Retrospettiva Sanremo: Pausini, Giorgia e Bocelli spiccano il volo dall’Ariston

In vista del settantesimo compleanno del Festival di SanremoEurofestival News festeggia con una serie di articoli che ripercorrono la storia della kermesse musicale italiana per eccellenza.

Per tutto il mese di dicembre, fino al 6 gennaio (giorno in cui verranno annunciati da Amadeus i Big in gara nell’edizione 2020 del concorso), è nostra intenzione offrirvi ogni settimana una lettura per celebrare aneddoti, artisti e canzoni del contest strettamente legato all’Eurovision Song Contest.

Sanremo Anni '90

Laura Pausini, Giorgia, Andrea Bocelli

Gli anni Novanta (1990-1999)

Il 1990 presenta cambiamenti sostanziali nella struttura del Festival. In primis, lo spostamento della gara al Mercato dei Fiori in località Bussana, a causa dei lavori di restauro dell’Ariston.

All’organizzazione ritroviamo Adriano Aragozzini, sempre affamato di novità, che riporta a Sanremo l’orchestra e la doppia interpretazione dei brani, assente dagli anni Sessanta.

Ai venti Campioni in gara – tra i quali esordiscono i Pooh, Grazia Di Michele ed Eugenio Bennato – vennero affiancati altrettanti artisti stranieri, fuori gara, che proponevano i brani in un’altra lingua.

Nella lunga lista figurano anche Dee Dee Bridgewater, Ray Charles, Nikka Costa, i Kaoma, Sarah Jane Morris, Toquinho e Miriam Makeba.

Nella sezione Novità spiccano invece i nomi di Marco Masini – che trionfa con l’inno generazionale “Disperato“, portando a casa anche il Premio della Critica – Silvia Mezzanotte e Rosalinda Celentano.

Un Festival privo di grandi polemiche e di enorme successo mediatico. Con il 76,26% di share, la finale fu la seconda più vista di sempre.

I vincitori furono i Pooh con “Uomini soli“, mentre Toto Cutugno si piazzò nuovamente al secondo posto con “Gli amori“.

I primi rifiutarono però di andare all’Eurovision, lasciando spazio a Cutugno che con “Insieme: 1992” vincerà poi il concorso europeo, a 26 anni dal trionfo di Gigliola Cinquetti.

Altri brani di successo dell’edizione furono “La nevicata del ’56“, premio della Critica per Mia Martini, “Donna con te” di Anna Oxa (che sostituì Patty Pravo, interprete originale del brano) e soprattutto “Vattene amore” della coppia Amedeo Minghi e Mietta.

Il brano fu il più venduto del Festival, e il secondo più venduto in Italia nel 1990, rimanendo al primo posto in classifica per undici settimane.

Anche il 1991 vede nuovamente riproposta la doppia interpretazione con artisti stranieri. Tuttavia l’edizione, che si svolse nuovamente all’Ariston e vide al timone la debole coppia Andrea OcchipintiEdwige Fenech, non ebbe il successo di pubblico della precedente.

Nel cast dei Campioni esordiscono Renato Zero, Riccardo Cocciante, Pierangelo Bertoli con i Tazenda, Sabrina Salerno e Jo Squillo. Nella sezione Novità si presentano anche Paolo Vallesi, Rita Forte, Irene Fargo e i Timoria.

Tra i grandi nomi delle star internazionali figurano Randy Crawford, Gloria Gaynor, Grace Jones, Bonnie Tyler e Ofra Haza.

Fu l’anno dell’introduzione come ente votante della giuria demoscopica, uno stuolo di appassionati e fruitori di musica, selezionati in tutti Italia dall’istituto Doxa.

Al primo posto si piazza Riccardo Cocciante con la romantica “Se stiamo insieme“, mentre la medaglia d’argento viene assegnata a Renato Zero che con “Spalle al muro” – scritta da Mariella Nava – ottiene una delle più lunghe standing ovation nella storia sanremese. Fu il simbolo della rinascita artistica di Zero, dopo qualche anno di ombre.

A rimanere nell’immaginario collettivo altri due brani, diametralmente opposti.

