Israele, il Ministro Ayoub Kara: “I Paesi arabi benvenuti all’Eurovision 2019”

La notizia arriva direttamente da Israele, e precisamente dal canale commerciale Channel 2: il Ministro delle Comunicazioni israeliano Ayoub Kara ha invitato i Paesi arabi a partecipare all’Eurovision Song Contest 2019, che si terrà nel Paese a seguito della vittoria di Netta con Toy in quel di Lisbona.

Ayoub Kara | Credits: Marc Israel Sellem

Queste le parole dell’esponente del governo:

Inviteremo l’Arabia Saudita e gli Stati del Golfo – Dubai, Abu Dhabi (gli Emirati Arabi Uniti, N.d.R.), e anche la Tunisia a partecipare all’Eurovision. Perché no, se lo chiederanno?

Ora, su queste dichiarazioni è bene fare alcune precisazioni.

L’Eurovision Song Contest è organizzato dall’EBU, European Broadcasting Union. L’area dell’EBU non comprende soltanto l’Europa, ma anche alcuni Paesi nordafricani e qualche Paese geograficamente più in Medio Oriente o in Asia che in Europa nel bacino del Mediterraneo.

Mappa area EBU | Credits: Wikipedia

Se cercate su Google “EBU Area”, il primo risultato che vi appare è “European Broadcasting Area”, una voce di Wikipedia. Aprendola, trovate la mappa che vedete qui sopra. In questa mappa, è colorata in rosso l’area EBU.

Risulta facile notare come l’estensione dell’area EBU coinvolga Paesi chiaramente non europei: ci focalizziamo qui su Algeria, Arabia Saudita, Egitto, Giordania, Iraq, Libano, Libia, Siria e Tunisia. Gli Emirati Arabi Uniti sono fuori dall’area EBU.

Tuttavia, essere nell’area EBU non è sinonimo automatico di eleggibilità per mandare un rappresentante all’Eurovision. Condizione necessaria per entrarvi è che nel Paese ci sia una tv membro affiliato all’EBU stessa (eccezion fatta per l’Australia, che gareggia su invito annuale con la tv che è membro associato). Arabia Saudita, Iraq e Siria non ce l’hanno, perciò sono escluse fin d’ora dalla nostra trattazione.

Venendo agli altri Paesi citati, Algeria, Egitto e Libia, che si sappia, non hanno mai neanche provato a entrare in gara.

La Tunisia, nel 1977, fu la prima africana a pensare di competere. Nell’edizione di Londra, avrebbe dovuto esibirsi per quarta, ma si ritirò all’ultimo momento per motivi mai del tutto chiariti, anche se molti hanno collegato la dipartita tunisina alla presenza di Israele e ad alcune pressioni ricevute da altri Paesi arabi. Nessuno ha mai saputo chi avrebbe dovuto cantare cosa.

Nel 1978, la Giordania, pur non in concorso, trasmise l’Eurovision: tuttavia, quando apparve chiara la vittoria di Izhar Cohen con gli Alphabeta per Israele, paese che la Giordania non riconosce, prima interruppe la diretta con fiori sullo schermo, poi diffuse nei tg la notizia che aveva vinto il Belgio, in realtà secondo.

Nel 1980, invece, si vide l’unica partecipazione di un Paese africano: il Marocco, con un grande nome di quelle terre, Samira Bensaid. La canzone, Bitaqat hob, fu ultima con 7 punti, tutti accordati dalla giuria italiana. Dal 1981 in poi, tuttavia, più nulla, per ordine del Re Hassan II.

Recentemente, una seconda tv marocchina si era affacciata in perlustrazione, per vagliare una eventuale richiesta di partecipazione. I più attenti noteranno che il 1980 fu l’anno in cui Israele rinunciò sia a organizzare che a partecipare, dopo la vittoria del 1979.

Arriviamo al 2005 e alla vicenda più burrascosa di tutte, quella del Libano. Cantante e canzone già c’erano: Aline Lahoud sarebbe stato in gara con Quand tout s’enfuit. La partecipazione, però, non s’ebbe mai, perché Téle Liban non avrebbe potuto trasmettere l’Eurovision senza violare il regolamento: nel Libano è fatto divieto di mostrare materiale legato a Israele, quindi si sarebbe dovuta tagliare l’esibizione israeliana. Dopo un lungo tira e molla, Téle Liban si ritirò, ricevette una sostanziosa multa e fu squalificata per tre anni. Non ha mai più fatto ritorno.

Nel 2007, Mika si mostrò interessato a una partecipazione futura per il Libano, ma non se ne fece alcunché. Recentemente peraltro, anche durante la sua partecipazione come giurato ad X Factor, non ebbe parole tenere verso la rassegna.

Il tempo dirà se quest’apertura avrà o meno un seguito: per il momento, la si annota e registra assieme ad alcune proposte di boicottaggio giunte nei giorni scorsi da Islanda e Irlanda.


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4 Risposte

  1. Dario ha detto:

    In qualunque caso va a finre che i stessi paesi arabi verranno squalificati perchè si metteranno a censuare robe come performance banidere, ecc…

  2. Alessandro ha detto:

    Se è per questo anche Israele, come l’Australia, quest’anno (e forse anche il prossimo) partecipa su invito, dato che la nuova tv di stato IPBC non è ancora membro attivo dell’EBU…

  3. protovit ha detto:

    Non credo, sinceramente, che altri paesi arabi siano nelle condizioni di poter partecipare ad una manifestazione come l’Eurovision, soprattutto dopo la piega presa in questi ultimi anni. Vedo molto difficile che le tv arabe possano trasmettere canzoni come quella dell’Irlanda di quest’anno, o Conchita Wurst. Già fa fatica la Russia che, comunque, ha un continuo scambio culturale con l’Europa. Ora ci dobbiamo anche accollare questi paesi arabi???

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