORI
12. CROATIA – Franka – Crazy
CS: Bellezza mozzafiato, dalla gran voce. Franka è una performer apprezzabile, capace di attirare l’attenzione su di sé. Purtroppo il pezzo è ridondante e senza guizzi, si trascina per tre minuti quasi per inerzia. IN BILICO
MI: Franka ce la mette tutta ed ha dalla sua il fatto di essere brava e probabilmente la più bella di tutte. Il brano è purtroppo ridondante e scopiazzato da mille altre cose già sentite (si va da Sam Brown ad Alicia Keys), tre minuti che danno l’impressione di essere sei. FUORI
13. AUSTRIA – Cesar Sampson – Nobody but You
CS: Uno dei migliori vocalist dell’anno. La canzone è un pop gospel molto affascinante. Le decisioni stilistiche portate sul palco, però, mi convincono poco. L’outfit grigio su grigio, il cantare su una piattaforma che ricorda una navicella spaziale. Le coriste sono poco… gospel… lasciano poco il segno. Senza convinzione ma lo vedo DENTRO
MI: Cesar canta su una gigantesca pedana rialzata al centro del palco. Il brano ha un respiro internazionale irresistibile, l’impressione è quella di un’esibizione in pompa magna in altri tipi di programmi televisivi, più da Grammy’s che da Eurovision. Canta benissimo e con trasporto. Una di quelle sulle quali varrebbe la pena giocare qualche euro. DENTRO
14. GRECIA – Yianna Terzi – Oniro Mou
CS: I greci, da sempre fra le fanbase più accanite e nazionaliste qui all’Eurovision, sono in adorazione per questa canzone. Un giorno forse capirò cosa colpisce anche molti altri non greci, data la mole di commenti positivi che mi capita di leggere. Trovo “Oniro mou” un gigantesco “wannabe”. Vuole essere, più di ogni altra cosa, mistica, a tratti enigmatica… ma senza riuscirci. Ciò che mi convince di meno è l’interprete, non amo la sua voce e la trovo poco incisiva. L’esibizione nel complesso non lascia chissà quale ricordo, non spicca. Mi sbaglierò ma dico FUORI
MI: Yianna Terzi porta un pezzo che, per funzionare e non rischiare di annoiare, avrebbe bisogno di essere presentato in maniera più “ricca” e scenica. Purtroppo non lo si fa, con dei vuoti televisivi a tratti imbarazzanti, una serie di parti strumentali senza la minima idea di come riempire il “vuoto”. Aspetto positivo la resa vocale impeccabile e l’arrangiamento. Manca la canzone, purtroppo. FUORI
15. FINLANDIA – Saara Aalto – Monsters
CS: Ritrovatasi da un momento all’altro patrimonio nazionale, Saara potrebbe tornare ad Helsinki con l’amaro in bocca. Il problema più grande della sua esibizione è che sembra presa da una puntata random di X Factor, non ha un carattere d’eccezionalità. Non capisco perché per la realizzazione del suo grande sogno si sia rivolta a un team ormai “cliché” per il concorso, avrebbe avuto bisogno di un pezzo davvero unico nel suo genere, questo è un pop riciclabile. IN BILICO
MI: Saara Aalto canta in maniera quasi chirurgica un brano fondamentalmente privo di ispirazione. Sembra tutto molto ricco di esibizionismo senza la sostanza (maledetta sostanza, mi tortura). Lei risulta forzata nei movimenti, nei sorrisi, nel linguaggio del corpo… e potrebbe essere una delle “sorprese” dell’anno, andandosene a casa già domani sera. FUORI
16. ARMENIA – Sevak Khanagyan – Qami
CS: Sarà perché le ultime due rappresentanti armene hanno lasciato il segno (di certo più Iveta che Artsvik, almeno in classifica), ma quest’anno il paese caucasico sta passando del tutto inosservato. I fan accaniti della rassegna sembrano disinteressati, eppure “Qami” mi colpisce nel profondo, ha un che di sofferto e rabbioso che Sevak sa bene come trasmettere. Tra le più sottovalutate. DENTRO
MI: “Qami” è di un’intensità struggente e l’interpretazione di Sevak mi fa venire il primo brivido vero della serata. Il passaggio in finale l’ho da sempre dato per scontato, mi fa solamente pensare il fatto che lo zoccolo duro eurovisivo abbia fondamentalmente alzato una barricata nei confronti della proposta armena di quest’anno, e non me lo spiego. DENTRO
17. SVIZZERA – ZiBBZ – Stones
CS: Punto interrogativo per me fino a stasera. Qualcosa è successo, una scintilla si è accesa. La performance coinvolge, e sebbene non sia la quintessenza dell’originalità, diventa speciale nel suo piccolo grazie al carisma della cantante degli ZiBBZ. Bella, molto da “live”, la scena in cui prende in mano un fumogeno e lo porge al pubblico, chiedendo loro di accompagnarla nell’esibizione. Mi fa così strano scriverlo ma li vedo DENTRO