Da un lato l’accorato omaggio alla Sardegna “Spunta la luna dal monte” di Bertoli con i Tazenda, dall’altro il tormentone sopra le righe “Siamo donne” delle provocanti Salerno e Squillo.

Nella categoria Novità trionfa Vallesi con “Le persone inutili“, ma lascia il segno anche la seconda classificata, Irene Fargo, con “La donna di Ibsen“.

I Premi della Critica vennero assegnati a Enzo Jannacci con “La fotografia” per i Big, mentre per le Nuove Proposte ci fu un ex aequo fra due brani non finalisti: “L’uomo che ride” dei Timoria e “Gaetano” di Rudy Marra.

Parte nel 1992 l’epopea dei Sanremo anni Novanta di Pippo Baudo, alla conduzione per cinque edizioni consecutive, vero mattatore sanremese.

Il presentatore viene affiancato in questa circostanza da Alba Parietti, Brigitte Nielsen e Milly Carlucci.

Nel cast dei Campioni esordiscono Giorgio Faletti e tre esponenti dello spettacolo partenopeo: Lina Sastri, Pietra Montecorvino e la Nuova Compagnia di Canto Popolare – vincitrice del Premio della Critica per “Pe’ dispietto“.

L’edizione – che vede il ritorno delle eliminazioni per i cantanti – rimarrà nella storia per due episodi controversi.

Il primo con protagonista il disturbatore Mario “Cavallo Pazzo” Appignani, che riuscì a superare la sicurezza piombando sul palco nella prima serata al grido di “Questo Festival è truccato e lo vince Fausto Leali“.

Il secondo riguardante Pupo il quale, dopo essere stato eliminato con il brano “La mia preghiera“, asserì di essersi assicurato il quarto posto a Sanremo 1984 acquistando schedine del Totip per un valore di 75 milioni di lire.

Con questa dichiarazione, poi ritrattata, il cantante lanciò ombre sulla genuinità dei risultati del festival.

Il trionfatore dell’edizione è Luca Barbarossa con la commovente “Portami a ballare“, che supera sul podio altri due brani simbolo del periodo: “Gli uomini non cambiano” di Mia Martini e “La forza della vita” di Paolo Vallesi.

Nella sezione Novità troviamo Andrea Mingardi, Alessandro Canino, Massimo Modugno (figlio di Domenico), Tosca e gli Aeroplanitaliani, premiati dalla Critica per “Zitti zitti (Il silenzio è d’oro)“.

Il vero exploit è quello di Aleandro Baldi e Francesca Alotta che con “Non amarmi” non solo vincono la categoria ma risultano poi i più venduti in assoluto del Festival.

Il brano diventa un classico della musica italiana, e successivamente della musica internazionale nella versione in spagnolo di Jennifer Lopez e Marc Anthony, “No me ames“.

È anche l’anno del tormentone “Brutta” di Canino.

Lorella Cuccarini affianca Baudo nel 1993. Alla guida del Dopofestival venne invece assegnata la Parietti, solo un anno prima accanto a Pippo alla conduzione.

I giornali di gossip vissero di una presunta diatriba fra le due “primedonne”, la prima venuta da un’ottima stagione di Buona domenica su Canale 5, la seconda alle prese con una sfortunata Domenica In.

Secondo le cronache dell’epoca, la Parietti rimase amareggiata dal “declassamento”.

Tanti ritorni nella lista dei Campioni, che vede l’esordio di un grande della musica partenopea, Roberto Murolo.

Fra le Novità debuttano Angela Baraldi – vincitrice del Premio della Critica per “A piedi nudi“, Antonella Bucci, Gerardina Trovato, Nek e la giovanissima romagnola Laura Pausini.

Tra temi scottanti e risultati in classifica, l’attenzione è tutta per le canzoni. Enrico Ruggeri porta per la prima volta al primo posto una canzone rock, “Mistero“. Segue “Dietro la porta” di Cristiano De Andrè, premiato dalla Critica.

Al terzo posto “Gli amori diversi” di Grazia Di Michele e Rossana Casale, secondo i giornali un velato riferimento ad un amore omosessuale.

Ai posteri vengono tramandate “Dedicato a te” dei Matia Bazar, “Ave Maria” di Renato Zero, “Stato di calma apparente” di Paola Turci.

