Eurovision 2019: parte l’hashtag #100DaysToEurovision per condividere l’attesa dell’evento
Nel bel mezzo della settimana del Festival di Sanremo, cade quest’anno la fatidica data “spartiacque” dei 100 giorni mancanti all’Eurovision Song Contest, che quest’anno si terrà dal 14 al 18 Maggio 2019 a Tel Aviv, in Israele, dopo la vittoria di Netta Barzilai a Lisbona.
E’ per questo che gli organizzatori dell’evento internazionale hanno deciso di lanciare l’hashtag #100DaysToEurovision, con cui raccontare e condividere le proprie impressioni, esperienze, gioie e speranze dei passati e futuri Eurofestival.
Con più di 200 milioni di spettatori e 63 anni di longevità, l’Eurovision è uno degli eventi più seguiti al mondo, la cui nascita deriva dalla volontà di replicare – su scala europea – il noto Festival di Sanremo. Decine di brani storici sono stati eseguiti sul palco della rassegna, da “Nel Blu Dipinto Di Blu” di Domenico Modugno a “Waterloo” degli ABBA.
Una rassegna che ha segnato la storia, ed ha vissuto la storia: l’iniziale partecipazione della Germania come “Germania Ovest“, la presenza dei Balcani come intero blocco (sotto il nome di Jugoslavia, che pure vinse nel 1989 con i Riva) e il brano “E depois do adeus“, in gara per il Portogallo nel 1974 e che fu scelto come segnale per il lancio della Rivoluzione dei Garofani contro il regime di Salazar.
Tante le vittorie recenti che non sono passate inosservate, come il trionfo di Conchita Wurst nel 2014 con le parole di libertà e pace di “Rise Like A Phoenix”, il testo storico di Jamala nel 2016, che in “1944” cantò della deportazione dei tatari di Crimea e la celebrazione del diverso portata sul palco da Netta proprio lo scorso anno con “Toy”.
L’anno forse più significativo, per noi italiani, è il 2011, quando a Düsseldorf l’Italia rientrò in gara dopo tredici lunghe edizioni di assenza. Il ricordo è reso ancora più vivido dal secondo e inatteso posto di Raphael Gualazzi, che sbaragliò la concorrenza e fece sognare tutti i sostenitori italiani.
Un ritorno che si è sempre distinto per qualità e spessore delle proposte, e che ha saputo regalare alla platea europea (ma anche globale, in quanto l’Eurovision viene trasmesso pure in Cina, Australia e America!) il bel canto italiano con Il Volo nel 2015, il graffio di Emma Marrone nel 2014, la dolcezza di Francesca Michielin nel 2016 e l’animo Soul di Nina Zilli nel 2012.
Tanti i vincitori di Sanremo che hanno colto la palla al balzo e hanno deciso di farsi portabandiera italiani all’Eurofestival: tra loro Marco Mengoni, che portò la poesia di “L’Essenziale”, la spensieratezza della “scimmia nuda” a fianco di Francesco Gabbani e il forte messaggio dietro al testo di “Non Mi Avete Fatto Niente” di Ermal Meta e Fabrizio Moro.
Un trend di piazzamenti ottimo e di tutto rispetto, che ascrive l’Italia come una delle nazioni di maggior successo all’Eurovision nell’ultimo decennio. Un trionfo non solo musicale, ma anche di pubblico, in quanto l’Eurovision è ormai diventato uno dei programmi di punta della Rai, tanto che l’evento è stato promosso con il passaggio alla rete ammiraglia.
Chissà quali sorprese ci riserverà il 2019: sarà l’anno della vittoria Tricolore? Chi vincerà Sanremo e rappresenterà l’Italia in Israele? Quali sono i vostri ricordi più belli dell’Eurovision, le esibizioni più (o meno) memorabili, le speranze per i prossimi anni? Fatecelo sapere!
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Già! E’ proprio vero. Tutti ottimi posizionamenti quelli dell’Italia da quando è ritornata in gara nel 2011. Tranne che per Emma nel 2014. Una tabella di marcia strepitosa per una Big5, se messa a confronto con quella delle nazioni dirette concorrenti. Vuol dire che l’Europa ha proprio bisogno dell’Italia in questa kermesse canora internazionale. E ne abbiamo bisogno anche noi per dimostrare, qualora ancora ce ne fosse bisogno, che abbiamo molto da raccontare in merito a stile, cultura, saper vivere. Grazie Italia. #Orgoglio italiano. :)