Eurovision e Coronavirus, le ipotesi: dallo show senza pubblico al rinvio
La pandemia di Covid-19 sta cambiando velocemente il volto del nostro paese, ma non solo.
Il virus ha portato allo spostamento, e in molti casi l’annullamento, di eventi di svariato tipo, in più parti del mondo. Gare sportive, concerti, eventi di moda, fiere, conferenze, manifestazioni culturali e affini.
I nostri occhi, per ovvie ragioni, sono puntati sull’Eurovision Song Contest.
Lo svolgimento della kermesse musicale europea è – attualmente – previsto all’Ahoy di Rotterdam, nei Paesi Bassi, dal 12 al 16 maggio prossimi.
Da giorni, tuttavia, con il rapido aumento dei casi di Coronavirus nel continente, è naturale porsi quesiti sul futuro dell’edizione 2020 della manifestazione canora.
A tentare di fare luce sul destino dell’Eurovision sono i media olandesi.
Il quotidiano AD ha pubblicato, nella giornata di ieri, un articolo analizzando i vari scenari che potrebbero aprirsi, circoscrivendo cinque ipotesi differenti.
1. L’Eurovision Song Contest si tiene come previsto
“Sarebbe irresponsabile” – dichiara Geert Koster, avvocato e consigliere comunale della città di Rotterdam – “Se lo si lascia andare avanti, si rischia consapevolmente di sviluppare una fonte di infezione. Bisogna prima essere sicuri che, forse a causa dell’aumento della temperatura, il pericolo sia passato. La sicurezza deve essere garantita per tutti, ma non è possibile immaginarlo ora con lo stato attuale delle cose”.
Mark Rouwenhorst, tra gli esperti olandesi nell’organizzazione di eventi e festival: “C’è molto panico, ma non è ancora necessario annullarlo. Non sappiamo come sarà la situazione a maggio. L’organizzazione del Festival può prendere una decisione all’ultimo minuto”.
“Uno scenario stressante, soprattutto per un evento di queste dimensioni, ma rientra a priori fra le possibilità. Bisogna sempre tenere conto di diversi elementi, come il tempo, un lutto nazionale, o magari la morte di un membro della famiglia reale. Tutti casi in cui la festa non può continuare”.
Il consiglio comunale di Rotterdam discuterà nella giornata di oggi, giovedì 12 marzo, della crisi scatenata dal Coronavirus. È quindi probabile che venga discusso anche dell’Eurovision.
2. Il rinvio dell’Eurovision Song Contest
Koster: “Sì, purché sia sicuro. Potrebbe essere rinviato in autunno o l’anno prossimo. È da prendere in considerazione, perché è un evento meraviglioso, tutti non vedono l’ora, siamo super entusiasti. Certo, la condizione principale è che anche allora non ci siano problemi di salute pubblica e che si rimanga all’interno dei costi”.
Rouwenhorst: “Un’operazione problematica. Spostare un festival è già una seccatura, per non parlare di un evento di tale portata internazionale. Non si tratta solo di assicurarsi che la venue sia disponibile anche in seguito, ma di tenere conto di tutti i paesi che vi prendono parte. Un disastro dal punto di vista organizzativo”.
3. La cancellazione dell’Eurovision Song Contest
Koster: “Non posso immaginarlo. Se non sarà possibile farlo quest’anno, dovremmo avere la possibilità di farlo l’anno prossimo. Spero che tutte le parti in gioco abbiano sottoscritto una buona assicurazione. Non è pensabile che l’Ahoy rimanga vuoto per così tanto tempo, senza che ci siano entrate”.
Rouwenhorst: “Anche questo sarebbe un disastro. Certo, non saremo ritenuti responsabili come paese, perché il Coronavirus è un problema mondiale. Quindi se si arriva davvero al punto che debba essere cancellato a causa del virus, la gente capirà. Ma è stato investito così tanto in questo progetto che si avrebbero conseguenze importanti se non potesse realizzarsi. Dovrebbe almeno tenersi a Rotterdam l’anno prossimo”.
4. L’Eurovision Song Contest va in scena, senza pubblico
Koster: “Questa non è una soluzione perché in ogni caso è previsto l’arrivo di grandi gruppi di persone provenienti da diversi paesi. Ad esempio l’entourage di ogni artista, i media. Si finirebbe comunque per avere un gruppo di poche migliaia di persone. E ci sarebbe lo stesso un rischio”.
Rouwenhorst: “Considerando gli aspetti dell’Eurovision, senza pubblico sembrerebbe uno spettacolo un po’ strano”.
5. L’Eurovision Song Contest va in scena, solo con il pubblico olandese
Koster: “Se analizziamo cosa sta succedendo nel Brabante (la provincia olandese più colpita dall’emergenza Coronavirus, al momento, ndr), anche questa opzione non offre alcuna certezza. Si finirebbe in una situazione nella quale tutti i fan olandesi sono benvenuti, tranne quelli del Brabante. Non funziona in questo modo”‘
Rouwenhorst: “Penso che questa sia una misura rigorosa e non appropriata per l’evento”.
Sempre nella giornata di ieri, l’NCTV olandese, il centro nazionale di coordinazione per il terrorismo e la sicurezza, ha pubblicato una checklist che possa aiutare gli organizzatori a determinare quale evento possa tenersi e quali no, invitandoli a mappare accuratamente ogni aspetto, per prevenire e contenere la diffusione del Coronavirus.
Tra i tanti, la possibilità di registrare i dati personali dei partecipanti, l’età media dei visitatori (se inferiore o superiore ai 40 anni), la durata dell’evento e quanto a lungo si trattengano i visitatori, se l’evento si tenga all’aperto o indoor, e se c’è la possibilità che corrimano, maniglie e pomelli vengano spesso toccati.
Non ci sono regole generali, ogni manifestazione va considerata nella sua dimensione locale, si dichiara nel documento, ma nel fare ciò, bisogna tenere conto dell’impatto nazionale che possano scaturire le conseguenze di ogni evento.
L’Eurovision, così come lo conosciamo, rientra in molteplici categorie considerate a rischio secondo il quadro di valutazione amministrativo.
Affinché un evento “a rischio” possa realizzarsi, è necessario che vengano prese misure per porre rimedio alle criticità. Tra le tante la garanzia che i visitatori rimangano a distanza di sicurezza.
Per questo motivo RTLNieuws ha rilanciato l’ipotesi che l’Eurovision si tenga, senza tuttavia gli spettatori presenti in arena.
A decidere, sarà in definitiva il sindaco di Rotterdam Ahmed Aboutaleb, attualmente presidente della regione di sicurezza di Rotterdam-Rijnmond.
Le regioni di sicurezza sono aree dei Paesi Bassi in cui vi è cooperazione tra varie amministrazioni comunali nell’esecuzione di compiti e servizi di assistenza medica, ordine pubblico, sicurezza e gestione di crisi e catastrofi.
I Paesi Bassi hanno 25 regioni di sicurezza – in passato definite regioni di polizia. Ogni regione comprendere i territori di un certo numero di comuni, e la partnership è gestita dagli stessi comuni inclusi nella regione.
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