Sanremo 2020, se la gara è soltanto una parentesi fra i concerti degli ospiti
Sarà che c’è da accontentare tutti, ma il Festival di Sanremo 2020, per ora, si sta caratterizzando soprattutto per la durata fiume delle serate.
Come nei migliori anni baudiani, sono andate in scena due show di lunghezza chilometrica, che hanno messo a dura prova gli spettatori ed anche i giornalisti che pressati dalle esigenze delle rispettive testate, non hanno mancato di farlo presente nella consueta conferenza stampa che è andata in scena nel primo pomeriggio, sottolineando come di questo passo c’è il rischio che domenica i quotidiani escano senza il nome del vincitore.
Sei ospiti la prima sera, nove ospiti ieri sera ed a molti di loro sono stati riservati dei mini-concerti di 15 o 20 minuti: ieri sera il primo Campione in gara, Piero Pelù, si è esibito alle 22.05, ovvero oltre un’ora dopo l’avvio della serata e l’ultimo, Michele Zarrillo, ha concluso la sua canzone che erano le 1.27. Poco meglio è andata a Raphael Gualazzi, che ha chiuso la prima serata cantando alle 0.40.
A farlo notare al conduttore è stato anche lo stesso Tiziano Ferro ieri notte e, il suo #FiorelloStatteZitto, è subito diventato trending topic su Twitter (e lo è tutt’ora mentre pubblichiamo questo articolo).
Amadeus di suo ha invitato a non creare un caso su questo, limitandosi a dire che è stata “una battuta infelice può capitare. Facciamo in modo che non accada più perché dobbiamo arrivare fino a sabato tutti insieme, in amicizia e volendoci bene”.
#Sanremo2020: #Amadeus ha promesso di mettere al centro la gara. Ce la faremo a non fare le 2 stasera? 🙏🤞 #Sanremo2020 #fiorellostattezitto pic.twitter.com/6W4TcVp7km
— Eurofestival News (@escitalia) 6 febbraio 2020
C’è da dire che nelle prime due serate ha votato la giuria demoscopica (300 persone selezionate fra i consumatori di musica, da casa, con un apposito apparecchio) e che fino a venerdì compreso, chi dovrà votare (stasera l’orchestra, domani i giornalisti), è di fatto obbligato a farlo, trovandosi a Sanremo.
Viene da chiedersi cosa succederà sabato, quando entrerà in scena il televoto, che già di per sè è una variabile che influenza molto la classifica (non tutti i cantanti in gara hanno lo stesso appeal sul pubblico medio ‘votante’ ): difficile credere che l’artista che canterà in coda, magari dopo le 24 possa avere davanti allo schermo lo stesso numero di potenziali televotanti del primo o di quello che canterà a metà serata.
La sensazione che si è avuta sin qui è che la gara sia quest’anno soltanto una parentesi, un intermezzo fra i mini concerti degli ospiti ed è forse questo che ancora marca la distanza fra Sanremo e gli altri concorsi canori europei, Eurovision in testa: l’impossibilità di mettere le canzoni in gara al centro, di concentrare le canzoni in gara tutte insieme, così da farle gareggiare tutte alla pari e permettere al pubblico di votarle senza dover restare sveglio sino all’una di notte.
I tanti gruppi di ascolto esteri che in questi due giorni hanno seguito Sanremo (tra cui molti fan dell’Eurovision che attendono di conoscere il nostro rappresentante) non hanno mancato di rimarcare a loro volta questo aspetto ed è difficile far capire agli stranieri, abituati a concorsi nazionali che in due ore riescono a decretare il vincitore e fanno lo stesso il record di ascolti, perché una gara di canzoni debba per forza essere dilatata su cinque ore fra la prima e l’ultima esibizione, soltanto per motivi di share.
Da stasera Amadeus ha promesso di mettere al centro la gara, ma intanto già oggi si preannuncia un monologo di almeno 40 minuti di Roberto Benigni. Insomma, anche stasera, probabilmente, la gara sarà soltanto il sottoclou.
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