È anche l’anno in cui partecipano in coppia le sorelle Loredana Bertè e Mia Martini. La loro “Stiamo come stiamo” si rivela però un sonoro buco nell’acqua.

Grande successo per le Novità. “La solitudine” permette alla Pausini non solo di vincere la categoria, ma di iniziare una carriera nazionale e internazionale che ancora oggi la vede fra le Big della musica italiana. Fu il brano più venduto del Festival.

Sul podio troviamo inoltre “Ma non ho più la mia città” della Trovato e “In te” di Nek, chiaro brano anti-aborto che da un lato garantì al cantante il supporto del mondo cattolico, dall’altro provocò le ire delle femministe.

Dopo sedici anni, l’organizzazione di Sanremo torna nelle mani della Rai. Direttore artistico al debutto è Pippo Baudo, che presenta inoltre la kermesse, affiancato da Anna Oxa e dalla modella francese Cannelle.

Il conduttore riesce a tirare su un cast di primo livello e a mettere in piedi una sezione Nuove Proposte allargata e, per la prima volta, composta interamente da esordienti in Riviera.

Tra di loro Giò Di Tonno, Lighea, Irene Grandi quarta con “FuoriGiorgia settima con “E poi” e grande successo in hit parade, e il tenore Andrea Bocelli, al primo posto con “Il mare calmo della sera”.

A vincere il Premio della Critica furono i Baraonna con “I giardini d’Alhambra“.

Anche nei Campioni a trionfare è, in una curiosa ricorrenza, un cantante non vedente toscano, Aleandro Baldi, lanciato dalle Novità due anni prima, e ora vincente da solista con “Passerà“.

Secondo – a sorpresa – Giorgio Faletti. Il comico si presenta in una veste nuova, cantando “Signor Tenente“, un crudo brano ispirato alle stragi mafiose, che vincerà il premio della Critica.

Il brano di maggior successo dei campioni è “Strani amori” della Pausini, terza classificata. Si ricordano ancora oggi “Non è un film” della Trovato, “Cinque giorni” di Michele Zarrillo, “Amici non ne ho” della Bertè e “Maledette malelingue” di Ivan Graziani.

Baudo torna alla conduzione e direzione artistica di Sanremo nel 1995. Stavolta affiancato da Claudia Koll e Anna Falchi, che inaugurano il classico binomio valletta mora-valletta bionda visto più volte a Sanremo.

Tanti debutti in Riviera fra i Campioni. Ci sono gli 883, Fiorello con un brano di Max Pezzali, Barbara Cola, Ivana Spagna, Lorella Cuccarini e Sabina Guzzanti.

Fra le Nuove Proposte spiccano Daniele Silvestri decimo con “L’uomo col megafono“, Gianluca Grignani sesto con “Destinazione Paradiso“, Gigi Finizio terzo con “Lo specchio dei pensieri“, Massimo Di Cataldo secondo con “Che sarà di me” e i Neri Per Caso al primo posto con “Le ragazze“.

Il Premio della Critica viene assegnato a Gloria Bonaveri con “Le voci di dentro“.

A passare alla storia è un episodio della serata di giovedì 23 febbraio. Un disoccupato di Bologna, Pino Pagano, minaccia di lanciarsi dalla balconata della galleria del Teatro Ariston. Baudo, seguito dalle telecamere, lo raggiunge e lo convince a non portare a compimento il suo gesto.

Nei Big è un trionfo a tutto tondo per Giorgia che con “Come saprei” conquista anche il Premio della Critica. Per la prima volta il vincitore della categoria massima di Sanremo viene premiato dalla Critica.

Tanti i brani dei Campioni a rimanere incastonati nella storia del Festival. “Con te partirò” di Bocelli diventa uno dei brani di maggior successo all’estero.

È l’anno inoltre di “In amore” di Gianni Morandi e la Cola, “Gente come noi” di Ivana Spagna, “Finalmente tu” di Fiorello – dato per favorito dai pronostici, “Senza averti qui” degli 883 e “Voglio andare a vivere in campagna” di Toto Cutugno.

