Eurovision 2019: Maruv si scaglia contro la tv ucraina per il contratto impostole

Alla fine la risposta di Maruv arriva. L’artista ucraina, che sabato ha vinto la selezione nazionale, il Vidbir, dopo una giornata di silenzio mette in chiaro parecchi punti relativi alla partecipazione dell’Ucraina all’Eurovision Song Contest 2019.

Lo fa con un lungo post sul suo account Facebook, che tocca molti punti relativi al contratto reso famoso dalla presenza della clausola per cui non si possono effettuare concerti in Russia.

MARUV | Credits: EBU / UA:PBC

Di seguito il post con la traduzione del testo:

Le ultime 24 ore sono state le più ricche di emozioni della mia vita. Ho vinto lealmente la preselezione nazionale per l’Eurovision 2019, ricevendo il massimo supporto dai telespettatori e un alto punteggio dai membri della giuria. Ma ora vogliono portarci via la nostra vittoria.

Sono ucraina, amo il mio Paese e sono fiera di rappresentare l’Ucraina a Tel Aviv all’Eurovision Song Contest 2019, nonostante abbia ricevuto in un giorno offerte da tre differenti Paesi per rappresentarli. Ma la mia risposta è categorica, mi esibirò per l’Ucraina e per nessun altro.

Avrete certamente già saputo del contratto tra il rappresentante dell’Ucraina e la NTU, che dev’essere firmato oggi prima di pranzo. Sono pronta a cancellare le mie performance in Russia. Nella trasmissione in diretta ho risposto a tutte le domande che erano interessanti per la giuria. Non ho visitato la Crimea dal 2014. Non ho violato nessuna legge ucraina. Sono pronta ad assumermi tutti i costi della partecipazione nella competizione internazionale.

E ora, veniamo allo sbalorditivo contratto in sé, che mi richiede quanto segue:

  1. Mi è proibito fare qualsiasi improvvisazione sul palco senza l’approvazione della NTU (una spaccata non concordata, per esempio, potrebbe costare una multa di 2 milioni di grivnie – poco più di 65.000 euro, N.d.R.)
  2. Immediato trasferimento del copyright della canzone alla casa discografica internazionale Warner Music (tale questione di diritti era nota già prima dell’inizio del concorso)
  3. Attenersi completamente a tutte le richieste e le istruzioni della NTU (in teoria, potrebbero forzarmi a ballare ad una festa di compleanno con qualche vice ministro e, in caso di rifiuto, potrebbero squalificarmi e costringermi nuovamente a pagare una multa di 2 milioni di grivnie. In più, dovrei compensare la NTU per le perdite!)
  4. Il divieto di comunicare con i giornalisti senza il consenso della NTU (il che viola del tutto la libertà di parola e i diritti umani)

E un sacco di altre cose assurde.

In caso di violazione di uno di questi punti, ci sono una multa di 2 milioni di grivnie e una compensazione per le perdite di ammontare indefinito.

In cambio, dalla NTU non ricevo niente: non un centesimo di supporto finanziario, nessuna assistenza nell’organizzare un viaggio, e nessun, in particolare, supporto per la promozione all’estero. Devo addirittura provvedere io stessa al mio visto.

In realtà, nel contratto ci sono solo pochi punti riguardanti gli obblighi della NTU:

  1. Darmi informazioni sulle regole del concorso.
  2. Portare 10 persone a mie spese, con il permesso della NTU.
  3. Aderire alle condizioni di questo contratto.

Mi sento pressata! E vedo chiari tentativi di costringermi a rifiutarmi di rappresentare il mio paese all’Eurovision Song Contest 2019.

Vi chiedo il vostro supporto, quello della stampa e dei giornalisti indipendenti che non sono pronti a obbedire agli ordini di qualcuno.

Maruv cita la NTU, che è il vecchio nome della UA:PBC, la rete pubblica ucraina in gara all’Eurovision, cui ci si riferisce tuttora nel vecchio modo in terra ucraina.

Nelle prossime ore scopriremo se la vicenda si comporrà di nuovi elementi.


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