Sanremo 2021: i Måneskin accusati di plagio per la loro “Zitti e buoni”

Nuovo Sanremo, vecchie polemiche. Anche quest’anno dopo lo svelamento delle prime 13 (di 26) canzoni in gara sono partite le prime accuse di plagio. A finire sotto la lente d’ingrandimento sono i Måneskin con la loro “Zitti e buoni”.

I commenti sul web hanno subito accostato il brano a “F.D.T.”, potete ascoltarla qui, della band Anthony Laszlo (duo formato da Anthony Sasso e Andrea Laszlo De Simone). La canzone – pubblicata nel 2015 è anch’essa un energetico punk-rock psichedelico che presenta, secondo le segnalazioni, un riff molto simile a quello di “Zitti e buoni” che rende i due ritornelli molto simili. A ciò contribuisce la ripetizione delle parole “fuori di testa” in entrambi gli incisi.

Ad alimentare la polemica ci ha pensato Dade (produttore e co-fondatore dei Linea 77), uno dei primi a credere nel progetto Anthony Laszlo, che ha postato “F.D.T.” sui social con la didascalia “Qualquadra non cosa #sanremo2021”.

La domanda sul presunto plagio è stata fatta stamattina nella consueta conferenza stampa del Festival. Claudio Fasulo ha glissato commentando che non è stata ancora recapitata una segnalazione ufficiale ma “ovviamente c’è tutta la disponibilità ad ascoltare chi si opponesse al brano per plagio”.

Chi invece non si è fatta attendere è la Sony Music Italia, casa discografica dei Måneskin, che ha risposto con una perizia tecnica molto dettagliata recapitata a Il Fatto Quotidiano che riportiamo qui nella sua interezza:

In merito alle notizie emerse di una possibile somiglianza del brano dei Måneskin “Zitti e buoni” rispetto a un brano già edito, si evidenzia che non solo non vi è presenza di plagio melodico sulla linea vocale (quello principalmente viene tutelato dalle attuali leggi in vigore) ma non vi è neppure un plagio strumentale sulla stessa struttura armonica come si evince da perizia tecnica di Sony. Il focus principale dell’analisi è la melodia del ritornello e nei due brani si evince la totale discordanza nella fattispecie:

  1. La sola coincidenza delle parole “Fuori di Testa” è elemento insufficiente in quanto esso stesso è utilizzato in note e metriche differenti, può risaltare nell’immediato che su “Zitti e Buoni” vi è sulla melodia anche un utilizzo temporaneo della metrica terzinata, cosa che non avviene nell’altro brano.

  2. Le parole “Fuori di Testa” hanno nei due brani hanno uno svolgimento differente anche determinato dalla assenza o presenza di pause. In “F.D.T.” notiamo una pausa di ottavo (ben udibile) tra le parole “Fuori di” e “Testa” mentre su “Zitti e Buoni” si nota la totale assenza di pause ed anzi un esecuzione legata, più stretta e fluida, nonché, come già sottolineato, a maggior complessità ritmica (troviamo la convivenza tra sedicesimi e terzine di ottavo).

  3. Da notare pure il contesto semantico differente (“Vado fuori di testa” [F.D.T.] contro “Sono fuori di testa” [Zitti e Buoni]).

  4. L’utilizzo di gradi della scala (in ordine di altezza Re – Mi – Sol) ricalcanti la scala pentatonica minore di Mi (come nella stragrande maggioranza dei brani Rock) non può in alcun modo rappresentare un elemento di rassomiglianza in quanto elemento generico. Si può anche sottolineare che in “F.D.T.” oltre all’appoggio armonico degli accordi (chitarra e basso) vi è una ASSENZA di RIFF, elemento che invece determina in pieno l’inciso di “Zitti e Buoni”.

Non è certo la prima volta che si parli di “plagio” al Festival di Sanremo. Il più recente e clamoroso fu “Non mi avete fatto niente” di Ermal Meta e Fabrizio Moro nel 2018 (poi vincitori e in 5°posizione  all’Eurovision).

Andando più a ritroso abbiamo i Sottotono e Gigi D’Alessio nel 2001 accusati di aver copiato rispettivamente dagli N’Sync e da Elton John. Oppure nel 2002 Francesco Renga, in gara quest’anno, la cui “Tracce di te” era troppo simile a “Due grosse lacrime bianche” di Iva Zanicchi, portata in gara all’Eurovision 1969.


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