Eurovision 2019, il logo ufficiale: tre triangoli danno vita a una stella
Tre triangoli a formare una stella: questo il logo ufficiale del prossimo Eurovision Song Contest, atteso a Tel Aviv, in Iraele, dal 14 al 18 maggio prossimi.
Creato sulla base del palco ideato dal tedesco Florian Wieder, che vede in campo proprio forme e strutture triangolari, il logo ricalca anche l’identità religiosa d’Israele, con la stella a richiamare la Stella di David, presente in sinagoghe, lapidi ebraiche e sulla bandiera dello stato.
“Il triangolo, una delle forme più antiche del mondo, è una pietra miliare presente universalmente nell’arte, nella musica, nella cosmologia e nella natura, e rappresenta connessione e creatività” spiegano l’EBU e KAN, la rete pubblica israeliana.
“Nel momento in cui i triangoli si incontrano e si uniscono, diventano una nuova singola unità che riflette l’infinito cielo stellare, proprio come le stelle del futuro si incontreranno a Tel Aviv per l’Eurovision Song Contest 2019“.
Lo slogan “Dare to Dream” e il logo sono stati sviluppati da due agenzie israeliane leader nel campo della grafica pubblicitaria: Awesome Tel Aviv e Studio Adam Feinberg (ST/AF).
Jon Ola Sand, supervisore esecutivo dell’Eurovision, afferma: “Siamo entusiasti di presentare il logo che accompagna lo slogan della KAN per l’Eurovision Song Contest 2019, Dare to Dream. Include in maniera perfetta il fantastico palco angolare creato da Florian Wieder. Speriamo che il tema creativo per la competizione di quest’anno ispiri i 42 concorrenti attesi a Tel Aviv a maggio“.
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Non mi piace. La stella richiama troppo la stella di David, simbolo di Israele e così fa precipitare l’Eurovision sotto quella cappa di religiosità e religione che si deve proprio evitare. Almeno queste manifestazioni lasciamole fuori dalla religione. Non so perchè ma me l’aspettavo una cosa del genere. C’erano una serie di elementi che facevano presupporre un ESC profondamente legato alla propaganda ebraista. Il governo conservatore estremista in Israele, le polemiche iniziali sulla città che lo avrebbe ospitato, ora il logo che è una stella. Mmmmm…non mi piace!