Il governo di Andorra pianifica il ritorno all’Eurovision

L’Eurovision può essere un mezzo per promuoversi culturalmente agli occhi dell’Europa? Secondo il parere dell’attuale governo di Andorra, sì.

Il partito di centro-destra Demòcrates, da otto anni alla guida del piccolo paese incastonato fra Spagna e Francia, starebbe seriamente valutando il ritorno in gara all’Eurovision Song Contest, abbandonato nel 2010 dopo sei partecipazioni senza successo.

Andorra è infatti, ad oggi, l’unico paese ad aver preso parte alla kermesse canora continentale senza aver mai centrato la finale.

Gisela rappresentò l’Andorra all’Eurovision 2008 con “Casanova”

È il sito d’informazione catalano El Nacional a riportare l’intenzione del partito di maggioranza andorrano.

Fonti vicine alla compagine politica affermano che “RTVA (la tv del principato di Andorra, ndr) tornerà all’Eurovision ma, prima, deve essere fatta una valutazione dei costi“. Alla base della proposta la convinzione che il concorso “consenta agli artisti del paese di avere una proiezione internazionale e di diffondere la nostra attività culturale“.

Di parere favorevole gli alleati dei democratici, Ciutadans Compromesos.

Il ritorno al concorso sarebbe positivo, sebbene costituirebbe un costo importante per la tv, ma questo problema si risolverebbe con la gestione del bilancio disponibile e la definizione delle priorità dei progetti“.

Più scettici i Liberals, il secondo partito (per numero di seggi) a formare la coalizione di governo.

La società pubblica Andorra Turisme, guidata proprio dai liberali, afferma che “l’Eurovision è un grande spettacolo mediatico, un’opportunità per piazzare la nostra nazione sulla mappa. Bisogna capire quale potrebbe essere l’impatto della nostra partecipazione e valutarlo“. C’è spazio però per qualche perplessità: “Il contest non sembra essere d’interesse per i cittadini“.

Nel contempo sono tante le personalità andorrane a chiedere che la nazione si rimetta in gioco.

A partire dagli ex rappresentanti eurovisivi. Susanne Georgi, che a Mosca nel 2009 cantò “La teva decisió (Get a Life)“, si muove attivamente affinché il paese torni sull’argomento: “Da un paio di anni ne discuto con alcuni politici e la tv pubblica, e tutto sembra muoversi nella direzione giusta“.

Nick Gain, membro degli Anonymous, la band che nel 2007 con “Salvem el món” sfiorò la qualificazione piazzandosi al dodicesimo posto in semifinale, ripone le speranze nelle nuove regole: “Ai tempi c’era una sola semifinale con 28 paesi“.

Oggi, con due semifinali e la combinazione del voto di pubblico e giuria, ci sarebbero più possibilità per il paese di qualificarsi. A provarlo i sorprendenti risultati recenti di San Marino e Repubblica Ceca.

Marian Van de Wal, rappresentante nel 2005 con “La mirada interior“, auspica che Andorra rientri in gara con “una buona canzone, moderna e potente, che si differenzi dal resto dei partecipanti“. E che sia in catalano, requisito essenziale per Jennifer Serrano, che nel 2006 cantò “Sense tu“, perché “non c’è niente di meglio che poter condividere la propria lingua di fronte a così tante persone“.

L’obiettivo potrebbe essere centrato nei prossimi anni, magari nel 2022, a vent’anni esatti dall’entrata della RTVA nell’EBU.

 


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2 Risposte

  1. Riccardo ha detto:

    Anche la Slovacchia ha partecipato alla kermesse senza accedere alla finale. 5 minuti su Wikipedia e lo si scopre.

    • Caro Riccardo, basta anche meno per rendersi conto, sempre tramite Wikipedia, che la Slovacchia, sebbene non abbia superato le semi dal 2009 al 2012, ha partecipato a ben tre finali dell’Eurovision nel 1994, 1996 e 1998.

      Andorra rimane, quindi, di fatto, l’unica nazione a non aver mai cantato nella serata finale del concorso. Dato riportato proprio sulla già citata Wikipedia: “As of 2019, Andorra is the only country to have participated in the contest and never to have featured in the final” (cit.)

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