L’edizione 1996 è l’ultima nel segno di Pippo Baudo, che tornerà a Sanremo solo nel 2002. L’uscita di scena del conduttore non sarà priva di polemiche. Al suo fianco troviamo Sabrina Ferilli e la top model argentina Valeria Mazza.

Tra gli esordienti nei Campioni Marco Guerzoni, futuro Clopin nell’opera popolare Notre Dame De Paris, Federico Salvatore e gli Elio e le Storie Tese, che catalizzarono l’attenzione del pubblico per l’intera durata di Sanremo.

Il complesso guidato da Stefano “Elio” Belisari entrò in gara con “La terra dei cachi”, irriverente tormentone da hit parade che spiazzò l’audience diventando da subito il favorito alla vittoria finale.

Vittoria che però andò a Ron e Tosca, in gara con “Vorrei incontrarti fra cent’anni“, per una manciata di voti di scarto.

Agli Elii venne assegnato il Premio della Critica, da quest’anno intitolato a Mia Martini, scomparsa da pochi mesi.

La magistratura di Milano, in seguito alle segnalazioni di Striscia la Notizia (che svelò il nome del vincitore qualche ora prima della finale), aprì un’inchiesta per presunta corruzione di Baudo e dei vertici Rai, i quali avrebbero modificato il risultato reale delle votazioni della demoscopica per assegnare il primo premio al brano più nazionalpopolare di Rosalino Cellamare.

I carabinieri del Nucleo operativo di Milano rifecero i conteggi e scoprirono alcune schede sospette. Tuttavia la società Explorer, chiamata a gestire le giurie demoscopiche, smentì ogni accusa, asserendo che anche se le schede sospette fossero state tramutate nel massimo punteggio per gli Elio e le Storie Tese, la vittoria sarebbe comunque andata a Ron e Tosca.

Nonostante non vi fu mai una condanna giudiziaria, la macchia rimarrà indelebile nella storia artistica di Baudo.

Tornando a parlare di canzoni, furono tante quelle a farsi notare. Erano in gara infatti “Strano il mio destino” di Giorgia, “E io penso a te” di Spagna, “È la mia vita” di Al Bano, “Volo così” della Turci e “L’elefante e la farfalla” di Zarrillo.

Seppur passato inosservato in classifica e in hit parade, un altro brano farà scalpore. È la toccante “Sulla porta” del cabarettista Federico Salvatore, un brano sospeso fra musica e teatro, che parla del difficile rapporto fra un ragazzo omosessuale e sua madre.

Tra le Nuove Proposte debuttano Carmen Consoli, i Jalisse, Marina Rei, Petra Magoni, Silvia Salemi e Syria.

Proprio quest’ultima vince la categoria con “Non ci sto“, mentre la Critica premia “Al di là di questi anni” della Rei. Altro brano rimasto nella memoria collettiva è “Amore di plastica” della Consoli.

È Mike Bongiorno – alla sua undicesima conduzione – a raccogliere il testimone di Pippo Baudo a Sanremo 1997.

A lui il compito di portare la kermesse in una direzione nuova e per farlo, sceglie un team che dà un tocco meno serioso al Festival. Ad affiancarlo sono Piero Chiambretti e Valeria Marini.

È un’annata molto fortunata dal punto di vista della qualità musicale, grazie alle scelte della direzione artistica formata da Pino Donaggio, Giorgio Moroder e Carla Vistarini, ma a trionfare saranno i pressoché sconosciuti Jalisse con “Fiumi di parole”.

Il duo, in gara nelle Nuove Proposte l’anno precedente, batte molti più blasonati colleghi e si piazzerà poi al quarto posto all’Eurovision 1997 con lo stesso brano. Sarà l’ultima edizione per l’Italia nel contest europeo. Tornerà in gara solo nel 2011.

La stampa non perdona e colpisce da subito il duo “reo” di aver sporcato il palmares festivaliero con un’immeritata vittoria di poco conto.

Le critiche segneranno in maniera profonda la carriera dei Jalisse, che non riuscirà mai a spiccare il volo. Ancora oggi, nonostante alcune fortunate avventure televisive recenti, vengono ricordati fra le “meteore” di Sanremo.

