Mahmood: “Eurovision, a me è andata benissimo, esperienza unica. Molto contento per i Måneskin”
Tempo di “Ghettolimpo” per Mahmood: è infatti appena uscito il nuovo lavoro dell’artista milanese, a due anni di distanza dal primo vero album della sua carriera (“Gioventù bruciata“, che nel 2018 era un EP).
All’interno si possono trovare due nuovi featuring molto importanti, uno di Elisa in “Rubini” e l’altro di Woodkid in “Karma” (già nota era “Dorado” con Sfera Ebbasta e Feid).
Incontrando la stampa per presentare il disco, la cui traccia omonima è la seconda e che vede la produzione di Dario Faini, alias Dardust, ancora alias DRD, Alessandro Mahmoud (questo il nome reale dell’artista) ha accennato anche all’esperienza all’Eurovision Song Contest, ai Måneskin e a come la manifestazione continentale abbia cambiato la sua vita:
Sono molto contento che abbiano vinto, erano i più bravi. Per me è andata benissimo anche se non ho vinto, mi ha dato la possibilità di fare un tour europeo. Nel mio cervello è come se avessi vinto. E’ stata una bellissima esperienza, unica, ti insegna tanto. Con i Måneskin ci siamo sentiti, ho fatto loro i miei complimenti.
Mahmood, non va dimenticato, è arrivato secondo a Tel Aviv nel 2019 con “Soldi“, canzone con cui aveva vinto il Festival di Sanremo, al quale aveva avuto accesso strappando il pass tra i Giovani con “Gioventù bruciata“. 472 furono i punti raccolti dall’Italia, 26 in meno di Duncan Laurence con “Arcade” per i Paesi Bassi.
Oltre a quattro dischi di platino in Italia, “Soldi” ne raccolse anche due in Spagna, oltre a un disco d’oro sia in Francia che in Grecia, diventando il successo eurovisivo più importante dal ritorno in gara dell’Italia, almeno fino a quando non è arrivato l’autentico ciclone di “Zitti e buoni“.
Il successo ottenuto nel 2019 ritorna anche in altri passi delle parole concesse da Mahmood alla stampa:
Quando la mia vita è cambiata: tutti mi vedevano in un modo, ma io non mi ci riconoscevo. Ho avuto un periodo strano, non tornavo mai a casa, non vedevo le persone a cui volevo bene. Cercavo l’Alessandro di sempre, ma trovavo solo quello che vedevano gli altri. E quando tornavo tutti mi vedevano in un modo nuovo di cui io non avevo ancora preso coscienza.
E ancora:
Da quando è iniziata la quarantena ho scritto poco, chiuso in casa faccio molta fatica. Prendevo moltissimi aerei e scrivevo sempre lì. E quindi racconta dei viaggi. In effetti alcune canzoni oggi potrebbero suonare un po’ strane perché descrivono il 2019.
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