MI: Sottovalutata un po’ da tutti fino al momento delle prime prove, me compreso. Gli ZiBBZ mettono in scena una delle esibizioni più carismatiche e convincenti della serata e sono televisivamente fortissimi. L’atmosfera è decisamente da arena ed il pubblico sembra partecipare con convinzione. Tra le sorprese più piacevoli dell’anno. DENTRO
18. IRLANDA – Ryan O’Shaughnessy – Together
CS: Trovo questa proposta irlandese così blanda da dimenticarla continuamente. L’escamotage di piazzare due ballerini maschi a danzare assieme, a strizzare l’occhio al pubblico gay forse, non funziona per me, sembra fatta apposta e non naturale. Il tutto appare molto zuccheroso e soporifero. Spacciato. FUORI
MI: Il brano irlandese potrebbe sembrar ricalcare la solita ricetta delle ballad antiquate irlandesi presentate nel corso degli anni passati ma al sottoscritto sembra di una semplicità tale da farmela risultare irresistibile, leggera ed intensa al tempo stesso, ricca di ispirazione e romanticismo di quello non ruffiano. Mi piacerebbe tanto vederla dentro ma potrebbe purtroppo andare diversamente. FUORI
19. CIPRO – Eleni Foureira – Fuego
CS: Non ci fossero le scommesse a parlare, uno penserebbe che in questa semi lei sia l’incontestabile favorita numero uno. Il progetto di Cipro mostra la grande professionalità di una cantante d’esperienza, che ha saputo farsi amare in Grecia nel corso degli anni. La miglior performance della serata. Una vera popstar che non ha vergogna di mostrarsi per quel che è, e punta anche sull’erotismo, che sembra quasi essersi perso nel corso degli anni all’Eurovision. Il palco s’infuoca, come titolo del brano vuole. DENTRO
MI: Eleni Foureira ha il vantaggio di essere l’unica che porta con estrema convinzione un particolare genere musicale del quale fino ad una decina di anni fa si abusava pesantemente. Non è al passo coi tempi discografici, questa sua “unicità” le fa improvvisamente riempire un vuoto fondamentale all’interno del concorso. Si punta tutto su atmosfere accattivanti e ammiccamenti sexy, ma se lo si fa con convinzione funziona! DENTRO
Altre risorse utili sull’Eurovision 2018
- Come seguirlo in tv e su web
- Ordine esibizione prima semifinale
- Ordine esibizione seconda semifinale
- Ordine esibizione finale 12 maggio
- La Guida completa all’evento: Scarica PDF | Visualizza online | eBook
- Tutte le interviste ai protagonisti
- Calendario aggiornato delle prove
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Secondo me i qualificati di questa durissima prima semifinale sono :
1 – Israele
2 – Bulgaria
3 – Cipro
4 – Repubblica Ceca
5 – Estonia
6 – Finlandia
7 – Albania
8 – Svizzera
9 – Armenia
10 – Irlanda (il Regno Unito e la mia comunità LGBTQ la voteranno senza dubbio), o Macedonia o Lituania (Secondo me i Dark Horse della serata)
Purtroppo non passeranno
Azerbaijan (bella canzone europop ma non raggiunge quel hype giusto)
Belgio (canzone stile Bond molto raffinata ma dallo staging molto debole
Grecia (una delle migliori canzoni mandate dagli ellenici però vocalmente debole)
Croazia (Canzone bellissima ma alla lunga stufa)
Austria (brano bellissimo ma lo staging non è perfetto)
Bielorussia (pezzo non brutto ma la vocalità e performance di Alekseev ???)
Ultima classificata ahimè l’Islanda
Come è possibile che per Cristian Scarpone ci siano 10 paesi dentro e 3 in bilico? Giacchè passeranno solo 10 paesi, almeno uno di quelli dati per certi dovrebbe essere, a sua volta, in bilico… :o))
Effettivamente hai ragione, ma questa semi mi lascia con le idee davvero poco chiare, tant’è che non ho nemmeno ricontrollato con attenzione quanti ne avessi messi dentro e quanti in bilico. Una semi in cui potrebbe passare davvero chiunque, tolte forse Islanda e Macedonia. Ora comunque ho messo anche l’Azerbaigian tra i paesi in bilico, non sono così certo possa passare dopo averle viste tutte.
Complimenti. Le avete prese quasi tutte. Tranne il clamoroso passaggio alle finali dell’Irlanda. Io non ci avrei scommesso. E compreso il passaggio della Lituania e l’eliminazione di Grecia e Belgio. :o))