Proteste per la libertà, gli eurovisivi bielorussi schierati quasi tutti coi manifestanti
La Bielorussia è scossa in questi giorni dalla protesta popolare contro l’esito delle recenti elezioni presidenziali, che hanno riconfermato Aleksandr Lukashenko capo dello stato per la sesta volta consecutiva dal 1994.
Un esito plebiscitario (80,10%) che non è stato riconosciuto né dalla comunità internazionale – l’Unione Europea parla chiaramente di brogli e sta valutando sanzioni – né da una fetta consistente di bielorussi. Persino alcuni commentatori filo governativi hanno giudicato poco credibile la percentuale.

I VAL a sostegno dei manifestanti (foto dal loro profilo Instagram)
Già la campagna elettorale era stata fonte di scontri, con Vitkor Barbariko, uno dei principali contendenti, arrestato con l’accusa di evasione fiscale prima che potesse ufficializzare la candidatura e l’altro, il blogger Sergeij Tikhanov imprigionato poche settimane prima di ufficializzare la candidatura.
A raccogliere la sfida è stata sua moglie, Svetlana Tikhanovskaya, trentasettenne ex insegnante di inglese, che secondo fonti non ufficiali sarebbe la vera vincitrice ma che secondo i dati pubblicati avrebbe ottenuto il 10%
Il rifiuto di ammettere osservatori esterni e di ricontare i voti ha dato il via alla protesta di piazza, con scontri molto simili a quelli della rivoluzione arancione e di Euromaidan, che nel 2004 rovesciarono in Ucraina Viktor Yanukovich: 10.000 persone in strada, cinque morti, torture da parte delle forze dell’ordine, 7000 arresti e 300 feriti, con la Tikhonovskaya costretta all’esilio il Lituania e Lukashenko che ha di fatto silenziato le radio e le tv, obbligandole a non trasmettere le notizie sugli scontri:
Non ci saranno altre elezioni, a meno che non mi uccidiate – ha risposto il presidente bielorusso agli oppositori.
Anche i protagonisti eurovisivi stanno mano a mano prendendo posizione. Nonostante – o forse proprio a causa – delle forti ingerenze del presidente anche su questo fronte, l’unica schierata apertamente dalla sua parte è Alyona Lanskaya in gara nel 2013 con “Solayoh“.
Alcuni artisti si sono invece schierati in prima linea con il popolo bielorusso: i VAL, designati per l’edizione 2020 cancellata, sono attivissimi su Instagram: “Ci siamo sentiti come una nazione unita attorno a obiettivi comuni. Abbiamo iniziato a svegliarci, a realizzare chi siamo. Non dobbiamo vergognarcene, ma anzi ma esserne orgogliosi.
Siamo stanchi di essere ignorati dal sistema, il fatiscente sistema post-sovietico, che non corrisponde affatto al tempo e al continente in cui viviamo. Non ci era permesso esprimere liberamente pensieri e idee nelle scuole, nelle università e negli uffici governativi. Ma non ci siamo arresi. E ora stiamo mostrando quale potere abbiamo dentro”, dicono, sperando in una “nuova Bielorussia”.
I Litesound, che pure di fatto furono “spediti” a Baku 2012 da un intervento dello stesso Lukashenko, che portò davanti al Governo l’esito controverso della finale nazionale, assegnando “a tavolino” la vittoria al gruppo del quale faceva al tempo parte anche l’italiano Jacopo Massa, sono in queste settimane a fianco dei manifestanti, cui hanno dedicato una versione speciale del loro brano eurovisivo “We are the heroes“.

I Litesound al fianco dei manifestanti (foto da Instgram)
Anche i NAVIband hanno cantato e suonato a supporto dei manifestanti.
Koldun, settimo nel 2007 con “Work your magic” ed Angelica Agurbash, in gara nel 2005 con “Love me tonight” parlando al sito super.ru si sono chiaramente espressi contro le violenze ed in favore dei manifestanti: “Queste sono proteste pacifiche, tutti sono scesi in piazza, cittadini pacifici, vogliono la verità, vogliono elezioni eque, vogliono un futuro felice per il loro paese, una vita senza paura. Nessuno voleva questo sangue.
Il popolo bielorusso dovrebbe essere protetto dalle forze dell’ordine bielorusse. Dove sono i nostri generali? Perché non fermano questo caos? Questo è un caos assolutamente infondato, questo è l’intero orrore: non c’è bisogno di picchiare le persone in quel modo, picchiare le persone a morte, paralizzare le loro vite – questo è disumano!”, dice la cantante.
Gli fa eco Koldun: “Abbiamo lasciato la capitale: mia figlia si stava svegliando per il rumore. Passo molto tempo in Russia, ma la mia famiglia è in Bielorussia ed è spaventoso quello che sta succedendo.
Non so cosa bisogna fare per porre fine alla violenza, questa è una domanda per i politici, ma prima di tutto è necessario smetterla di rompersi le ossa a vicenda, sedersi e parlare. Allora, forse, questo conflitto sarà risolto pacificamente”.

Alina e Ninel dei 3+2 in piazza coi manifestanti (foto da Instagram)
Alena e Ninel Karpovich dei 3+2 (“Butterflies“, feat. Robert Wells, 2010) si fanno fotografare in piazza con un messaggio chiaro: “E’ arrivato il nostro momento: marcia per la libertà. #freedombelarus”.
Parole di appoggio ai manifestanti hanno fatto registrare anche Ivan, Alekseev e Uzari mentre non si sono espressi Ruslan Alekhno, Zena (che in questo momento è in vacanza, come mostra sul suo profilo Instagram e che probabilmente anche per l’età non prende ancora posizione), Teo, Anastasia Vinnikova, Aleksandra & Konstantin, Petr Elfimov, Polina Smolova.
Segui Eurofestival News anche su Google News, clicca sulla stellina ✩ da app e mobile o alla voce “Segui”.
Non perderti le ultime notizie con le notifiche in tempo reale dal nostro canale Telegram e WhatsApp. Seguici su tutti i principali Social Media (qui l’elenco completo) e scopri come sostenerci e sostenere una informazione da sempre indipendente.
Eurofestival News è anche una comoda Web App gratuita che puoi portare sempre con te, scaricala subito sul tuo smartphone. Vuoi collaborare con noi? Contattaci!