Eurovision 2021: bandiera bulgara nel video, la Macedonia del Nord lo edita
L’abbiamo detto più volte: l’Eurovision Song Contest, a dispetto della natura apolitica del concorso, è la cartina di tornasole di quello che succede in Europa, riflette lo zeitgeist, lo spirito dei tempi, con tutti i suoi problemi, compresi inevitabilmente gli screzi geopolitici.
E diciamolo, serve anche un po’ per conoscerli, questi contrasti, che sono una parte della storia d’Europa, passata e presente.
La vicenda della Bielorussia è tuttora in corso e si attendono sviluppi, ma intanto si è consumata – e rapidamente risolta – quella relativa alla Macedonia del Nord.
È successo che Vasil e il suo staff hanno dovuto editare il video di “Here I Stand” coprendo una installazione artistica che rassomiglia alla bandiera della Bulgaria.
Si tratta, come spiega l’artista di un’opera di pregio che è da anni esposta nel luogo all’interno del quale è stato girato del video, che nulla c’entra in realtà con la nazione confinante, ma che ha creato confusione fra i fan Nord Macedoni:
Sebbene con il video dell’Eurovision avessi il desiderio di mostrare nient’altro che musica e arte, mi dispiace davvero per il travisamento del lavoro della nostra famosa artista Žaneta Vangeli.
Nessuno coinvolto nella realizzazione delle riprese video né rappresentanti dell’istituzione dichiarata è intervenuto deliberatamente nella cornice artistica della National Gallery Daut Pashin Amam.
La galleria stessa ha affermato che l’opera è stata esposta in quel modo per molti anni. Per non avere ulteriori implicazioni negative e un’esposizione fuori luogo di quest’opera d’arte, abbiamo deciso di rimuovere i quadri ad essa pertinenti.
Le proteste contro Vasil
Il cantautore suo malgrado si è trovato coinvolto in questa situazione perché è in possesso di doppio passaporto, Nord Macedone e bulgaro, visto che la sua nonna paterna è originaria proprio della Bulgaria e questo gli ha consentito di ottenere il passaporto:
Ma io canto per la Macedonia del Nord e porto alti questi colori da oltre 20 anni.
Scontro Macedonia del Nord – Bulgaria
Lo scontro fra Macedonia del Nord e Bulgaria non si è mai sopito ma si è riacceso lo scorso novembre, quando la Bulgaria, paese membro della UE, ha bloccato i negoziati in corso per l’ingresso nella stessa dei macedoni. Il motivo è lo stesso che per anni ha visto scontrarsi questo paese con la Grecia: la Bulgaria considera infatti la Macedonia del Nord parte del suo territorio.
Questo non solo perché le lingue sono sostanzialmente identiche e l’alfabeto è lo stesso ma perché, secondo i bulgari, la distinzione tra macedoni e bulgari sarebbe solo la semplice divisione amministrativa, una linea di confine tracciata a tavolino senza conformarla a criteri etnici, politici, né geografici, varata nel 1913, quando durante la seconda guerra balcanica il territorio che oggi è parte della Macedonia del Nord passava dalla Bulgaria al Regno di Serbia. Da allora è passato sotto le varie trasformazioni della zona sino a divenire, con l’avvento della Yugoslavia, parte della Repubblica Federale.
Con la dissoluzione di quest’ultima, nel 1991 il Paese è diventato indipendente ma la sua identità nazionale ha continuato ad essere disputata a lungo.
Anzitutto dalla Grecia, che ne contestava il nome, identico alla regione ellenica e impose a Skopje l’utilizzo della dicitura Former Yugoslav Republic of Macedonia (FYROM) nei consessi internazionali, compreso l’Eurovision e perfino la precedente bandiera, col “Sole di Verghina”, usata su sfondo blu proprio dalla regione greca.
Con la Grecia, la situazione si è risolta con l’accordo di Prespa del 2018, che ha portato all’intesa sul nuovo nome.
Con la Bulgaria il primo agosto 2017 la repubblica post-jugoslava aveva finalizzato un’altra importante iniziativa: il Trattato di amicizia, primo passo verso la normalizzazione del rapporto con l’ingombrante vicino, ma recentemente il Governo bulgaro ha risollevato la questione, accusando Skopje di non partecipare con impegno alla commissione nata da quell’intesa incaricata di elaborare una visione condivisa della storia delle due nazioni balcaniche.
Il precedente eurovisivo
La Macedonia fu protagonista di uno dei “casi” eurovisivi di questo genere. Nel 2013 la compianta Esma Redzepova, la regina della musica gitana e Lozano avrebbero dovuto cantare il brano “Imperija”, ma furono costretti a cambiarelo a seguito delle proteste della Grecia.
Sebbene infatti non ci fosse alcun riferimento politico, la parola “impero” fu associata alla disputa sulla paternità di Alessandro Magno, l’antico re di Macedonia. Sotto accusa anche il video della canzone che ritrae i due artisti al fianco della grande statua di Alessandro Magno che si trova all’aeroporto di Skopje.