Tra i 29 Campioni esordiscono i Dirotta su Cuba, Francesco Baccini, i Pitura Freska con “Papa Nero” e i Ragazzi Italiani con “Vero amore“.

Le canzoni ricordate ancora oggi sono “Storie” di Anna Oxa, “Sei tu” di Syria, “A casa di Luca” di Silvia Salemi, “Laura non c’è” di Nek – campione di vendite in Europa, “Confusa e felice” della Consoli – eliminata prima della finale – e il Premio della Critica “…e dimmi che non vuoi morire” di Patty Pravo.

Nelle Nuove Proposte esordiscono Caparezza, col nome d’arte Mikimix, Paolo Carta, Alex Baroni con “Cambiare“, Niccolò Fabi premiato dalla Critica per “Capelli” e le vincitrici Paola & Chiara con “Amici come prima“.

Per Sanremo 1998 la Rai si affida a un altro conduttore di esperienza. Viene chiamato all’Ariston Raimondo Vianello che si fa accompagnare da Veronica Pivetti e dalla top model ceca Eva Herzigova.

Purtroppo, il Festival entra in una nuova fase critica. Gli ascolti calano, conquistando “solo” la metà della platea televisiva, rispetto ai due terzi di pochi anni prima.

I brani, inoltre, non fanno breccia nelle classifiche, che iniziano a premiare brani più alternativi rispetto a quelli classici portati sul palco dell’Ariston. Un cambiamento che anche Sanremo adotterà, ma gradualmente, solo dagli inizi del nuovo Millennio.

Persino il Financial Times, con un inviato sul posto, stronca malamente il Festival, considerato “una sagra kitsch con canzoni terribili”, culminata con la vittoria di “un’insulsa ballata”.

A vincere quell’anno fu l’ex concorrente di Miss Italia Annalisa Minetti con “Senza te o con te”. La cantante non vedente detiene un record: è la prima e unica artista ad aver vinto sia la categoria Nuove Proposte che quella dei Campioni, nella stessa edizione.

Questo perché solo per il 1998 venne introdotta la regola che permise ai primi tre classificati dei Giovani di concorrere assieme ai Big nella serata finale.

Tra gli altri concorrenti troviamo la Piccola Orchestra Avion Travel – al debutto sanremese – che porta a casa il Premio della Critica per “Dormi e sogna“, Antonella Ruggiero seconda con “Amore lontanissimo” e Niccolò Fabi ottavo con “Lasciarsi un giorno a Roma“.

Dalle Nuove Proposte si faranno notare Lisa con “Sempre” ed Eramo & Passavanti con “Senza confini“, premiati dalla Critica. Debutteranno in quest’edizione inoltre Paola Folli e Federico Stragà.

Per l’ultima edizione degli anni Novanta la Rai pensa all’accoppiata Claudio Baglioni e Fabio Fazio, che si è messa in luce nel programma amarcord Anima mia. Tuttavia, Baglioni rifiuta l’invito, per incomprensioni artistiche con la Rai.

Al solo Fazio si aggiungono quindi l’attrice e modella francese Laetitia Casta e il premio Nobel per la medicina Renato Dulbecco.

Nei Campioni esordisce Enzo Gragnaniello, in coppia con Ornella Vanoni. Tra le Nuove Proposte il talento è florido con Alex Britti, Arianna, Daniele Groff, Filippa Giordano, Francesca Chiara, Leda Battisti, Max Gazzè e i Quintorigo.

La medaglia d’oro dei Big va ad Anna Oxa con “Senza pietà”. La cantante fa discutere anche per il suo look, firmato Gucci, che la vede sul palco con un pantalone a vita bassa a mostrare un provocante tanga.

La canzone più venduta sarà “Un inverno da baciare” di Marina Rei, ma nei ricordi degli appassionati di Sanremo sono rimaste anche “Così è la vita” di Mariella Nava, il duetto “Alberi” di Gragnaniello-Vanoni, “Senza giacca e cravatta” di Nino D’Angelo e “Aria“, premio della Critica per Daniele Silvestri.

Nei Giovani strappa la vittoria Britti con “Oggi sono io“. È inoltre l’anno di “Una musica può fare” di Gazzè e “Rospo” dei Quintorigo, premiati dalla Critica.


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