Ermal Meta sostiene Mahmood: “La musica non ha passaporti”
Endorsement in nome del del fair play per Mahmood, il vincitore del Festival di Sanremo 2019.
A lanciarlo un collega di spessore: Ermal Meta, che la stessa kermesse l’ha vinta proprio l’anno scorso in coppia con Fabrizio Moro, cantando “Non mi avete fatto niente”, e che abbiamo rivisto anche quest’anno all’Ariston, duettare in “Abbi cura di me” con Simone Cristicchi.
Non un nome a caso, visto che Ermal e Alessandro condivideranno a breve un traguardo importante: l’uno ha rappresentato l’Italia all’Eurovision lo scorso anno, a Lisbona, l’altro porterà in alto la nostra bandiera a Tel Aviv il prossimo 18 maggio, cantando la sua “Soldi“.
I tweet di Meta in difesa del giovane collega – i due hanno tra l’altro condiviso il palco di Sanremo nella categoria Nuove Proposte nel 2016 – sono apparsi sui social del cantante italiano-albanese in seguito alle feroci critiche piovute su Mahmood nelle ultime ore.
Il cantante di “Soldi”, italiano nato a Milano nel 1992, ma con padre egiziano, è stato criticato dal ministro dell’interno Matteo Salvini, che ha messo in dubbio il risultato finale della gara, e la bellezza della canzone vincitrice, esponendosi pubblicamente per il secondo classificato, Ultimo.
#Mahmood…………… mah…………
La canzone italiana più bella?!?
Io avrei scelto #Ultimo, voi che dite?? #Sanremo2019 pic.twitter.com/jpflaSLF7c— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) February 10, 2019
Il post del leghista ha scatenato una cascata di commenti dei sostenitori che hanno trasformato una semplice gara di canzoni in uno strumento di propaganda politica, andando a toccare temi molto caldi al centro del dibattito politico degli ultimi mesi: il nazionalismo, la razza, l’immigrazione.
Un ragazzo nato e cresciuto in Italia, con la “colpa” di avere origini egiziane, che utilizza parole e immagini legate alla sua infanzia, diventa spettro del diverso che viene a “toglierci trofei in casa nostra”. Lo specchio del più bieco e ignorante razzismo.
Meta, che come Mahmood ha dovuto affrontare simili critiche, ha quindi pensato di esporsi in difesa del collega, lasciando una serie di tweet, che hanno subito raccolto il plauso di buona parte dei suoi sostenitori.
A tutti coloro che dicono che la vittoria di @Mahmood_Music sia una vittoria politica: non buttate merda su una cosa bella. La musica non ha passaporti, ma se proprio ci tenete a “controllare” quello di Alessandro è un passaporto italiano. E anche se non lo fosse, #sticazzi
— Ermal Meta (@MetaErmal) February 10, 2019
Non ho detto questo, ho solo detto che un ragazzo di 27 anni che da anni fa gavetta ha raggiunto un traguardo bello. Onoriamo i vincitori, è giusto.
— Ermal Meta (@MetaErmal) February 10, 2019
Per coloro che non hanno capito. Non ho detto che ha vinto la canzone migliore anche perché non esiste la canzone migliore. Si tratta di gusti e il mio lo sapete già.. dico solo che è giusto onorare il vincitore perché non può essere una colpa vincere. W la musica. https://t.co/5FRdBjOaIX
— Ermal Meta (@MetaErmal) February 10, 2019
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bravo Ermal la canzone e stupenda
Ermal Meta sei fuori binario. Nessuno ce l’ha con Mamhoud anche perchè è più italiano di te che sei albanese di nascita e di genitori. L’anno scorso hai vinto insieme a Moro il festival con una canzone stupenda. Stavolta la giuria ed i giornalisti hanno deciso la vittoria di un cantante che al televoto ha avuto la percentuale più bassa, dopo le voci che già prima della manifestazione sanremese annunciavano la vittoria di una canzone che aveva come tema i “migranti”, che tra tutte era la canzone che meno rappresenta l’Italia e che è anche la meno bella di tutte (e lo testimonia il televoto). Se non è stato un voto politico questo?
Personalmente spero che Mamhoud faccia carriera, ma ne deve fare di strada…
A Assi Azar, uno dei conduttori di Tel Aviv, Mahmood invece è piaciuto molto!
https://twitter.com/assiazar/status/1094479788641787905