Così il duo uscì in semifinale dopo aver eseguito il brano di riserva “Pred da se rasteni“. Gli accordi di Prespa hanno risolto anche questa vicenda: nel 2018 Skopje ha rimosso la statua e cambiato la denominazione allo scalo, prima intitolato al condottiero.
Di contro la Grecia non aveva mai esposto la statua in bronzo realizzata dallo scultore Yiannis Pappas acquistata nel 1992 raffigurante il condottiero a cavallo: lo ha fatto solo nel 2019, a disputa conclusa.
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Gentilissimo sig Lombardi, grazie per l’opportunità di commentare e per la Sua gentile risposta.
Certo che ho letto e capito “secondo i bulgari”, ma non basta dire che è evidente che quello macedone (il parere) è contrario, non basta intuire, ma dare la voce – pari opportunità, alla parte opposta di rispondere punto per punto e subito dopo, nella frasi successiva dello stesso articolo. Alla serie di inesattezze dette dai bulgari, non si può rispondere con sole due parole. Qua si tratta di vittima e carnefice, e questo non lo dico io ma i libri di storia. La precisazione è per il pubblico italiano che non è obbligato a conoscere la storia di tutto il mondo. Noi Macedoni sappiamo che, anche se abbiamo alcune cose in comune con altri popoli, comunque abbiamo anche le differenze – non dico che siamo nè meglio nè peggio, ma semplicemente un altra entità, che va rispettata. Un lettore dell’articolo potrebbe non avere interesse di leggere i commenti e pertanto le sopraelencati inesattezze vanno trattate nell’articolo stesso in adeguato modo.
Salve, io appartengo alla seconda comunità etnica macedone, quella albanofona che si estende nel nord ovest del paese, anche io ritengo che ci siano somiglianze tra le lingue, ma non sono identiche, i bulgari hanno anche costumi ed usanze diverse, queste sono teorie che essi portano avanti per smembrare un paese già in difficoltà al suo interno ahimè con tra la mia etnia e quella macedonile, sembra quasi che vogliano inspiegabilmente creare ulteriori problemi ad un paese che definiscono artificiale, per certi versi lo è, ma a me, da albanofono piace così, e voglio che il bene dell’una e dell’altra comunità vengano prima di ogni cosa, e anche io essendo pur sempre macedone, pur essendo come detto appartenente alla seconda comunità etnica della Macedonia, non condivido la posizione destabilizzante dei Bulgari. Vorrei che tutti i lettori, verificassero propriamente le dinamiche presenti all’interno del paese ma anche sulle differenze etnico linguistiche tra i due paesi.
Caro sconosciuto amico Mentor, le tue bellissime parole “e voglio che il bene dell’una e dell’altra comunità vengano prima di ogni cosa” , dicono chi sei, ti descrivono come una persona umana, di larghe vedute, all’altezza, uno che sa amare anziché odiare. È un piacere sapere che ci sono persone come te. Le tue parole le condivido pienamente e ti ringrazio che sei intervenuto. In questi tempi nei quali persino lo sport e la musica (come ogni altra cosa) sono molto più politica che sport e musica, persone come te sono preziose!
Mi dispiace dirlo ma nel articolo, apparte le inesattezze c’è anche un errore deontologico.
È inesatto dire dire che la lingua macedone e la lingua bulgara sono sostanzialmente identiche, che l’alfabeto è lo stesso, e che la distinzione tra macedoni e bulgari sarebbe solo la semplice divisione amministrativa, una linea di confine tracciata a tavolino. Queste sono le tesi politiche bulgare (per chiamarle con vero nome: pretese a conquiste territoriali e demografiche/etniche) e sono in contrasto con quello che dicono le catedre linguistiche per il mondo e con quello che dice la storia. La storia documenta che durante il periodo fascista i bulgari sono venuti in Macedonia per “convincere” i Macedoni con le armi e con la violenza che non sono quello che sono. Non sono poche le vittime che hanno pagato con la vita la loro “visita e liberazione “.
È deontologicamente scorretto che non è stato trasmesso parere del soggetto di cui si tratta, popolo macedone, degli individui o della più alta istituzione scentifica: Academia macedone di scienze e arte (MANU).
Gentilissimo, grazie per la risposta: pubblichiamo volentieri il vostro punto di vista. Sottolineo però, forse lei non ha letto bene, che abbiamo scritto che “secondo i bulgari” la differenza è solo amministrativa. Nell’articolo si spiega perchè è stato fatto rimuovere il drappo e qual è il contrasto. Abbiamo riportato il punto di vista bulgaro, è evidente che quello macedone è contrario e siamo ben lieti di aver pubblicato la vostra posizione
Grazie Dr. Predrag Nikolovski di aver espresso il parere del popolo macedone.
In ogni caso l’Eurovision Song Contest è sempre stato molto legato alla politica, le coincidenze sono troppe per essere coincidenze.